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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Premio nazionale Panunzio a Simona Polimeni Menzione speciale a Bruno Brancati

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REGGIO CALABRIA – La passione per la Costituzione e per il Diritto ha dato impulso ad un significativo moto d’intelletto destinato ad accrescere la conoscenza e a qualificare il contributo offerto, e quello ancora da offrire, alla comunità. Questa è la storia di due giovani studiosi, Simona Polimeni e Bruno Brancati, entrambi di Reggio Calabria e rispettivamente formatisi presso l’università Mediterranea di Reggio Calabria e presso l’università di Pisa. Loro sono tra i rappresentanti della Calabria delle eccellenze, destinataria di un recente autorevole riconoscimento nazionale. Nella cornice del palazzo dei Congressi di Firenze, in occasione del XXXIII convegno annuale dell’Associazione Italiana dei Costituzionalisti (Aic), è stato infatti assegnato a Simona Polimeni, classe 1989, il premio Opera Prima e a Bruno Brancati, classe 1988, la menzione speciale nell’ambito del concorso nazionale in onore della memoria di Sergio Paolo Panunzio che ogni anno l’Associazione Italiana Costituzionalisti (Aic), nata nel 1985 allo scopo di “favorire l’approfondimento dello studio e dei metodi d’insegnamento del diritto costituzionale promuovendo e coordinando incontri tra studiosi e ricerche collettive”, ricorda con questa manifestazione.

 

Riservato a giovani studiosi di Diritto costituzionale e istituito nel 2007, in accordo con la moglie del compianto professore Sergio Panunzio, Elisa Zannoni, il Premio onora la memoria dell’indimenticato presidente dell’Aic, anche docente di diritto costituzionale nelle Università di Perugia, Bari, Roma Tor Vergata e Roma LUISS, attraverso un contributo concreto ai giovani studiosi meritevoli.

 

Simona Polimeni, assegnista in Diritto Costituzionale per la ricerca su “I diritti sociali nello ‘spazio giuridico europeo’, le sfide attuali e le prospettive” presso l’università Mediterranea di Reggio Calabria, dove si è laureata e dove prosegue il suo percorso accademico, ha vinto il premio Opera Prima per la pubblicazione Controlimiti e identità costituzionale nazionale. Contributo per una ricostruzione del ‘dialogo’ tra le Corti (Editoriale Scientifica, Napoli, 2018). Nella sua monografia l’autrice “affronta un tema di particolare interesse e di stringente attualità, trattato in modo equilibrato e completo, dimostrando apprezzabile attitudine all’analisi giuridica e prospettando una ricostruzione attenta e meditata”, si legge nella motivazione del premio. Autrice di numerosi articoli pubblicati su riviste giuridiche, Simona Polimeni collabora, nel corso di laurea in Scienze Economiche presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, come Cultrice della materia alle attività delle Cattedre di Diritto Costituzionale I e Diritto Costituzionale II, Diritto Pubblico Comparato, Dottrina dello Stato, Giustizia Costituzionale, Diritto Regionale, Diritto Pubblico. Partecipa regolarmente all’attività didattica delle Cattedre tenendo seminari, ricevimenti studenti settimanali e prendendo attivamente parte, come membro della Commissione, agli esami delle discipline costituzionalistiche. “Sono stata molto onorata di ricevere questo riconoscimento, che mi stimola ad un impegno futuro ulteriore e che riaccende la speranza di aver contribuito, pur nel mio piccolo, ad aggiungere un tassello in più alla riflessione scientifica su un tema a me molto caro e credo estremamente attuale. I controlimiti – ha spiegato Simona Polimeni – sono strumenti da sempre concepiti come ‘difensivi’ e ‘oppositivi’ ed io confido, invece, che possano divenire ‘dialogici’ ed essere utilizzati per migliorare i rapporti tra Carte nazionali, sovranazionali e internazionali e Corti dei diversi livelli ordinamentali, per contribuire a riconoscere nella tutela dei Diritti Fondamentali il linguaggio comune da adottare”, ha evidenziato Simona Polimeni.

