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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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“Migliaia di agricoltori dovranno pagare una tassa ingiusta ed iniqua come l’Imu” Il Movimento Cinque Stelle ha comunque votato contro il decreto del Governo

“Migliaia di agricoltori dovranno pagare una tassa ingiusta ed iniqua come l’Imu” Il Movimento Cinque Stelle ha comunque votato contro il decreto del Governo
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«Si è consumato stamattina, nell’aula di Montecitorio, l’assalto alla
terra del Governo Renzi, che con il decreto appena approvato costringerà
migliaia di agricoltori a pagare una tassa ingiusta ed iniqua come l’IMU».
Oggi, durante la dichiarazione finale del provvedimento, il Movimento
Cinque Stelle ha votato contro il decreto del Governo che reintroduce
l’imposta sui terreni agricoli, ed ha esposto in Aula cartelli con su
scritto “No IMU, la terra non si tassa”.

«Una vera e propria patrimoniale sulla terra – proseguono il deputato M5S
Paolo Parentela – nata solo per coprire lo spot degli 80 euro del Governo
Renzi (che tra l’altro si è rivelato un fallimento: ci si aspettava un
+15%, ma si è registrato un misero +0,51% dei consumi) e applicata senza
considerare quello che dovrebbe essere l’unico vero elemento per
riorganizzare la fiscalità agricola: la reale redditività delle colture,
bensì basandosi su una classificazione altimetrica vecchia di vent’anni».

«Il Movimento 5 Stelle si è sin da subito opposto all’Imu agricola, al
principio della tassazione della terra, senza se e senza ma, in secondo
battuta abbiamo fatto proposte di buon senso, trovando coperture efficaci
che avrebbero evitato il colpo all’agricoltura e ai piccoli comuni, ma il
Governo ed il PD hanno detto sempre e soltanto no, accogliendo in calcio
d’angolo solo alcuni ordini del giorno, per i quali ci impegniamo sin d’ora
a verificare il rispetto nel corso dei prossimi mesi.

Avremmo voluto l’esenzione totale dei terreni agricoli, la revisione del
catasto agricolo e della classificazione Istat, l’esenzione per gli
agricoltori con meno di 15 mila euro di redditività annuale, il ripristino
delle agevolazioni IRAP – aggiunge Parentela – ma niente ha convinto la
maggioranza e per ogni proposta abbiamo ottenuto un diniego, assordante
quanto il silenzio del ministro dell’Agricoltura Martina, che non si è mai
fatto vedere in aula durante la discussione».

«Adesso il decreto è legge e allora ci auguriamo che i tanti sindaci PD
invitino lo stesso Renzi ad andare a riscuotere questo balzello, visto che
saranno costretti a chiederlo per coprire i buchi di bilancio. Glielo
spieghi Renzi a cittadini e piccoli agricoltori – conclude – come è stato
facile con una mano elargire gli 80 euro in busta paga e con l’altra
prenderne dalle singole tasche ancora di più».

Paolo Parentela