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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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“La Confindustria delle idee” interroga la classe dirigente di domani

“La Confindustria delle idee” interroga la classe dirigente di domani

Grande successo per il forum che ha visto ritrovarsi insieme, davanti ai rappresentanti del panorama produttivo reggino, Andrea Cuzzocrea, presidente di Confindustria Reggio Calabria; Alberto Sarra capolista alla Camera con “Grande Sud”; Paolo Zagami, candidato alla Camera con “Scelta Civica con Monti”; Nico D’Ascola, candidato al Senato con il Pdl; Pietro Fuda, capolista al Senato con Centro democratico; Francesco Candia, candidato alla Camera con l’Udc; Andrea Di Martino, candidato alla Camera con Sel; e Francesco Minicucci, candidato alla Camera con “Fare per fermare il declino”

“La Confindustria delle idee” interroga la classe dirigente di domani

Grande successo per il forum che ha visto ritrovarsi insieme, davanti ai rappresentanti del panorama produttivo reggino, Andrea Cuzzocrea, presidente di Confindustria Reggio Calabria; Alberto Sarra capolista alla Camera con “Grande Sud”; Paolo Zagami, candidato alla Camera con “Scelta Civica con Monti”; Nico D’Ascola, candidato al Senato con il Pdl; Pietro Fuda, capolista al Senato con Centro democratico; Francesco Candia, candidato alla Camera con l’Udc; Andrea Di Martino, candidato alla Camera con Sel; e Francesco Minicucci, candidato alla Camera con “Fare per fermare il declino”



Un confronto fondato su analisi accurate e consapevoli dei temi in agenda e sull’indicazione di soluzioni chiare, semplici e immediatamente fruibili da parte dei cittadini. Da questi presupposti ha preso le mosse il forum “La Confindustria delle idee”, che ha messo uno accanto all’altro i candidati calabresi delle diverse liste, sui problemi di oggi e sulle soluzioni di domani. Impegni concreti immediatamente sottoponibili alla lente rigorosa del “fact checking”, la metodologia in uso nel mondo anglosassone per toccare con mano il lavoro e quindi l’autorevolezza dei rappresentanti istituzionali. Una formula assolutamente innovativa ha visto ritrovarsi insieme, davanti ai rappresentanti del panorama produttivo reggino, Andrea Cuzzocrea, presidente di Confindustria Reggio Calabria; Alberto Sarra capolista alla Camera con “Grande Sud”; Paolo Zagami, candidato alla Camera con “Scelta Civica con Monti”; Nico D’Ascola, candidato al Senato con il Pdl; Pietro Fuda, capolista al Senato con Centro democratico; Francesco Candia, candidato alla Camera con l’Udc; Andrea Di Martino, candidato alla Camera con Sel; e Francesco Minicucci, candidato alla Camera con “Fare per fermare il declino”.

Nell’ambito di una campagna elettorale segnata dalla mancanza di contenuti e per contro, dalle solite contrapposizioni dialettiche, “abbiamo intrapreso un percorso – ha detto in apertura il presidente Cuzzocrea – che porterà Confindustria a svolgere un ruolo di vera e propria spina nel fianco degli attori istituzionali, per cercare di avere risposte concrete e alimentare quei temi cruciali per il rilancio economico del nostro territorio”.

Primo step di questo nuovo corso ha trovato una sintesi essenziale nel forum attraverso cui Confindustria ha interrogato la futura classe dirigente nazionale su questioni di scottante attualità per la provincia reggina, quali il porto e il rigassificatore di Gioia Tauro, il progetto della “Sei” per la realizzazione della centrale a carbone di Saline Joniche, l’accesso al credito, la malaburocrazia e la legalità.

Ampia convergenza sul fronte rigassificatore e centrale a carbone da parte di Sarra: “Il primo è un’opera indispensabile per tutta l’area in questione, specie sotto il profilo occupazionale, che certamente si farà. Su Saline nessuna preclusione, semmai occorre valutare anche la possibilità di vie alternative di tipo turistico. Dello stesso avviso Zagami: “Sul rigassificatore il governo Monti ha dimostrato di voler consolidare gli impegni presi per il proseguimento del progetto. La centrale a carbone avrebbe delle ricadute economiche enormi per tutta l’area. D’Ascola da parte sua ha affermato: “Sono Favorevole ad entrambi gli interventi per un contesto come quello calabrese e reggino in particolare, in cui spesso il pericolo infiltrazioni criminose costituisce l’alibi per non far nulla”. “Nessuna pregiudiziale su centrale e rigassificatore – ha sostenuto Candia – a patto di avere le opportune garanzie sulla sicurezza e l’impatto ambientale”. Secondo Fuda, inoltre, “dovremmo seriamente ragionare sulla possibilità di supersconti per l’energia in Calabria visto che ne produciamo cinque volte in più di quanto consumiamo”. Rigassificatore “opera decisiva – a detta di Minicucci – su cui è difficile tornare indietro”. Nettamente contrario ai due progetti invece Di Martino, per il quale “bisognerebbe puntare ad un generale riassetto del piano energetico regionale che guardi alle rinnovabili e alla produzione sul territorio delle relative tecnologie”.

