La Corte dei Conti ha confermato in appello la condanna che impone all’ex consigliere Luigi Fedele di restituire alla Regione oltre 260 mila euro (più interessi, rivalutazione e spese processuali) di soldi pubblici percepiti illegittimamente attraverso rimborsi ingiustificati. E lui lo farà con altri soldi pubblici, quelli del vitalizio che la stessa Regione gli versa ogni mese.
Nei 17 mesi ha utlizzato “contributi pubblici per fini palesemente estranei alla funzione dei gruppi consiliari al fine di soddisfare egoistici interessi personali e del partito politico”.
I magistrati contabili scrivono che “La quasi totalità dei pasti riguardano più coperti, anche settanta persone”.
Da evidenziare che solo nel ristorante di suo figlio, tra gli altri ha consumatoi pasti per 40 mila euro. Una cifra enorme per i giudici è una cifra esagerata considerando che di norma, un politico dovrebbe incontrare “colleghi, cittadini e portatori di interessi collettivi nelle sedi istituzionali, non certo in un ristorante con costi a carico della collettività […] in modo da neutralizzare il rischio che l’occasione venga percepita o, peggio, trasmodi in occasione ludica”.