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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 16 MAGGIO 2024

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Manette in serie A. “E’ peggio del 2006”. Indagati eccellenti, c’è anche Vieri

Manette in serie A. “E’ peggio del 2006”. Indagati eccellenti, c’è anche Vieri

Conti: ‘Estraneo ai fatti’. Pm: ‘Non posso escludere ruolo societa”

Manette in serie A. “E’ peggio del 2006”. Indagati eccellenti, c’è anche Vieri

Conti: ‘Estraneo ai fatti’. Pm: ‘Non posso escludere ruolo societa”

 

 

(ANSA) Il giorno che non vuole finire mai. Per il calcio italiano, soprattutto per la Nazionale che si prepara all’Europeo. Cambia all’ultimo la lista dei 23 che partiranno per la Polonia, e questa volta non è questione di outsider o sorprese. E’ il blitz della polizia a Coverciano – mai successo in 101 anni di storia azzurra – a metter fuori dal gruppo Domenico Criscito. A far vacillare le certezze del ct Cesare Prandelli. A impaurire gli azzurri. A far dire a Daniele De Rossi, campione del mondo a Berlino, che “questa volta è peggio del 2006”. A portare la tempesta. La Serie A è sconvolta dall’arresto di Mauri e tanti altri, dalle perquisizioni a casa Conte. In quella della Nazionale azzurra, il centro tecnico di Coverciano, suona il campanello e sono le 6.20 del mattino. Qualche segnale era pur arrivato, ma quel blitz terribile degli agenti del Servizio Centrale Operativo, mandati dal pm di Cremona, giurano tutti che è stato una sorpresa assoluta. “Non so gli altri: io non avevo segnali”, dice Prandelli, che davvero non vuole far polemica sulle anticipazioni dei media. C’é un avviso di garanzia consegnato al 26enne difensore dello Zenit San Pietroburgo, uno degli ‘stranieri’ di questa Nazionale. Straniero in patria. Così si deve esser sentito alla fine delle tre ore di faccia a faccia con gli agenti, lui che doveva essere titolare fisso della difesa meno battuta d’Europa nelle qualificazioni a Euro 2012. E ora si trova all’improvviso fuori, travolto dalla bufera. “Avrebbe dovuto sopportare una pressione terribile all’Europeo, senza contare che l’avrebbero potuto chiamare durante il torneo”, dirà Prandelli, che ha faticato a spiccicar parola davanti al suo ragazzo, in lacrime sul suo letto mentre i compagni si cambiavano per l’allenamento. “Sono estraneo, i pm mi chiamino subito – la difesa di Criscito – A quel pranzo in cui sono stato fotografato io sono andato perché i tifosi volevano parlare del derby perso. Altro che ‘slavi’, quell’altro non lo conoscevo. I pm mi ascoltino subito. Sono certo che ne uscirò alla grande. Ma poi chi me lo ridà l’Europeo perso?”. Demetrio Albertini, vicepresidente Figc in prima linea nella lotta alle combine, ascolta: “Gli credo”. Ma è chiaro da subito a tutti che Criscito non può rimanere. C’é molto più del codice etico di cui la Nazionale si è fatta vanto. Ne è sicuro Prandelli, ne è convinto il presidente Giancarlo Abete informato all’alba da Albertini via telefono, sulla strada da Milano a Firenze. L’abbraccio finale agli ex compagni è pieno di commozione. Fuori dalla stanza ‘inviolabile’ ci sono Farina e Pisacane, i due giocatori di Lega Pro che hanno denunciato tentativi di combine: qualcuno sul blog li voleva all’Europeo, Prandelli li ha premiati con una chiamata a Coverciano. Scherzo del destino, “nel giorno meno adatto”, commentano i premiati. A Pisacane, compagno di partite da quando avevano 12 anni, Criscito regala la sua maglia azzurra. “Tanto all’Europeo non vado più…”. Anche Prandelli deve rimescolare le sue maglie. Senza Criscito, Balzaretti è senza più tentennamenti tra i 23. Soprattutto, va rivisto il progetto di portare tutti e sei gli attaccanti. “Ci sto ripensando, confesso”, ammette il ct. Non é detto si possa permettere il lusso, per far quadrare i conti, di togliere un difensore. Voleva dare la lista alle 13, con un giorno di anticipo: 23 per gli Europei, e due riserve previste per gli infortunati. Diventa la formula giusta per guadagnar tempo e capire. Il termine Uefa è oggi alle 12. Sono 25 gli azzurri che salgono sul bus da Firenze e Parma. A terra, oltre a Criscito, restano Viviano, Astori, Bocchetti, Schelotto, Verratti, Cigarini. Salgono Ranocchia e Destro-Borini, in odore di taglio. C’é Giaccherini che ha preso l’ultimo treno, e non è lo stesso scappato via a Criscito. C’é soprattutto Bonucci. La notizia di Cremona – anche lui indagato, ma gli atti vanno a Bari, che sulle accuse di Masiello lo ha già sentito due volte – arriva mentre la Nazionale è in viaggio, in coda a Barberino del Mugello. “Tutto a posto”, assicura lui a Prandelli. Ma Albertini si deve mettere di nuovo al lavoro. Per capire, e non sbagliare. Bonucci resta tra i 25. “Sarà all’Europeo, se sta bene”, ribadisce il ct. Quell’iscrizione è ritenuta dal Club Italia una sorta d’atto dovuto, non c’é un avviso di garanzia. C’é fiducia che non arrivi da Bari, che la posizione del difensore Juve sia più lieve. Hai calcolato il rischio che la notifica arrivi a Europeo in corso? chiedono a Prandelli in fondo a una giornata infinita. “In questo momento non è il mio pensiero”. La sua Italia ne ha già fatti tanti, e tutti brutti.

