Taurianova, giovedì in Consiglio arriva il dissesto finanziario Tra due giorni l'assemblea cittadina si pronuncerà. Si aspetta una seduta infuocata - GUARDA IL SERVIZIO
TAURIANOVA – È ufficiale il 23 novembre il consiglio comunale dovrà pronunciare il dissesto finanziario dopo la reiterata bocciatura della Corte dei Conti. Nei giorni scorsi il prefetto di Reggio Calabria, con una missiva inviata al Comune, diffidava il civico consesso a deliberare il dissesto entro il termine di 20 giorni dalla data di ricevimento della stessa lettera. Il rischio di una mancata convocazione dell’assemblea per i suoi effetti era alto.
In caso di inadempienza, infatti, in base al decreto legislativo del 2000, il prefetto avrebbe provveduto a nominare un commissario per la deliberazione del dissesto e al conseguente «avvio della procedura di scioglimento del consiglio comunale». Pericolo scongiurato, in quanto dopo la convocazione dei capigruppo, il presidente dell’assemblea ha stabilito la data del 23 per la convocazione dell’assise con 4 punti all’ordine del giorno: tra cui la dichiarazione del dissesto finanziario dell’ente.
Come è solito in questi casi, visto anche il gran dibattito politico che si è scatenato all’indomani della bocciatura, il clima dentro l’aula sarà incandescente e nella discussione pre-dichiarazione, c’è da scommettere, le scintille tra le parti non mancheranno. Il rimbalzo delle responsabilità, come un logorante ping-pong, sarà il leitmotiv della seduta. Con un sindaco Scionti che scaricherà le colpe del buco finanziario all’ex sindaco Biasi attaccandolo sugli sprechi compiuti negli anni passati. E con il leader degli “Innamorati” che respingerà contrattaccando l’avversario sostenendo, verosimilmente, rispetto a quanto già scritto, di non aver saputo far fronte alla rimodulazione di un piano di riequilibrio pluriennale adeguato. Definito, dallo stesso gruppo Biasi, «maldestro e azzardato».
Sta di fatto che la realtà è più cruda e spietata delle accuse reciproche. Dopo la dichiarazione il ministero dell’Economia manderà i suoi commissari che vincoleranno, ancor di più di quanto non lo è adesso, la spesa dell’ente. Cinque anni, il tempo di commissariamento, fatto di tagli e ristrettezze. Un controllo sul debito pregresso ma che avrà ripercussioni anche sui bilanci futuri e, soprattutto, con l’individuazione delle responsabilità politico-amministrative di questo crack finanziario. Le verifiche saranno puntigliose, severe, senza guardare in faccia nessuno.
E a pagarne le conseguenze, in primis, saranno i cittadini che già dal 2011, a causa di una situazione finanziaria di pre-dissesto, pagano aliquote massime su tutti i tributi. Ma è chiaro che nel tentativo di recupero del deficit a subirne gli effetti saranno pure gli imprenditori che, in base ad un’analisi fatta da un movimento d’opposizione, vantano crediti relativi agli anni precedenti, e se inseriti nella massa passiva che verrà redatta dai commissari – scrivono – «potrebbero vedere riconosciuto il loro credito solamente tra il 40 e il 60% del totale».
La lista delle ristrettezze purtroppo non finisce qui. Sotto la lente dei commissari andranno a finire pure i contratti degli Lsu e Lpu che al 31 dicembre di quest’anno avrebbero dovuto incassare la stabilizzazione definitiva dopo quasi venti anni di precariato. Insomma una stretta micidiale che apre uno scenario di manovre anti-default di “draconiana” memoria per colmare un debito complessivo di oltre 14 milioni di euro. Ai taurianovesi aspetta, dunque, un periodo di «lacrime, sudore e sangue». (F.M.)