Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Scioperano lavoratori pubblico impiego e sanità privata Annunciato questa mattina per il 3 maggio

Scioperano lavoratori pubblico impiego e sanità privata Annunciato questa mattina per il 3 maggio
Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

E’ stato proclamato, con comunicazione alla commissione di garanzia di
Roma, dopo un confronto vivace, serrato, a tratti nervoso in Prefettura a
Catanzaro, lo sciopero dei lavoratori del pubblico impiego e della sanità
privata della Calabria. Il prossimo 3 maggio sono attese migliaia di
persone nel capoluogo, sede scelta per la manifestazione regionale. Un
fatto storico in regione per i lavoratori del pubblico impiego. E’ la prima
volta infatti che i dipendenti pubblici, della sanità privata e i precari
da ogni angolo della Calabria, raggiungeranno il capoluogo per protestare e
a gran voce contro politiche, locali e nazionali, che stanno affossando il
pubblico impiego, dalla sanità ai servizi, precarizzando sempre di più il
lavoro, con i ricadute negative e a macchia d’olio sui servizi e sulla vita
di ogni cittadino calabrese.

Stamattina, in Prefettura, il tentativo di conciliazione, preliminare alla
proclamazione dello sciopero, è fallito, in un faccia a faccia tra tutte
le organizzazioni sindacali del pubblico impiego calabrese e il commissario
per il piano di rientro della sanità Massimo Scura. Il tavolo era
presieduto dal prefetto di Catanzaro Luisa Latella. Si è registrata
l’assenza del presidente della Regione Mario Oliverio, chiamato come parte
in causa soprattutto per quanto riguarda la riforma degli assetti
istituzionali (Province e Comuni) e l’assenza di Anci e di Upi, che pure
erano stati invitati al confronto, e si è andati, dopo un lungo intervento
del commissario Scura, in netto contrasto con le organizzazioni sindacali
sulla gestione della sanità regionale, alla proclamazione dello sciopero
unitario di tutte le sigle sindacali del lavoro pubblico in Calabria.

Lo sciopero sarà incentrato anche e soprattutto sul mancato rinnovo del
contratto nazionale di lavoro nel pubblico impiego, che tradotto
significa, tra le altre cose, “un risparmio dello Stato negli ultimi anni –
afferma il segretario Funzione pubblica Cgil Calabria Alfredo Iorno – di
ben 21 miliardi, tutto sulla pelle dei dipendenti pubblici qualcosa come
sette finanziarie, per intenderci”. E’ dal 2009 che i lavoratori pubblici
aspettano il rinnovo del contratto e lo sblocco del turnover.

Troppe vertenze, i numeri che parlano da soli, con, negli ultimi anni, in
Italia, centinaia di migliaia di lavoratori in meno nel settore pubblico, e
in Calabria una cifra che si attesta intorno ai quindici mila. Tanti,
troppi i settori in crisi, a partire dalla sanità, con le stabilizzazioni
promesse e poi negate dal commissario Scura per centinaia di operatori in
questo settore “tutti costretti a turni massacranti e molti non pagati da
mesi – ha aggiunto il segretario Funzione pubblica Cgil Calabria Alfredo
Iorno – con i dipendenti delle Province in mobilità, anch’essi non ricevono
lo stipendio da diversi mesi, e con un futuro incerto, con una
precarizzazione e una esternalizzazione del pubblico di anno in anno più
massiccia”. A Catanzaro in piazza Prefettura il 3 maggio, i lavoratori in
un lungo corteo, chiederanno a gran voce di difendere i servizi che la
pubblica amministrazione eroga, mentre in Calabria si assiste alla
chiusura dei tribunali, secondo quanto affermato dalla segretaria Uil PA
Loredana Laria, al problema delle corti d’appello che hanno perso il 40 per
cento del personale, magistrati ma anche amministrativi e personale di
cancelleria, ancora, ha aggiunto Antonio Bevacqua, segretario Cisl Fp
Calabria, “la chiusura di ben undici uffici dell’agenzia dell’entrate, di
undici uffici di giudici di pace, la paventata chiusura delle Camere di
commercio, la gravissima vertenza delle province calabresi e dei loro
dipendenti”. La legge Madia ridurrà la presenza dello Stato e del sistema
degli enti territoriali, mettendo a rischio uffici di Prefetture, Camere di
commercio, Inps, Inail, ministero del Lavoro, società partecipate, Corpo
forestale dello Stato, Vigili del fuoco, con conseguenti riduzioni di
servizi ai cittadini e alle imprese.