“Surroga Aiello, opposizione squallida” Evoluzione: "Sono stati loro a mettere alla berlina i problemi dell’ex Consigliere"
CROSIA (Cs) – Lunedì, 22 Gennaio 2018 – I consiglieri di minoranza Seminario, Filippelli, Urso e Tavernise con il loro comportamento, tenuto nell’ultimo consiglio comunale in occasione della discussione sulla dichiarazione di decadenza dell’ormai ex consigliere Aiello, hanno messo in risalto il lato più deleterio del modo di fare politica. Il loro comportamento non ha precedenti nella storia dell’Assise comunale. In modo vergognoso hanno messo in atto scene da circo equestre e con un’ignobile strumentalizzazione della salute e delle malattie. Purtroppo risulta difficile a certa classe politica agire e ragionare sulla scorta delle leggi e del rispetto dei regolamenti che non fa sconti a nessuno.
È questo il commento del Gruppo di maggioranza consiliare Evoluzione, a seguito di una nota stampa apparsa nei giorni scorsi sui siti di informazione territoriali.
È importante – continuano i Consiglieri – sdoganare le vecchie e cattive abitudini di approssimazione che hanno portato alla degenerazione della politica locale ad opera per fortuna di pochi scalmanati abituati fino a poco tempo addietro a sguazzare nell’illegalità, nel disordine e nella mediocrità. Nel caso del consigliere decaduto poi hanno toccato il fondo se si pensa che tutto il procedimento è stato fortemente caratterizzato dal rispetto assoluto della legge, dello Statuto e del regolamento del Consiglio Comunale. Ma forse a queste prassi i consiglieri di minoranza non c’erano abituati. Giustamente il Sindaco dopo ben 14 assenze consecutive mai giustificate da parte del consigliere Aiello ha dato avvio al procedimento di decadenza originato anche dal dimostrato disinteresse all’intera attività amministrativa ed in applicazione dell’art. 43 comma 4 del d.lgs. n. 267/2000 e dall’art. 16 comma 8 dello Statuto comunale vigente che prevede, “nel caso di assenza ingiustificata almeno a 3 sedute consecutive, la decadenza del Consigliere comunale, garantendo il diritto del consigliere a far valere le cause giustificative”. Il consigliere Aiello nel termine assegnatogli ha prodotto tardivamente come giustificazione solo certificati medici in fotocopia e non in originale per ogni assenza quando il regolamento per il funzionamento del consiglio comunale impone all’art. 26 che le giustificazioni debbano essere presentate in consiglio comunale o annunciate dal capogruppo di appartenenza.
Contrariamente a quanto falsamente dichiarato dai consiglieri di opposizione – continuano – è stata l’ex consigliere Aiello che già prima del Consiglio Comunale ha dato in pasto all’opinione pubblica le sue giustificazioni ancor prima che le valutasse l’Assise, unica sede abilitata dalla legge a esaminare i motivi delle assenze dei consiglieri. Nessuno aveva intenzione di mettere in piazza i problemi di salute di chi, invece ha inteso spiattellarli su propria iniziativa alla stampa e sui social. All’attenzione del consiglio c’erano, infatti, solo le assenze del Consigliere e le giustificazioni presentate, e palesemente inadeguate non solo nella forma, ma anche nei contenuti. Ecco perché non era necessaria una seduta a porte chiuse. Il sindaco e i consiglieri di maggioranza, pertanto, hanno agito nel pieno rispetto della legge a tutela della democrazia e della correttezza amministrativa, ripristinando la legalità nel consiglio comunale. Perché se un consigliere non può o non vuole partecipare alla vita amministrativa della cittadina, allora è giusto garantire il rispetto e il buon funzionamento della democrazia. Aiello con le sue numerosissime e consequenziali assenze alle sedute consiliari mai giustificate né prima e neppure dopo il consiglio comunale (in un tempo ragionevole) ha manifestato disinteresse e negligenza nell’adempiere al proprio mandato, generando difficoltà nel funzionamento dell’organo collegiale cui apparteneva. Il suo disinteresse è stato percepito anche tra tutti quegli elettori che l’avevano votato.
Questi sono i fatti. Solo e soltanto questi, senza alcun tetro e oscuro retroscena. Un consigliere di Maggioranza che non partecipava all’Assise civica, per non parlare dell’assoluta latitanza a livello amministrativo generale, non poteva restare immune dall’applicazione di un principio statutario qual è appunto quello della declaratoria di decadenza al quale, lo scorso mese di novembre 2017, l’Ente ha notificato, in base all’art. 7 della legge n. 241 del 1990, l’avvio del procedimento amministrativo. L’approssimazione e l’improvvisazione – concludono gli Amministratori – nonché la totale disconoscenza di leggi, procedure burocratiche e regolamenti ormai appartengono ad una minoranza sempre più confusa, delirante e incapace di gestire il proprio ruolo con dignità e coerenza. La politica dell’odio non paga, tantomeno la persecuzione personale e la necessità di gettare discredito sugli avversari visti come nemici.