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TAURIANOVA (RC), SABATO 14 DICEMBRE 2024

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Telefonini graziati per i tumori Uno studio non ha infatti trovato alcun legame tra l’utilizzo dei telefonini e lo sviluppo di tumore al cervello

Telefonini graziati per i tumori Uno studio non ha infatti trovato alcun legame tra l’utilizzo dei telefonini e lo sviluppo di tumore al cervello
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L’utilizzo del cellulare non sembra essere legato allo sviluppo di tumori al cervello.
Lo afferma uno studio australiano basato su dati raccolti in 30 anni, pubblicato
dalla rivista Cancer Epidemiology. I ricercatori hanno preso in considerazione tutti
coloro (14mila donne e 20mila uomini) che hanno stipulato un contratto di telefonia
mobile tra il 1987, anno dell’introduzione dei cellulari in Australia, e il 2013,
contenuti nel registro tumori australiano in cui vengono obbligatoriamente iscritti
tutti i pazienti che ricevono una diagnosi. Nell’intervallo di tempo si sono registrati
nel campione poco più di 1400 tumori al cervello, e l’unico aumento significativo
dell’incidenza è stato visto negli over 70, probabilmente come risultato dei migliori
metodi di diagnosi dato che il trend è iniziato prima dell’introduzione dei cellulari.
I numeri sono stati confrontati con quelli di un modello informatico che ha calcolato
quanti casi ci sarebbero dovuti essere se le onde elettromagnetiche avessero effettivamente
aumentato il rischio del 150%, ma il numero reale è risultato molto minore. “Il
nostro studio – scrivono gli autori – segue quelli pubblicati negli Stati Uniti,
in Inghilterra, nei Paesi nordici e in Nuova Zelanda, in cui non è stata trovata
nessuna conferma del legame tra telefoni cellulari e tumori al cervello”. Per Giovanni
D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, nell’altalena tra
gli studi che periodicamente gettano sospetti sul fatto che l’uso diffuso ed esteso
dei cellulari possa favorire il cancro e quelli che invece non trovano riscontro
pratico a questi timori, non c’è dubbio che, anche prima di questa ulteriore conferma,
le ragioni della rassicurazione abbiano avuto finora sempre la meglio. I segnali
d’allarme infatti sono venuti per lo più da ricerche condotte su animali e pubblicate
su riviste di second’ordine. Inoltre occorre chiarire che i telefonini non emettono
radiazioni ionizzanti come quelle usate per le radiografie, capaci di provocare mutazioni
del DNA, ma solo onde radio con frequenze vicine a quella utilizzata dai forni a
microonde. Anzi alcuni studi condotti dai ricercatori dell’Istituto di Neurologia
dell’Università Cattolica-Policlinico Gemelli di Roma, diretti da Paolo Maria
Rossini, hanno spiegato che i telefonini avrebbero la capacità di accrescere l’eccitabilità
dei neuroni, soprattutto di quelli che si trovano in prossimità dell’antenna ed
alla prevenzione di alcune patologie cerebrali come l’Alzheimer. In pratica, “elettrizzano”
il cervello e modificano l’attività cognitiva, facendo in modo che alcuni processi
addirittura migliorino. In conclusione quando si parla di scienza e medicina, è
difficile dare risposte definitive. Ma se quella uscita in queste ore sulla rivista
Cancer Epidemiology non è ancora un’assoluzione definitiva per i cellulari, certo
le va molto vicino.