Passando alla questione porto di Gioia Tauro sempre Di Martino ha evidenziato la necessità di “risolvere alcuni punti infrastrutturali e strategici, primo fra tutti l’asse dei trasporti, per porre fine all’isolamento della Calabria”. Qualsiasi area del mondo con quel porto “avrebbe già fatto di Gioia – ha detto Minicucci – il punto centrale della propria economia”. Secondo Candia il porto è uno dei temi più importanti “anche se trenta parlamentari sono davvero pochi per una proficua interlocuzione istituzionale, rispetto ad altre aree del Paese”. Occorre riflettere, ha proseguito Fuda, “sugli interventi già attuati che non hanno però prodotto alcun risultato, su tutti la situazione dei trasporti da e per Gioia”. Proprio il tema dell’isolamento, a detta di D’Ascola, “costituisce uno dei maggiori freni per Gioia che avrebbe bisogno di una riorganizzazione delle infrastrutture interne, una fiscalità agevolata e un quadro dei trasporti molto meno penalizzante da quello offerto oggi da Trenitalia”. Il rilancio del porto di Gioia passa “attraverso l’allargamento degli investimenti – ha sottolineato Zagami – e una robusta attività di marketing territoriale”. Su quest’ultimo punto si è detto d’accordo anche Sarra che ha anche rilevato “l’esigenza di un centro scambi nazionale e internazionale con un’area stoccaggio a fiscalità agevolata”.

Caldissimo anche il tema dell’accesso al credito che – ha osservato Candia – “non può essere affrontato solo pensando a un intervento dello Stato laddove gli istituti bancari non ce la fanno a fronteggiare il rischio”. Dar vita ad un grande sistema di Confidi, ha sottolineato Fuda, per un Sud “che non ha più banche e che per questo avrebbe bisogno di una deroga sul Patto di stabilità”. Un’emissione straordinaria da parte dello Stato “per far fronte – ha rilanciato Di Martino – ai crediti che le imprese vantano nei confronti delle pubbliche amministrazioni”. Non solo impossibilità di accesso, ha puntualizzato Minicucci, “ma bisogna affrontare la questione delle imprese che vengono espulse dal sistema del credito e che vanno incontro ad un default irreversibile”. Credito e crescita sono fattori inscindibili per D’Ascola “specie in un territorio come il nostro dove i soldi vengono rastrellati e inviati al Nord. Ritengo che in questa fase sia quanto mai necessario attuare un controllo pubblico sull’attività delle banche”. Impensabile ha ribadito Sarra “che il costo del denaro nel Mezzogiorno sia notevolmente maggiore rispetto al nord. Non più prorogabile l’istituzione di una banca del sud”. Accanto ad una specifica linea di credito per il sud ha poi rilanciato Zagami “è necessario che le imprese calabresi si aprano ai processi di internazionalizzazione del mercato”.

Sul versante legalità, infine, grande attenzione è stata riservata a quegli strumenti amministrativi che condizionano l’attività delle imprese. No alla cultura del sospetto, ha rimarcato Sarra, “accanto alla necessaria opera di repressione bisogna valutare ogni singolo caso senza per questo imporre un isolamento totale alle imprese. Indispensabile un intervento legislativo per rivedere lo stesso sistema delle interdittive antimafia”. Favorire le aziende pulite è una priorità per Zagami che ha anche ricordato i punti dell’agenda Monti “per una revisione del falso in bilancio, del conflitto d’interessi e del cosiddetto sistema dei certificati antimafia”. La difesa della legalità “non deve passare – ha osservato D’Ascola – attraverso una riduzione delle garanzie e quindi processi rapidi e spiccioli. L’oggetto del sospetto, inoltre, deve riguardare una fattispecie direttamente riconducibile all’imprenditore interessato e non, come accade oggi, magari ad un suo lontano congiunto”. Inaccettabile secondo la valutazione di Fuda “che l’interdittiva agisca ad intermittenza stabilendo a fasi alterne che un’impresa prima sia in regola e un minuto dopo non lo sia più”. L’interdittiva per Di Martino, “non può essere emessa da un organo monocratico e soprattutto deve valere su tutto il territorio nazionale”.