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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 15 OTTOBRE 2024

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Minori abusati Le riflessioni del giurista blogger Giovanni Cardona su un orrido fenomeno

Minori abusati Le riflessioni del giurista blogger Giovanni Cardona su un orrido fenomeno
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Se da un lato è socialmente acclarato e statisticamente provato che i minori delinquono pariteticamente agli adulti, dall’altro nei procedimenti nei quali i minori si presentano quali supposte vittime, si continua ad opporre una istintiva resistenza al fatto che essi mentano come gli adulti o che a seguito di impulsi interiorizzati da ripetuti messaggi deviati o indotti da congiunti confliggenti nell’ambito familiare, possano alterare la verità con piena consapevolezza.
Il bambino può mentire perseguendo con la menzogna lo scopo immediato che possa soddisfare le sue pulsioni e ne plachi la ragione della sua ansia.
Il bambino può mentire senza che gli si chieda conto o ragione della manifesta illogicità del suo racconto, delle contraddizioni e dei silenzi; mente per compiacere l’uno o l’altro genitore in conflitto tra loro onde trovare un rifugio sicuro nella tempesta familiare.
Poco importa se tale manifestazione costituisca una reazione a paure incontrollate sepolte nel profondo, o se siano da ascriversi al sentimento o al carattere od ancora siano risposte a esigenze esistenziali.
La superfluità del fingere o del simulare discende anche dal fatto che, trattandosi di fenomeni riconducibili all’istinto o alla indole, sono per lo più inconsci e celati inconsapevolmente alla disapprovazione del contesto sociale o familiare, anche per l’assenza di limiti razionalizzanti che ne inibirebbero la manifestazione.
Il discorso assume un certo rilievo quando viene calato nel mondo del diritto e nei variegati ed eterogenei rapporti interagenti nell’alveo familiare, dove realizzandosi in nuce un micro sistema sociale, si manifesta quello che in etologia si qualifica come “resistenza affettiva” o “sentimento istintivo” ricollegabili a principi eugenetici confluiti in diverse epoche storiche o incisi da credi religiosi.
La forza del diritto, assoggettata alla prova razionale della chiarezza, della coerenza e della sistematicità e frutto di un giudizio attendibile, deve essere scevra da condizionamenti emotivi travisanti situazioni che, alla luce della provabile conoscenza scientifica, caduchi ab ovo grimaldelli faziosamente utilizzati da dissoluti partner per corrompere i minori travisandone fatti e manifestazioni di affetto.
La forza del diritto in quanto forza giusta ed esattamente legata a norme e discipline, costituisce l’unico baluardo essenziale limitante il serpeggiare malevolo del coniuge livoroso inducente e manovrante le artefatte mendacità profferite dal minore a discapito del genitore defenestrato negli umani affetti.
Questa è una conquista della civilizzazione occidentale che ha per converso complicato la funzione del giudice – in quanto l’accrescimento valoriale della legalità ha implicato un potere coercitivo limitato – ma ponendo la valutazione del giusto quantum su una stadera imparziale, equilibrata, ineludibile da agenti esterni ed ineluttabile sulle decisioni prese anche in presenza di minori.
L’ago della giustizia è umano e non immune da questa debole sensibilità, costituendone un rischio che solo il dosaggio antropico di una mente giuridicamente illuminata ed attendibile può dipanare.
“Le cose andranno male fin quando ai bambini non sarà concesso di scegliere i propri genitori.” (Giovanni Soriano, Maldetti, 2007)