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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 25 APRILE 2024

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Precari della ricerca, interviene Laura Ferrara (M5S) “Si potrebbe configurare l'abuso di contratti flessibili da parte degli enti pubblici”. La Commissione europea risponde all'eurodeputata. L'Italia a rischio infrazione

Precari della ricerca, interviene Laura Ferrara (M5S) “Si potrebbe configurare l'abuso di contratti flessibili da parte degli enti pubblici”. La Commissione europea risponde all'eurodeputata. L'Italia a rischio infrazione
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BRUXELLES – «Presto la Commissione europea, anche tramite il
pronunciamento della Corte di Giustizia dell’Ue, dovrà adottare una
posizione ufficiale rispetto alla questione dei precari della Ricerca che
vivono da anni il disagio di una condizione lavorativa appesa sul filo
dell’incertezza e della discriminazione». Lo fa sapere l’eurodeputata Laura
Ferrara facendo riferimento alla risposta della Commissaria Marianne
Thyssena alla sua interrogazione dello scorso dicembre.
La parlamentare europea informava la Commissione come in Italia numerosi
ricercatori impiegati in istituti pubblici, nel solo Cnr 4500 dipendenti su
oltre 11500 in servizio, prestano la propria attività lavorativa attraverso
il reiterato ricorso a contratti a tempo determinato, contratti di
collaborazione coordinata e continuativa, contratti part-time e assegni di
ricerca.
«Gli istituiti di ricerca abusano di queste tipologie contrattuali in pieno
contrasto con quanto previsto con la direttiva 1999/70/CE – precisa la
Ferrara – ed è quanto sta valutando la stessa Commissione. Nella risposta
alla mia interrogazione, infatti, si fa espressamente riferimento alla
clausola 5 (Misure di prevenzione degli abusi) dell’Accordo quadro sul
lavoro a tempo determinato.
In ambito europeo c’è una forte spinta al contrasto a queste forme di
abusivismo di contratti flessibili negli enti pubblici e l’Italia si
sarebbe dovuta allineare a quanto previsto dalle normative europee. Si
corre il rischio di rientrare in una procedura d’infrazione da parte di
Bruxelles già per non aver inserito gli istituti di ricerca nel decreto
legislativo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche.
La Commissione mi informa inoltre – continua la pentastellata – che la
posizione ufficiale rispetto alla questione arriverà attraverso il
pronunciamento della Corte di giustizia dell’Unione europea, appellata a
settembre 2016 dal Tribunale di Trapani che già contestava la difformità
della normativa italiana rispetto a quella europea.
Mi auguro che in Italia ci si adegui ai dettati comunitari – conclude Laura
Ferrara- che vi sia una effettiva tutela di questa categoria di lavoratori,
spina dorsale della buona ricerca nel nostro Paese ma che da troppo tempo
subisce trattamenti economici, previdenziali e di certezza del proprio
futuro lavorativo, di forte discriminazione con chi ha un contratto a tempo
indeterminato. Ci sono ricercatori che hanno alla spalle oltre venti anni
di precariato, condizioni chiaramente limitative anche per la qualità del
lavoro dei nostri Istituti di ricerca».