L’operazione “Penalty” della procura reggina rischia di aprire una voragine nell’ombra del calcio scommesse. L’arbitro coinvolto non è nuovo a simili vicende, già nel 2024 fu sospeso due anni
Ott 29, 2025 - Giuseppe Larosa
Con l’Operazione congiunta di Carabinieri e Guardia di Finanza denominata “Penalty” coordinata dalla procura della Repubblica di Reggio Calabria guidata dal Procuratore Giuseppe Borrelli, ne esce uno spaccato che coinvolge titolari di centro scommesse che erano nei fatti i finanziatori di questa presunta frode sportiva.
L’uomo al centro di questa operazione, il principale indagato che avrebbe alterato i risultati creando un vero e proprio business sulle frodi calcistiche è Luigi Catanoso, un arbitro della sezione Aia di Reggio Calabria, già sospeso dagli organi di giustizia sportiva che avevano accertato le prime irregolarità.
Secondo il procuratore Borrelli, “Nel proprio programma criminoso c’era l’alterazione dei risultati e delle partite allo scopo, evidentemente, di realizzare poi dei profitti con le scommesse sportive (…) sono state segnalate delle concentrazioni di puntate per singole partite, tra l’altro, con puntate dislocate in centri calabresi dove le partite non riguardavano, invece, strettamente realtà sportive locali. Quindi questo ha determinato una attenzione investigativa”.
L’inizio di questa operazione ha la sua partenza il 30 gennaio 2024, quando, da quello che si legge, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli segnalò al Ministero dell’Interno una sorta di anomalia inerente ad un “flusso anomalo di scommesse” sull’incontro di calcio Benevento-Cesena (Primavera 2) disputato il 13 gennaio 2024 e terminato 3-2. Numerosi rigori, spesso inesistenti, concessi per garantire il verificarsi del pronostico “over” alle scommesse, e espulsioni senza una reale motivazione per condizionare il risultato a favore delle squadre più deboli garantivano introiti permettevano introiti più elevati. Le scommesse ritenute sospette provenivano principalmente in alcuni Comuni del Reggino come Melito Porto Salvo, Reggio Calabria ed altri.
Al momento gli indagati sarebbero cinque, oltre all’arbitro Catanoso, ci sarebbero Giancarlo Fiumanò, Lorenzo Santoro e i due titolari del centro scommesso a Sesto Fiorentino, padre e figlio, Giampiero Reale e Tommaso Reale, tutti posti agli arresti domiciliari.
Il business, così come è stato detto in conferenza stampa, “era sulle scommesse relative ad incontri che l’associazione, in qualche modo, secondo l’ipotesi accusatoria, riusciva a pilotare falsando il risultato. L’associazione puntava su quel risultato falsato per riscuotere profitti”.
C’è da aggiungere inoltre che l’arbitro Catanoso non è nuovo a questo tipo di vicende perché già
Luigi Catanoso era stato coinvolto nel novembre del 2024 in un altro scandalo sempre riguardante delle scommesse, e per questo sospeso per due anni dalla Tribunale federale per accuse legate a scommesse e peggio, tentativo di corruzione.

Secondo la sentenza del 2024, Catanoso avrebbe cercato di manipolare l’esito di partite, offrendo fino a 3.000 euro a un collega, l’arbitro Milone, “in cambio di informazioni utili per piazzare scommesse vincenti su ammonizioni, rigori e sulla squadra che avrebbe segnato per prima”. L’incontro avvenne a Firenze il 17 agosto del 2024 ed ha dato il via alle indagini: Milone era designato per la partita Empoli-Lazio del campionato Primavera 1 ed ha rifiutato l’offerta, informando immediatamente il designatore Ciampi e l’ufficio del procuratore Giuseppe Chiné. Questo gesto ha portato alla sua sostituzione per la gara e ha reso la sua testimonianza un elemento cruciale nell’inchiesta. E non era stata nemmeno la prima volta per Catanoso in quanto già nel 2020 era finito sotto i riflettori per un’indagine a seguito di un match sospeso per un presunto infortunio e di flussi anomali di scommesse segnalati ai Monopoli di Stato. Tuttavia, l’indagine precedente si era conclusa con un’archiviazione per mancanza di prove.
Questa vicenda non riguarda solo una questione Catanoso o l’operazione “Penalty” della Procura di Reggio Calabria, ma dovrebbe aprire ampi margini di riflessione nel mondo del calcio e in quello delle scommesse, sia sulla gestione arbitrale che sulla prevenzione delle scommesse illecite. Un controllo rigoroso con una maggiore trasparenza ad oggi risulta più che mai rigoroso per evitare che simili situazioni, come nel passato, si ripetano. L’integrità del calcio dovrà e deve essere preservata, rafforzando le misure di controllo.