 

Bruno Brancati, originario di Reggio Calabria, laureatosi presso l’università di Pisa dove prosegue il suo percorso accademico, è stato insignito della menzione speciale per la pubblicazione Tra diritti sociali e crisi economica. Un equilibrio difficile per le Corti Costituzionali (Pisa University Press 2018). Bruno Brancati, diplomatosi a Reggio Calabria ha proseguito i suoi studi presso la Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna e l’Università di Pisa. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Giustizia costituzionale e diritti fondamentali nel 2016 presso l’Università di Pisa e l’abilitazione da Professore associato in diritto costituzionale (23 luglio 2018-23 luglio 2024). Per un periodo, ha esercitato anche la professione d’avvocato a Milano.

Nel complimentarsi con la concittadina Simona, anche Bruno Brancati si è detto molto emozionato per il riconoscimento. “Mi sono impegnato molto per scrivere il libro e l’ho fatto con passione. Per questa ragione – ha spiegato Bruno Brancati – la prestigiosa menzione ha per me un significato ancora più importante. Il tema dell’impatto sui diritti sociali delle politiche di austerità, adottate nel contesto della crisi economico-finanziaria europea, e quello in particolar modo della valutazione e del giudizio che le corti costituzionali hanno espresso su queste politiche, sono di grande attualità. Essi si pongono al crocevia di cambiamenti epocali, motivo per il quale sono per me argomenti molto stimolanti e interessanti”, ha sottolineato Bruno Brancati. Ancora molto legato alla sua terra di origine, seppur da un rapporto di amore e odio, egli dichiara: “A volte la Calabria si mostra aspra, ingiusta e spietata sia nei confronti dei calabresi che continuano a viverci, sia nei confronti di quelli se ne sono andati. Altre volte mi rendo conto di quanto sia una terra meravigliosa, ricca di un senso di umanità che in altri posti è ormai dimenticato, una terra sapiente che ha molto da insegnare, per il suo passato e il suo presente. Io ho vissuto fuori della Calabria per un lasso di tempo molto significativo, ma ogni volta che vi faccio ritorno sento istintivamente un legame viscerale che mi fa sentire appartenente a questo spicchio di mondo”.

 

Lo sguardo al futuro dei due giovani studiosi è quello di un’intera generazione che ha dovuto imparare a convivere con l’incertezza. “Viviamo tempi di forte precariato nel mondo del lavoro, e l’ambiente accademico non fa eccezione. Dunque è davvero difficile pianificare. Sicuramente – ha dichiarato Simona Polimeni – vorrei restare nella mia città, e sarei felice, finché questo sarà possibile, di continuare a contribuire, nel mio piccolo, alla formazione dei nostri giovani, in una terra così bella e difficile com’è la nostra, in cui conoscere e difendere la legalità costituzionale può davvero fare la differenza Concludo ricordando a me stessa una frase di Ignazio di Loyola a me molto cara, che vorrei rivolgere come augurio a tutti gli studiosi o aspiranti tali, giovani e meno giovani: ‘Non il molto sapere sazia l’anima, ma il sentire e gustare le cose internamente’. Con questo spirito, spero di poter continuare, nei prossimi anni, a dare il mio piccolo contributo alla comunità scientifica, in un vivace e proficuo scambio di idee”, ha concluso Simona Polimeni.

Anche per Bruno Brancati pensare al futuro non è cosa facile. “Sento molto il senso di precarietà che affligge la mia generazione e che, da un punto di vista culturale e spirituale, a volte sembra essere diventato la cifra della nostra cultura (almeno di quella occidentale in cui siamo immersi). In questi anni mi sono dedicato molto al percorso universitario e questo impegno ha dato finora i suoi frutti. Spero di poter continuare”, ha concluso Bruno Brancati.