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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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No metro: un vecchio progetto di una vecchia politica

No metro: un vecchio progetto di una vecchia politica

Per il M5S Rende sarà un nuovo scandalo, l’Expo del sud

No metro: un vecchio progetto di una vecchia politica

Per il M5S Rende sarà un nuovo scandalo, l’Expo del sud

 

Ci ritentano. I partiti politici non riescono a rinunciare
all’ultima occasione per fare una grande abbuffata di soldi pubblici, prima
che il Movimento 5 Stelle li mandi tutti a casa. E così hanno rivolto il
loro appetito famelico verso i 160 milioni della metropolitana leggera
Cosenza-Rende, che i partiti vorranno gestire alla loro solita maniera:
occupazione delle poltrone, consigli di amministrazione e consulenti
strapagati, gestione partitica del denaro pubblico, interessi privati e
becero clientelismo.

In questi giorni abbiamo visto schierarsi a favore della metropolitana
Principe e i fratelli Gentile, vecchi amici, uniti nel sostenere questo
progetto inutile, dannoso, sovradimensionato, un’opera voluta
esclusivamente per gli interessi di pochi e contro gli interessi dei
cittadini, un’opera vecchia, una soluzione tecnologica obsoleta, voluta
unicamente dai soliti dinosauri della politica rendese e cosentina . E così
Principe, burattinaio del candidato a sindaco Verre a Rende, pochi giorni
fa lodava l’opera, proprio mentre uno dei due fratelli Gentile (che a Rende
hanno come marionetta candidato a sindaco l’avvocato Manna), assessore ai
lavori pubblici della Regione, pubblicava nuovamente il bando per la
realizzazione della metropolitana, andato deserto sei mesi fa.

E sono tanti i motivi per cui il Movimento 5 Stelle di Rende è contrario
alla realizzazione di quest’opera, a cominciare dalla previsioni economiche
totalmente sbagliate. E’ immaginata, infatti, un’utenza di 40mila unità al
giorno ed un flusso di circa 2.500 passeggeri l’ora nella tratta più carica
(ed è già una previsione che ci lascia decisamente perplessi, perché
nettamente sovrastimata). Ma un progetto del genere trova giustificazione
solo per livelli di domanda dell’ordine di 100-200mila passeggeri al giorno
e per flussi orari di 5.000-10.000 passeggeri. Per avere un’opera che possa
mantenersi economicamente l’area interessata dovrebbe avere 300-400mila
abitanti mentre l’intera area urbana di Cosenza arriva a 120mila unità. Il
costo di gestione preventivato è nell’ordine di 3 milioni di euro annui. Da
questi dati si può facilmente intuire che, pur se i 160 milioni iniziali
potrebbero essere forniti interamente dalla Comunità Europea, il
mantenimento di quest’opera faraonica aggraverebbe in pochissimi anni i
conti già disastrati del nostro comune, non avendo il progetto la
possibilità di auto sostenersi con il ricavo dei biglietti.

Ma è totalmente sbagliato anche il percorso proposto per la metropolitana,
che a Cosenza farebbe ripiombare nell’isolamento via Popilia e a Rende
sventrerebbe le due arterie principali, SS 19 e SS 19 bis, con un elemento
infrastrutturale rigido, le rotaie in ferro, che opererebbe un taglio
profondo nel tessuto urbano. Dell’esperienza di altre città va fatto
tesoro: a Messina, una città di 280 mila abitanti, come a Salerno e a
Cagliari, c’è stato un aumento vertiginoso della tassazione per far fronte
alle spese ed il fallimento delle società che gestivano la metropolitana
urbana. A Messina, in particolare, la realizzazione di un progetto simile,
oltre a svuotare le casse del Comune, ha prodotto danni ingenti nel tessuto
urbano, facendo perdere a interi quartieri la loro stessa identità. E se
ricordiamo ancora che sempre a Messina, ma anche a Firenze, ci sono voluti
circa 5 anni per costruire una analoga linea di soli 7 km, quanto tempo ci
vorrà in una regione come la Calabria per completare i 19,3 km previsti? La
domanda diventa fondamentale visto che l’Europa pretende che l’opera sia
completata entro il 2015, in un solo anno e mezzo. E così, come già fatto
notare a settembre 2013 tramite un’interrogazione parlamentare dei nostri
portavoce del M5S, il rischio è che la procedura, avviata con grave ritardo
dalla Regione Calabria, potrebbe comportare il mancato rispetto delle norme
comunitarie, provocando il mancato riconoscimento delle spese sostenute con
conseguente disimpegno dei fondi e l’obbligo di restituzione da parte
dell’Italia all’Unione Europea.

Ma ancora fortissimi dubbi ci sono venuti dalla gestione di questo nuovo
bando regionale per la progettazione esecutiva e la realizzazione della
metropolitana Cosenza-Rende. Non abbiamo potuto fare a meno di notare,
infatti, che mentre la competenza del vecchio bando era della Stazione
Unica Appaltante, presieduta dal generale di Corpo d’Armata dei Carabinieri
Antonio Rizzo, il responsabile di questa nuova procedura è diventato invece
l’Ing. Capristo, un dirigente esterno, cioè non vincitore di concorso ma
nominato dalla politica, di cui è stato facile ricavare informazioni molto
preoccupanti. Sul suo conto sono stati sollevati vari dubbi per
l’annullamento di un bando sull’edilizia sociale, 155 milioni di euro di
finanziamenti destinati a creare 4mila alloggi sociali di edilizia
residenziale da offrire in locazione o proprietà a soggetti appartenenti a
particolari categorie sociali disagiate. L’ingegnere stesso era il
progettista di una ditta esclusa nel primo bando annullato e, casualmente,
prima classificata nel nuovo bando e beneficiaria così di uno degli
interventi più appetibili tra quelli finanziati.

Alla luce di tutti gli elementi che abbiamo evidenziato siamo convinti che
il mega progetto possa rappresentare un boomerang pronto a colpire l’Area
Urbana, le casse dei Comuni interessati, pregiudicando – infine – l’assetto
urbanistico dell’hinterland. Crediamo, soprattutto, che la gestione
partitica abbia già fatto danni ingenti e non più sopportabili da noi
cittadini e che sia necessario un cambiamento profondo nel modo di
amministrare i soldi pubblici. Bisogna consultare i cittadini
coinvolgendoli nelle decisioni che non devono mai più essere solo subite, e
noi ci opporremo in tutti i modi a questa ennesima opera inutile e
disastrosa sotto molti punti e che ci sembra possa diventare abbastanza
simile al recente scandalo Expo, con le ruberie e gli imbrogli che tutti
ormai conosciamo ad opera del partito unico.

Siamo assolutamente convinti che, soprattutto in questo caso, si possano
adottare soluzioni meno costose e più efficaci, puntando su un sistema di
mobilità sostenibile di ultima generazione meno invasivo, meno dispendioso
e sicuramente più gradito alla popolazione, almeno quanto lo scampato
pericolo dell’ennesimo spreco di risorse.