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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Nicolino Panedigrano: “Il neo commissario al Piano di rientro dell’Asp di Catanzaro è incompatibile”

Nicolino Panedigrano: “Il neo commissario al Piano di rientro dell’Asp di Catanzaro è incompatibile”

“Perché anche lui, come Mancuso, è dipendente della stessa Asp e non può diventarne il capo, ma è incompatibile anche, e forse soprattutto, perché proprio in questo periodo si trova in prima persona al centro della poco chiara vicenda del trasferimento dalla Mater Domini al nostro Ospedale di quasi tutto il suo reparto di Audiologia e Foniatria”

Nicolino Panedigrano: “Il neo commissario al Piano di rientro dell’Asp di Catanzaro è incompatibile”

“Perché anche lui, come Mancuso, è dipendente della stessa Asp e non può diventarne il capo, ma è incompatibile anche, e forse soprattutto, perché proprio in questo periodo si trova in prima persona al centro della poco chiara vicenda del trasferimento dalla Mater Domini al nostro Ospedale di quasi tutto il suo reparto di Audiologia e Foniatria”

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Al neo Commissario al Piano di Rientro, Gen. Pezzi, va riconosciuta una rigorosa coerenza. Forte del parere dell’Avvocatura dello Stato, aveva sostenuto che le reggenze provvisorie dei posti vacanti di Direttore Generale delle Aziende Sanitarie dovevano andare più anziani tra i Direttori Sanitari e i Direttori Amministrativi delle varie Aziende e, appena insediatosi, ha provveduto ad affidare la reggenza dell’ASP di Catanzaro al Direttore Sanitario, Dr Catalano, più anziano del Direttore Amministrativo. E, sempre in coerenza, ha sottolineato che si tratta di reggenza “fino a nuova determinazione”. Noi però aspettiamo con ansia la sua annunciata nuova determinazione, perché il Dr Catalano a quel posto proprio non può restare, in quanto va assommando incompatibilità ad incompatibilità.
Il dr. Catalano è incompatibile, innanzitutto, perché anche lui, come già il suo amico Gerardo Mancuso, è dipendente della stessa ASP e non può diventarne il capo, in quanto la legge lo vieta per scongiurare intuibili e insanabili conflitti di interesse. Ma è incompatibile anche, e forse soprattutto, perché proprio in questo periodo si trova in prima persona al centro della poco chiara vicenda del trasferimento dalla Mater Domini al nostro Ospedale di quasi tutto il suo reparto di Audiologia e Foniatria che Mancuso mise in piedi nel 2012 salutandolo come il portentoso avvento dell’Orecchio Bionico.
La vicenda è questa. Per il trasferimento di quel reparto, con annessi tecnico audiometrista, tecnico logopedista e infermiere professionale, il buon Mancuso spese sull’unghia 500 mila euro, per creare a Lamezia solo un doppione del reparto rimasto alla Mater Domini. Creò, però, anche le condizioni per favorire nella nomina a Direttore Sanitario Aziendale proprio lo stesso Dr. Catalano, che -ma è solo un puro caso!- si era candidato alle elezioni regionali del 2010 nella lista Scopelliti Presidente. Ora alla vicenda si è aggiunto uno strascico ancor più inatteso. Qualche mese fa, dopo soli due anni, l’ex direttore Mancuso ha deciso di rimandare a Catanzaro il Dr Catalano e l’intero suo reparto, senza però spiegarci il perché e senza darci conto di quanto tutta questa operazione di andata e ritorno sia costata all’ASP (a occhio e croce non meno di 3 milioni di euro), né cosa di buono abbia prodotto alla collettività.
Forse ora come reggente dell’ASP qualche spiegazione ce la potrebbe dare lo stesso dr. Catalano. Che però non deve metter becco e non deve muover un dito rispetto all’operazione del suo ritorno alla casa madre di Catanzaro. Perché è bene che sappia che ha gli occhi di tutti i cittadini puntati addosso; almeno fino a quando una nuova e molto attesa determinazione del Commissario Pezzi non lo avrà rimosso.
Anzi, il dr. Catalano accetti per una volta un nostro consiglio. Appena superata quell’emergenza della firma degli stipendi per la quale gli è stata affidata la reggenza, si faccia spontaneamente da parte presentando le proprie dimissioni a motivo di queste sue palesi incompatibilità. E si affidi così “con spirito di servizio” al suo nume tutelare, Assessore Regionale Tallini, il quale ha la possibilità di accoglierlo, ancora per poco si spera, sotto le sue amorevoli ali protettive.
Nicolino Panedigrano