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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Quello che le donne non dicono….in politica

Quello che le donne non dicono….in politica

Eppure sono una vite su cui gira tutto…

Quello che le donne non dicono….in politica

Eppure sono una vite su cui gira tutto…

 

 

Quando Tolstoj scrisse, nella sua Anna Karenina, che «Le donne sono una vite su cui gira tutto», non avrebbe mai pensato che ci sono luoghi in cui quella “vite” non viene fatta girare volutamente. Tali sono quei luoghi del pregiudizio e della logica maschilista che ancora oggi, nel terzo millennio, contraddistingue questa tendenza a considerare la Donna (con la “D” maiuscola. E così sarà nel proseguo del pezzo), come un elemento di una (quasi) scarsa rilevanza.
Scrivo questo pensiero nel cuore della notte, per un insonnia ferocia che mi perseguita, ma lo faccio con la consapevolezza che quel “eppur si muove” galileliano, possa trovare in una piccola voce, la mia, un fatto concreto trasformasi di mutamento ideologico.
Ho osservato con attenzione la formazione di partiti e partitini, che hanno avuto l’ardire di dichiararsi “nuovi”, ed ho cercato in questa innovazione umana, trovare il senso di una parola che potesse solo avvicinarsi al pensiero più infinito, il progresso, esso inteso come riformismo, chiusura degli steccati del passato ed adeguarsi al passo dei tempi.
Certo, l’era aristotelica è finita, mi auguro, già da un pezzo, e associare le sue tesi misogine sarebbe ancora un passo indietro, non nel tempo, ma nel baratro del pregiudizio. E si sa, questo pregiudizio è formato dall’inettitudine del pensiero maschile, dalla sua sempre presente furberia di accaparrarsi come una legge del più forte sul più debole, i posti di potere più ambiti e relegando la Donna in una teca formata di immagine e presenza. Sperando che, tale presenza abbia sempre una posizione “verticale” e non “orizzontale”, come ebbe dire tempo fa una “pitonessa”, che descriveva così il suo attuale leader, ossia, abituato a vedere le donne in maniera orizzontale.
Ma lo stesso Aristotele seppur nel suo considerare inferiormente le donne, asserì che una società non può essere felice, se anche la donna non lo è, ed allora perché privarsi di questa felicità? Ed ancora mi chiedo, siamo masochisti o imbecilli? Iniziamo a riflettere, e soprattutto a far riflettere sulla seconda ipotesi.
Ho cercato di dare una spiegazione quando ho visto che tra la composizione dei posti che contano nei vari direttivi nazionali, sia di centrodestra che di centrosinistra, nessuno escluso, l’imbecillità è perenne e la mamma dei cretini è sempre incinta, anche in politica. Che la presenza della Donna è rappresentata in minima parte, addirittura pochi eletti e qualcuna è anche una personificazione mummificata di un passato che ancora non vorrebbe andar via. Oltre a degli “impresentabili” maschi (con la lettera minuscola), che al pari di un mausoleo viene associato un reale concetto di residuo bellico, o meglio, per rendere un’idea più precisa, come quei “tromboni” usurati dalla vecchiaia e dalla….noia!
E invito chiunque a dare uno sguardo ai direttivi partitici che dovrebbero rappresentare (?) la Calabria, sembra un annodamento di gerontologia associata al geriatrico ideale del trasformismo più becero ed inimmaginabile. Ma se, poniamo il caso, facessimo come le battaglie degli ambientalisti, per ogni figlio che nasce, piantare un albero, che rappresenta un senso di giovane freschezza e di buoni propositi per il futuro. Trasportandolo in politica, per ogni mausoleo (in netta svalutazione sicuramente), mettessimo una donna, non sarebbe già un passo avanti verso il progresso?
È pur vero che il bravo Leo Longanesi disse di diffidare dalle donne, specie quelle intellettuali perché “finiranno col rintracciare sempre il cretino che le capisce”. E oddio, in questa politica sono molto ben nascosti, finiranno per essere scoperti (speriamo, una volta per tutte).
Ecco, amici cari, politici previdenti e non, tromboni e mausolei ed amiche mummie, io penso che la coscienza sia un valore fondamentale, usatela. Cerchiamo di capire che la Donna è giustizia e bellezza, è la felicità per una società, è quel tocco morbido e vellutato alle intelligenze sopraffini. È la sensibilità di un’azione associata ad un sorriso di beltà. La Donna è quello che l’arcobaleno descrive ogni suo attimo, la Donna è la Donna, ed ha diritto di partecipare non come l’uomo, azzardo, più dell’uomo stesso. E ricordatevi, voi Donne, delle parole di Elias Canetti, «Delle donne non vince quella che corre dietro, né quella che scappa, vince invece quella che aspetta».
(GL)

***L’immagine è una straordinaria opera dell’artista Cesare Berlingieri