Nel 2004 in un agguato mafioso a Paola morì Tonino Maiorano, ma la vera vittima doveva essere Giuliano Serpa. L’artefice dei quel delitto è Gennaro Ditto: stava scontando a Messina la pena a vita ma il magistrato di sorveglianza ha accolto la richiesta del legale secondo il quale nessun centro detentivo è in grado di curare l’atarassia cerebellare

Uccise la vittima sbagliata, ergastolano liberato perchè affetto da malattia neurovegetativa

Nel 2004 in un agguato mafioso a Paola morì Tonino Maiorano, ma la vera vittima doveva essere Giuliano Serpa. L’artefice dei quel delitto è Gennaro Ditto: stava scontando a Messina la pena a vita ma il magistrato di sorveglianza ha accolto la richiesta del legale secondo il quale nessun centro detentivo è in grado di curare l’atarassia cerebellare

Gennaro Ditto, detenuto presso la Casa Circondariale di Messina dove stava scontando la condanna all’ergastolo per essere stato condannato dalla Corte di Appello di Catanzaro quale mandante dell’omicidio di Tonino Maiorano avvenuto a Paola 21 luglio 2004, è stato scarcerato, su istanza dell’ avvocato Antonino Napoli, dal Magistrato di Sorveglianza di Messina per gravi motivi di salute. L’avvocato Antonino Napoli, difensore del Ditto, con un’istanza rivolta al Magistrato di Sorveglianza, aveva evidenziato l’incompatibilità tra la patologia di atassia cerebellare, di cui è affetto il proprio assistito, e la detenzione carceraria. In seguito alla istruttoria disposta presso il centro clinico di Messina ed una perizia richiesta dal Magistrato di Sorveglianza si è accertato che nessun centro clinico carcerario è in grado di fornire al Ditto tutte le terapie e le cure prescritte in considerazione della gravità della patologia degenerativa e, pertanto, gli è stato concesso, nonostante la gravità dei reati contestati, il beneficio della detenzione domiciliare. Tonino Maiorano, era stato ucciso per errore, al posto di Giuliano Serpa, ora collaboratore di giustizia, in un agguato mafioso a Paola nell¹ambito di uno scontro tra le locali cosche rivali appoggiate, a vario titolo, da quelle cosentine. Gennaro Ditto, imputato anche nel processo Tela del Ragno, si trova ora a scontare la sua pena presso la sua abitazione a Paola.