MANETTE SU SERIE A, PS IN ‘CASA ITALIA’

degli inviati Matteo Guidelli e Stefano Rottigni – Sono le 6.25 del mattino quando le auto della polizia entrano nel ritiro della Nazionale a Coverciano e spazzano via anche l’ultima ipocrisia. Il calcio che conta non è immune dal marcio e anzi ne è pieno fino al collo: il cancro del calcioscommesse è malattia che colpisce anche la serie A, i giocatori milionari che la frequentano, presidenti e tecnici. E come era evidente da mesi, saltato il tappo il pallone esplode: due nazionali indagati – Criscito e Bonucci, il primo resta a casa e non andrà agli Europei – insieme ad un ex illustre, Bobo Vieri, l’allenatore della Juve campione d’Italia Conte accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e alla frode sportiva, il capitano della Lazio Mauri in carcere con l’accusa di essersi venduto almeno due partite della sua squadra, il presidente del Siena Mezzaroma perquisito perché avrebbe pagato due giocatori di una squadra avversaria. Il vecchio Trap, che nel mondo del pallone ne ha viste tante, dice solo una parola: “devastante”. “E’ una giornata amara”, sono invece le parole del presidente della Figc Abete, che ora chiede giustizia veloce e in fretta mentre il ministro della Giustizia Paola Severino parla di “un fenomeno che va stroncato con tutta la decisione possibile, perché incide sulla nostra società in maniera estremamente negativa”. Con i provvedimenti di ieri – non certo “a orologeria”, come più d’uno pensa nel mondo del calcio anche se non lo dice esplicitamente, visto che erano già stati rinviati più volte e non certo per esigente investigative – la procura di Cremona chiude la terza fase dell’inchiesta nata più di un anno fa da un sonnifero messo dal portiere Paoloni nelle borracce dei compagni di squadra della Cremonese: un’indagine che ha già portato in carcere nomi noti – da Signori a Doni – e costretto la giustizia sportiva a riscrivere le classifiche. Cosa che il procuratore federale Stefano Palazzi dovrà fare anche stavolta, visto il coinvolgimento piuttosto chiaro di Lazio, Genoa, Siena e Lecce. I provvedimenti del gip Guido Salvini sono 19. In carcere finiscono 8 giocatori – oltre a Mauri, i nomi più in vista sono l’ex giocatore del Genoa ora al Padova Omar Milanetto e l’attaccante della Sampdoria (ex Novara) Cristian Bertani – mentre per altri tre sono stati disposti gli arresti domiciliari (tra loro Joelson) e l’obbligo di presentarsi all’autorità giudiziaria (Conteh e Ruopolo). In manette anche tre soggetti vicini ai calciatori e cinque ungheresi: secondo gli inquirenti sono la ‘cellula’ che ha sostituito il gruppo degli ‘zingari’ decimato dagli arresti dei mesi scorsi. Resta invece a piede libero l’attaccante del Genoa Giuseppe Sculli. Per lui la procura aveva chiesto l’arresto in quanto sarebbe stato al corrente delle combine sulle partite della sua squadra e