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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Sanità, aperto il dibattito sull’Università di Catanzaro Nesci (M5S) replica a Costanzo e Mastroroberto

Sanità, aperto il dibattito sull’Università di Catanzaro Nesci (M5S) replica a Costanzo e Mastroroberto
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Sul ruolo dell’Università di Catanzaro nella sanità calabrese si è
finalmente aperto un un dibattito. Per il momento mi hanno risposto,
seppure in ritardo, il prof. Pasquale Mastroroberto, direttore della
Cardiochirurgia universitaria di Catanzaro, e il consigliere comunale
catanzarese Sergio Costanzo. Le mie considerazioni sulle cifre da emirati
arabi che l’Università riceve dalla Regione Calabria risalgono almeno allo
scorso autunno, e non meno datate sono quelle sulla distribuzione delle
Cardiochirurgie in Calabria. Ciononostante, c’è stato «il grande silenzio» a
riguardo, per citare un film di livello.

Io non sto sul territorio nel modo in cui ci stanno i politici della
vecchia guardia, i quali hanno promesso il mare ai lavoratori della
Fondazione Campanella – sul cui declino l’Università ha avuto un ruolo
chiave – senza manco portare uno stagno, qualche rana o un pugno di girini.

Costanzo sa che il Comune di Catanzaro poteva, secondo lo statuto della
Campanella, contribuire alle attività oncologiche con risorse proprie. Ma i
politici come lui preferivano stare a loro modo sul territorio, per cui a
forza di starci non hanno avuto il tempo di documentarsi e di far scucire
al municipio un solo centesimo per salvare la Campanella dal tracollo;
dovuto al fatto che, piaccia o meno al bravo professor Mastroroberto, la
Fondazione si è caricata sul groppone i reparti di cui l’Università si è
sbarazzata di buon grado. Ciò è avvenuto col silenzio di tutti quei
politici che, stando sul territorio a modo loro, erano indefessamente
impegnati nella raccolta di funghi, noci, olive e altre delizie della
nostra terra.

Per quanto riguarda il capitale che la Regione riversa nelle casse
dell’Università, la sottoscritta – che non va per funghi nel territorio, ma
cerca negli uffici le carte che cantano – ha ripetuto pari pari le
conclusioni formalizzate del settore economico-finanziario del dipartimento
regionale Tutela della Salute. Inutile, quindi, caro Costanzo, tediare i
cittadini citando decreti che, peraltro, non c’entrano col caso di specie.
Andremo comunque in Procura e alla Corte dei conti e vedremo, infine, chi
avrà ragione.

In via incidentale ricordo che la vicenda del fiume di denaro che dalla
Regione arriva all’Università di Catanzaro per l’Azienda ospedaliera Mater
Domini riguarda pure il silenzio del dg del dipartimento, quello stesso
Bruno Zito che chiuse gli occhi per la nomina di Alessandro Moretti all’Asp
di Cosenza, benché sprovvisto dei requisiti di legge. Quello stesso dg,
aggiungo, che modificò a mano il famoso decreto per le cliniche private nel
quale risulta curiosamente cambiato perfino il termine per ricorrere al
capo dello Stato.

Per chiudere, credo che non siano soltanto i politici alla Costanzo a stare
sul territorio. Vedo che anche gli accademici lo presidiano; il che mi fa
piacere, purché gli uni e gli altri riconoscano che le due Cardiochirurgie
catanzaresi, Sant’Anna e Mater Domini, sono a 4 chilometri scarsi di
distanza, e che a Reggio Calabria ce n’è un’altra, già prevista e pagata
coi soldi dei calabresi ma non attivata da 4 anni. Ciò ha comportato un
danno erariale – secondo la Guardia di Finanza, che batte sul serio il
territorio – pari a 40 milioni di euro; cifra comunque inferiore, peraltro,
a quella che l’Università di Catanzaro prende dalla Regione Calabria.