Sessanta anni di vita dell’Avis reggina, Imbalzano: “Traino per tante altre realtà”
redazione | Il 23, Mar 2014
“L’associazione nel lungo ed intenso cammino ricco di contenuti umani, sociali e culturali, ha saputo conquistare traguardi significativi che connotano la concretezza del volontariato, richiamando sempre, quale ‘mission’ imprescindibile, la centralità della persona e i suoi bisogni”
Sessanta anni di vita dell’Avis reggina, Imbalzano: “Traino per tante altre realtà”
“L’associazione nel lungo ed intenso cammino ricco di contenuti umani, sociali e culturali, ha saputo conquistare traguardi significativi che connotano la concretezza del volontariato, richiamando sempre, quale ‘mission’ imprescindibile, la centralità della persona e i suoi bisogni”
“Sono tanti i motivi che rendono la storia dell’Avis reggina importante e di traino per tante altre realtà. L’associazione, infatti, nel lungo ed intenso cammino ricco di contenuti umani, sociali e culturali, ha saputo conquistare traguardi significativi che connotano la concretezza del volontariato, richiamando sempre, quale ‘mission’ imprescindibile, la centralità della persona e i suoi bisogni”.
E’ quanto ha affermato il consigliere regionale e presidente della Commissione Bilancio e Attività Produttive, Candeloro Imbalzano, partecipando, questa mattina, all’Auditorium Lucianum di Reggio Calabria, ai sessant’anni di vita della sezione “Evelina Plutino Giuffrè”.
Nel consegnare diversi riconoscimenti ai donatori per il loro impegno al servizio del prossimo, Candeloro Imbalzano ha aggiunto: “Il traguardo dell’autosufficienza del sangue, al quale ci auguriamo si aggiunga anche quello del plasma, il certificato di qualità per l’erogazione di servizi per l’incremento della raccolta e per l’assistenza del donatore., la trasparenza del Bilancio sociale ed il gruppo giovani, che hanno valorizzato una scelta di vita basata sulla supremazia del bene comune, rappresentano alcuni dei momenti più qualificanti con cui l’Avis calabrese, ed in particolare reggina, ha contribuito a costruire una società più vicina ai sofferenti e a quel mondo di solidarietà che, in tempi di carenza di risorse, integra in modo fondamentale l’apporto delle Istituzioni. Nel confessare un po’ di emozione per quello che è un pezzo di storia cittadina, attendiamo- e faremo ogni sforzo in questa direzione- che sulla legge che istituisce il Centro regionale sangue, l’attuale commissariamento della sanità calabrese non costituisca più un ostacolo. Si tratta di una legge modello dell’intero sistema, approvata due volte dall’Aula, che andremo a riproporre convinti che il sistema calabrese non possa funzionare in condizione di emergenza”.