avrebbe organizzato una raccolta di fondi per le scommesse. Pur non accogliendo la richiesta, il Gip ha però sottolineato la “consuetudine di Sculli” ad un certo tipo di comportamenti tali da “far ritenere stabile una sua disponibilità”. Ai provvedimenti del Gip si aggiungono 30 perquisizioni disposte dal pm Roberto Di Martino nei confronti di altrettanti indagati: Conte, Criscito e Mezzaroma, appunto, ma anche di altri giocatori ed ex giocatori – da Pellissier del Chievo a Bobo Vieri – e di dirigenti. Che negano un loro coinvolgimento, anche se le carte in mano agli inquirenti dicono il contrario. C’è poi un capitolo dell’indagine che chiama nuovamente in causa Beppe Signori: l’ex attaccante della Nazionale già finito in carcere a giugno è accusato di riciclaggio insieme ad altre tre persone. Sui loro conti in Svizzera sarebbero finiti soldi provenienti dall’organizzazione, frutto della vincita delle partite truccate. Gli inquirenti hanno infatti rintracciato grazie alla rogatoria due versamenti, uno da 289mila euro e uno da 435mila, finiti sul conto di una società con sede a Panama e poi smistati sui conti di Signori e dei suoi amici. Al di là dei numeri, quel che impressiona è lo spaccato che emerge dall’inchiesta e che il Gip sintetizza con un concetto molto chiaro: “inquinamento etico”. “L’insieme degli atti d’indagine, si pensi solo al numero dei giocatori e delle partite coinvolte e all’esistenza di accordi non solo tra singoli giocatori ma addirittura tra intere squadre – scrive Salvini nell’ordinanza – testimonia che l’inquinamento etico del mondo dei calciatori e forse anche di alcuni dirigenti non è stato episodico ma diffuso e ‘culturalmente’ accettato, in spregio ai principi di lealtà sportiva nei confronti dei tifosi innanzitutto”. Ma non basta: “non è sbagliato affermare che trafficanti come Ilievsky (uno dei capi degli ‘zingari’, ndr) o gli ungheresi di Zoltan Kenesey (capo degli ungheresi, arrestato, ndr) e i loro referenti asiatici, non abbiano introdotto il virus della corruzione in un ambiente pulito ma abbiano stimolato, fornito strumenti operativi e moltiplicato scelte di disonestà sportiva già mature”. In sostanza, conclude Salvini, “abbiano seminato un campo che era già dissodato e pronto ad accoglierli”. Dunque non è un caso che le indagini, ancora una volta, non sono concluse. Nelle perquisizioni sono stati sequestrati pc, telefoni ed estratti conto bancari, che dovranno essere analizzati. E non è affatto escluso che nei prossimi giorni possano esserci interrogatori eccellenti. “Solo una parte dello scenario retrostante l’intervento nelle partite più importanti è venuto alla luce” conferma il Gip nell’ordinanza. E il procuratore Roberto di Martino aggiunge: “il coinvolgimento delle società? Allo stato non possiamo escludere nulla”. Dunque, le auto della polizia escono da Coverciano, ma non è ancora finita.