Rende, Miceli (M5S) attacca il centrodestra su registro tumori Il consigliere comunale: «Il centrodestra ha deciso che il Registro tumori comunale non si farà»
Rende – Un dato è certo: il centro destra rendese ha decretato l’inutilità del registro tumori comunale e, di conseguenza, lo ha cancellato dal dibattito politico cittadino. Un peccato, secondo noi, perché pure solo a livello statistico sarebbe stato un ottimo strumento a disposizione dell’amministrazione per mappare il territorio comunale nell’individuazione delle zone a rischio e a supporto della successiva operazione di informazione e prevenzione presso la popolazione locale. Un’occasione persa
per dare un segnale forte ai cittadini di Rende per quel che riguarda l’interesse di questa amministrazione nei confronti della salute pubblica.
La nostra protesta non può che fermarsi qua, a livello di critica, visto che non abbiamo i numeri in Consiglio per far approvare le nostre proposte.
Ma noi non ci fermiamo qua: e rilanciamo con una nuova proposta indirizzata all’amministrazione Manna che speriamo possa trovare massimo riscontro anche nelle altre forze di opposizione. Chiediamo la creazione di un fondo nel bilancio per i malati di tumore che insistono nei quartieri limitrofi
all’area ex Legnochimica di Rende. Un capitolo di spesa che possa dare una mano alle famiglie più bisognose che si trovano ad affrontare i costi delle cure mediche per le forme tumorali, anche rare, riscontrabili in quell’area e che possano essere utilizzate anche per una capillare campagna di
sensibilizzazione della cittadinanza rispetto alle tematiche relative all’inquinamento della zona industriale di Rende.
Pensiamo che anche l’azienda in liquidazione debba contribuire fattivamente alla creazione di questo fondo vincolando quei soldi che non ha mai voluto spendere per avviare la messa in sicurezza dell’area. Sarebbe un piccolo gesto di apertura alle esigenze del territorio anche se, naturalmente, non
andrebbe a rimediare ai danni prodotti in tutti questi anni di immobilismo e non riabiliterebbe in nessun modo il “buon nome” della società a Rende.
Da parte nostra siamo in attesa di una risposta da parte del Comune di Rende e della Regione Calabria alla nostra messa in mora con la quale chiediamo agli enti pubblici di sostituirsi al privato nell’operazione di bonifica. Scaduti i termini di legge porteremo la nostra istanza in Procura.