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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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Reggio: sorpreso dagli agenti del Corpo forestale dello Stato mentre esercitava l’uccellagione, denunciato

Reggio: sorpreso dagli agenti del Corpo forestale dello Stato mentre esercitava l’uccellagione, denunciato

| Il 13, Mar 2013

L’uomo, un 57enne, aveva preparato un sito per la cattura di volatili mediante una rete da uccellagione lunga circa 3 metri stesa a terra, ancorata al terreno ed azionata a mano per il tramite di una lunga fune

Reggio: sorpreso dagli agenti del Corpo forestale dello Stato mentre esercitava l’uccellagione, denunciato

L’uomo, un 57enne, aveva preparato un sito per la cattura di volatili mediante una rete da uccellagione lunga circa 3 metri stesa a terra, ancorata al terreno ed azionata a mano per il tramite di una lunga fune

 

 

Continua l’azione di prevenzione e repressione dei reati in danno della fauna selvatica protetta. Durante i consueti e costanti controlli del territorio, agenti del Comando Stazione di Reggio Calabria hanno sorpreso in località Sant’Agata in agro del comune capoluogo un soggetto intento ad esercitare la pratica dell’uccellagione.

Il soggetto, identificato in V.P. di anni 57 e residente in Reggio Calabria, aveva preparato un sito per la cattura di volatili mediante una rete da uccellagione lunga circa 3 (tre) metri stesa a terra, ancorata al terreno ed azionata a mano per il tramite di una lunga fune.

Sul posto, oltre alla rete, veniva repertata anche una piccola gabbia che conteneva sei cardellini vivi. Il personale operante poneva sotto sequestro tutta l’attrezzatura, mentre i cardellini venivano immediatamente rimessi in libertà sul posto. V.P. veniva deferito in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria per i reati di furto venatorio e maltrattamento di animali, oltre che violazioni di varia natura della Legge sulla caccia.

Nelle ultime settimane sono stati numerosi i sequestri e le denunce operati dal personale del Copro forestale dello Stato in tutta la provincia, a riprova che l’uccellagione è pratica ancora molto diffusa e determina un fiorente commercio illegale, anche extraregionale, sia di animali vivi, destinati ai collezionisti, che morti, destinati al consumo umano.

Ancora una volta è stato evidenziato come tale metodo di cattura, tutto sommato semplice, sia molto efficace e crudele. Al momento dell’impatto dell’avifauna con la superficie di copertura della rete, infatti, il bracconiere chiude la stessa in modo tale da impedire ogni possibilità fuga agli uccelli. Questi vengono successivamente o mantenuti in vita o, nel caso di esemplari non destinabili al collezionismo illegale, vengono uccisi in maniera cruenta per lo più tramite schiacciamento della testa o rottura delle vertebre del collo.

I controlli in tale settore come negli altri di specifica competenza del Corpo Forestale dello Stato, oltre quelli afferenti alla prevenzione generale, continuano senza sosta in tutto il territorio provinciale, anche grazie alla continua e proficua azione di segnalazione dei cittadini attraverso il numero di emergenza ambientale 1515.