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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Raid alla “Monteleone”, la riflessione del sociologo Petullà

Raid alla “Monteleone”, la riflessione del sociologo Petullà

Secondo lo studioso “I fatti delittuosi degli ultimi tempi possono aver incoraggiato la mente di qualcuno a compiere il gravissimo atto vandalico”

Di Salvatore Lazzaro

Raid alla “Monteleone”, la riflessione del sociologo Petullà

Secondo lo studioso “i fatti delittuosi degli ultimi tempi possono aver incoraggiato la mente di qualcuno a compiere il gravissimo atto vandalico”

 

 

di SALVATORE LAZZARO

 

TAURIANOVA – Sul gravissimo raid teppistico ai danni della scuola elementare “Monteleone” interviene il sociologo Mimmo Petullà con una puntuale analisi dell’episodio.”La non sottovalutabile gravità, di quanto verificatosi l’altra notte, presso la Scuola Primaria del I circolo didattico, suscita, da una parte, l’ennesimo sentimento d’indignazione, dall’altra il più vivo sostegno, che non si può non far pervenire all’operoso Dirigente scolastico, dott.ssa Aurora Placanica, come pure al valevole corpo insegnanti, e non”. Dopo tale premessa, lo studioso di Taurianova passa ad analizzare i  fatti.”Pur non perdendo di vista la pluralità delle variabili in gioco – che potessero eliminare ogni sorta di deterministica spiegazione – vi è da dire che, nello scempio provocato, non sembra cogliersi – se non altro nell’immediatezza – la natura di un mero atto vandalico: isolato e, in modo particolare, fine a se stesso. Al contrario, da una prima osservazione, fuoriesce la dimostrazione di un eccessivo atto di forza, che pare imporsi come il frutto di una coscienza intenzionale: come se si volesse richiamare l’attenzione non tanto su un’ingenua autoaffermazione, quanto su una padroneggiata componente punitiva. Non è da escludere, detto in altri termini, che si sia trattato di bulli, ma a quanto pare piuttosto cresciutelli, tenendo conto del livello di audacia organizzativa, distante da un’indefinita ed estemporanea rabbia di esistere, come pure della considerevole e spavalda violenza – accompagnata, tra l’altro, da una ricercata consistenza simbolica, esercitata nel contesto preso di mira”. “In questa direzione di senso – evidenzia Petullà ., indicative si presentano anche le minacciose scritte, lasciate su ben due lavagne, da cui irrompe – tra l’altro con una certa fluidità e puntualità calligrafica – un’aggressività comunicativa, dall’inequivocabile messaggio di tipo intimidatorio, essenzialmente volto a incutere timore. Sembra si possa immaginare di trovarsi di fronte a un premeditato attacco micro criminale, deliberatamente indirizzato all’istituzione scolastica – A. Monteleone – in quanto tale”. Un atto, questo – rileva a questo punto il sociologo -, che tra l’altro appare come un prodotto secondario, culturalmente condizionato – non è da escludere – dall’incessante reiterarsi di fatti delittuosi, che da qualche tempo a questa parte stanno contrassegnando la comunità, determinando un non indifferente clima di tensione. Di là di quanto ipotizzato, appare fin troppo evidente la necessità di promuovere un efficace intervento, volto a individuare nuove strategie pedagogiche, perché certi fattori di rischio socio – relazionali non si trasformino in un disagio cronicizzato. Si auspica, pertanto, un primo incontro, che veda protagoniste tutte le scuole del territorio, impegnate nella costruzione di condivisi percorsi, capaci d’incoraggiare la disposizione a interrogarsi – nel segno di una critica elaborazione – su quanto avvenuto”. “Certo, in prospettiva – conclude il suo intervento Mimmo Petullà – assume una notevole importanza portare al centro dell’attenzione anche le grandi questioni sociali del nostro territorio: è tempo, d’altra parte, che il contesto di apprendimento coltivi la possibilità di rapportarsi maggiormente con lo spazio pubblico della realtà circostante”.