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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 19 MAGGIO 2024

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Telefonini comportano rischio tumori Un nuovo maxi studio ha infatti trovato un legame tra l’utilizzo dei telefonini e lo sviluppo di tumore al cervello

Telefonini comportano rischio tumori Un nuovo maxi studio ha infatti trovato un legame tra l’utilizzo dei telefonini e lo sviluppo di tumore al cervello
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L’utilizzo del cellulare sembra essere legato allo sviluppo di tumori al cervello.
Proprio quando gli studi sul presunto legame tra uso del telefonino e tumori sembravano
escludere la possibilità, la più grande ricerca di laboratorio fatta negli Usa
su questo tema aggiunge nuovi elementi di allarme. Secondo lo studio durato due anni
del National Toxicology Program (Ntp)statunitense, una agenzia federale, infatti,
l’esposizione alle radiofrequenze tipiche dei cellulari aumenta i casi di alcuni
tipi di cancro, almeno nei ratti maschi. Lo studio, costato 25 milioni di dollari,
è stato condotto su oltre 2500 ratti e topi esposti a varie quantità di radiofrequenze
in 21 camere progettate appositamente. La decisione di pubblicare i risultati preliminari
sui ratti è venuta dopo che il sito microwave.com ne aveva anticipato i risultati,
mentre il rapporto completo, che è stato controllato e verificato da autorità indipendenti,
sarà pubblicato l’anno prossimo. Il piccolo aumento, si legge nel rapporto, è stato
visto solo negli esemplari maschi, e sia in quelli sottoposti a frequenze Gsm che
del tipo Gdma. Per i topi esposti alle radiazioni in utero si è visto un leggero
calo del peso medio alla nascita. “Lo studio ha trovato una bassa incidenza di gliomi
maligni nel cervello e schwannomi nel cuore dei ratti maschi esposti – scrivono gli
esperti -. Dato l’ampio uso a tutte le età delle tecnologie per la comunicazione
mobile anche un piccolo aumento che dovesse risultare dall’esposizione potrebbe avere
grandi implicazioni per la salute pubblica”.Il tema del legame fra cellulari e tumori
è tutt’ora molto dibattuto. L’Oms nel 2011 ha classificato le radiofrequenze nel
gruppo 2b dei ‘possibili cancerogenì, lo stesso ad esempio della caffeina, basandosi
su alcuni studi in laboratorio e su ricerche epidemiologiche che davano un aumento
della frequenza proprio dei tumori riportati dalla ricerca dell’Ntp. Altri studi
però, l’ultimo dei quali pubblicato pochi giorni fa e condotto in Australia, hanno
escluso connessioni, e anche il grande progetto europeo Interphone, almeno nella
sua prima fase, aveva escluso aumenti del rischio anche per gli utilizzatori maggiori.
Gli stessi autori del rapporto statunitense poi sottolineano che le conclusioni di
uno studio condotto sugli animali non sono applicabili automaticamente all’uomo.
“Se prima però qualcuno diceva che non c’era nessun rischio – commenta al Wall Street
Journal Ron Melnick, a capo del progetto fino al pensionamento nel 2009 e uno dei
revisori del rapporto – penso che questi risultati non lo rendano più possibile”.
Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti [1]”, nell’altalena
tra gli studi che periodicamente gettano sospetti sul fatto che l’uso diffuso ed
esteso dei cellulari possa favorire il cancro e quelli che invece non trovano riscontro
pratico a questi timori, non c’è dubbio che, anche prima di questa ulteriore conferma,
occorre chiarire che i telefonini non emettono radiazioni ionizzanti come quelle
usate per le radiografie, capaci di provocare mutazioni del DNA, ma solo onde radio
con frequenze vicine a quella utilizzata dai forni a microonde. Anzi alcuni studi
condotti dai ricercatori dell’Istituto di Neurologia dell’Università Cattolica-Policlinico
Gemelli di Roma, diretti da Paolo Maria Rossini, hanno spiegato che i telefonini
avrebbero la capacità di accrescere l’eccitabilità dei neuroni, soprattutto di
quelli che si trovano in prossimità dell’antenna ed alla prevenzione di alcune
patologie cerebrali come l’Alzheimer. In pratica, “elettrizzano” il cervello
e modificano l’attività cognitiva, facendo in modo che alcuni processi addirittura
migliorino. In conclusione quando si parla di scienza e medicina, è difficile dare
risposte definitive. Quella uscita in queste ore della National Toxicology Program
(Ntp) statunitense non è ancora una condanna definitiva per i cellulari.