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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 16 MAGGIO 2024

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Nuova bacchettata di Marziale ai vescovi che coprono i preti pedofili "La Chiesa deve agire e non fare solo chiacchiere per tutelare i minori"

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La prostituzione minorile sta raggiungendo livelli sempre più pericolosi ed inaccettabili, non solo per i tanti episodi gravi di per se, ma anche per la cortina fumogena. L’eccessivo distanziamento delle regole del rispetto verso i minorenni, i quali non ricevono la protezione adeguata, porta alla negligenza, e questa è una piaga. Come quella di alcuni vescovi che omettono le protezioni che la chiesa gli “impone”, in quanto luoghi di aggregazione sociale ed umanitaria, cui aggiungerei la protezione per il sollievo e la serenità dell’anima. Quell’anima intesa come coscienza morale, incorruttibile e sincera, che trova il suo fondamento nella verità.

In questa regione sono accaduti due eventi drammatici in alcune parrocchie, riguardanti casi di prostituzione minorile: una ha coinvolto la diocesi di Oppido-Palmi retta dal vescovo Francesco Milito e l’altra la diocesi di Melito-Nicotera-Tropea retta dal vescovo Luigi Renzo. Proviamo a trovare le differenze? Il primo caso vede protagonista un sacerdote, Antonello Tropea, arrestato e condannato a quattro anni perché intratteneva rapporti sessuali a pagamento con dei minorenni, spacciandosi per un’altra persona. Il vescovo Milito, da come si legge nelle carte giudiziarie, sembra coprire questo sacerdote, addirittura consigliandogli di non parlare con i carabinieri. Subito dopo la notizia dell’arresto, Milito non solo non lo ha sospeso, ma ha addirittura invitato i fedeli a pregare per Tropea. Fortunatamente, il comunicato poi è stato ritirato, riveduto e corretto. Ad oggi di Antonello Tropea, si sa solo della condanna giudiziaria.

Nel secondo caso, protagonista è ancora un sacerdote, Felice La Rosa, arrestato perché, nel corso delle indagini, si è accertato che vi sono stati almeno tre incontri a scopo sessuale tra il prete e dei minori. “Il gip di Catanzaro, però – come riporta La Stampa – ha ritenuto sussistenti gli elementi solo per un episodio con un ragazzo straniero di 15 anni. Don Felice per quell’incontro ha pagato 50 euro, 30 al ragazzino e 20 a un cittadino bulgaro, anche lui arrestato ieri, che faceva da mediatore”. In questo caso il vescovo Renzo ha immediatamente sospeso senza esitare un attimo “a divinis” il sacerdote arrestato. Ovviamente, rispettosi del fatto che anche per i sacerdoti in questione vale la presunzione di innocenza, ma consapevoli che la legge morale è un’altra cosa, non meno importante della prima. La differenza in tutto ciò qual è? che ci sono dei vescovi che hanno in sè, la sensibilità di tutelare la chiesa come luogo di aggregazione sociale e di protezione a tutela dei minori coinvolti in questi crimini “contro Dio”, prendendo seri provvedimenti mentre altri prendono tempo e non agiscono.

Questa redazione ha sempre posto seri paletti alla ricerca della verità per cercare di capire queste ingiustizie, essendo sensibile alla tutela ed alla protezione sacrosanta dei minori. E sono da ritenersi apprezzabili le parole del Garante per l’Infanzia Antonio Marziale, il quale nell’ambito della “Giornata mondiale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, prende posizione asserendo ed elogiando “il vero volto della Chiesa”, quella che agisce e mostra sensibilità ricettive e di protezione verso i minori e “non chiacchiere”. Parte poi l’attacco, anche se non viene mai menzionato alcun nome, nei confronti di “qualche” vescovo, non meglio precisato, in cui afferma testuali parole: “Perché c’è qualche vescovo che nonostante le evidenze e le condanne, non fa niente”. Le parole di Marziale sono apprezzabili e vanno nella stessa direzione che Approdonews ha intrapreso sin dall’inizio di questa bruttissima vicenda, senza fino ad oggi aver sortito l’effetto sperato. Azioni, le nostre, cadute come foglie morte su un terreno franoso.

La negligenza dei vescovi, così come ci ricorda anche Marziale, dev’essere punita, perché è stato proprio Papa Francesco a dirlo nel suo “Motu proprio”, appunto contro i vescovi negligenti che coprono gli abusi sui minori dentro la Chiesa. Nel Motu proprio si legge: “Come una madre amorevole la Chiesa ama tutti i suoi figli, ma cura e protegge con un affetto particolarissimo quelli più piccoli e indifesi: si tratta di un compito che Cristo stesso affida a tutta la Comunità cristiana nel suo insieme. Consapevole di ciò, la Chiesa dedica una cura vigilante alla protezione dei bambini e degli adulti vulnerabili”. La lettera apostolica di Francesco, resterà ancora inascoltata?

(GL)