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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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Lo sport come prevenzione sanitaria: una sana abitudine

Lo sport come prevenzione sanitaria: una sana abitudine

| Il 04, Giu 2012

Partecipazione e sincera commozione al Convegno dell’Associazione Italiana Arbitri e dell’associazione Neapolis Mediterranea

Lo sport come prevenzione sanitaria: una sana abitudine

Partecipazione e sincera commozione al Convegno dell’Associazione Italiana Arbitri e dell’associazione Neapolis Mediterranea

 

 

REGGIO CALABRIA – Ha avuto luogo presso la Sala Conferenze del Palazzo della Provincia di Reggio Calabria un importante convegno organizzato dall’Associazione Italiana Arbitri, sezione di Reggio Calabria, in collaborazione con l’associazione culturale Neapolis Mediterranea. Il convegno, dal titolo “Lo sport come prevenzione sanitaria”, nasce dalla convinzione che lo sport sia uno strumento utile a garantire la salute di chi lo pratica e di prevedere patologie anche gravi. Le recenti tragiche morti del calciatore Pier Mario Morosini e del pallavolista Vigor Bovolenta, solo per citare gli ultimi drammi consumati nel nostro paese, hanno richiamato nuovamente l’attenzione sui temi della sicurezza nella pratica sportiva e dei controlli sugli atleti. All’incontro hanno partecipato istituzioni illustri come l’assessore alla cultura e legalità della Provincia di Reggio Calabria, dott. Eduardo Lamberti-Castronuovo, il presidente del Coni Calabria Mimmo Praticò, la dott.ssa Labate, in rappresentanza dell’associazione culturale Neapolis Mediterranea e il presidente della sezione AIA di Reggio Calabria, Giacomo Idone, che oltre al ruolo istituzionale era presente come esperto di angiologia. Oltre alle istituzioni, era nutrita la presenza di relatori di rilievo, professionisti nel campo della medicina applicata allo sport, ovvero Renato Capurro, medico sportivo e docente della Scuola Regionale dello Sport, il cardiochirurgo Fabio Falzea, il dott. Domenico Pistone, lo psicologo Giuseppe Raso e lo pneumologo Salvatore Tripodi.

Dopo la presentazione dei relatori, effettuata dal giornalista Giampaolo Latella, per l’occasione mediatore dell’incontro, è toccato all’assessore Lamberti-Castronuovo dare il benvenuto ai presenti all’interno della prestigiosa sede provinciale. “Noto, con estremo dispiacere – afferma l’assessore – che da quando non si effettuano più la visita medica scolastica e la visita del servizio militare, non riusciamo più a scoprire cose, che una volta invece venivano a galla”. “Tutte quelle patologie che, solo se scoperte in tempi adeguati – prosegue Lamberti – potevano essere risolte, adesso vengono diagnosticate solo grazie allo sport e alla medicina sportiva”. Successivamente ha preso la parola il presidente del Coni regionale Mimmo Praticò, che si è detto molto contento dell’organizzazione di questo convegno, su tematiche importanti e troppo spesso trascurate, e che si è mostrato sinceramente toccato dai recenti drammi. “Non posso fare a meno di iniziare il mio intervento – esordisce Praticò – ricordando Pier Mario Morosini, un ragazzo straordinario che ho conosciuto di persona, avendolo avuto 2 anni con me nella nazionale U 19, un ragazzo sempre sorridente nonostante i tanti drammi familiari che lo avevano duramente investito”. “Purtroppo ho ancora davanti agli occhi – prosegue Praticò – i suoi tentativi di rialzarsi, e di stare aggrappato alla vita, senza mollare mai, come era solito fare giocando a calcio. Queste cose ci devono fare riflettere, ci devono fare capire dove la medicina, o meglio i controlli medici, non riescono ancora ad arrivare”. “Oggi più che mai – continua Praticò – bisogna cercare di far entrare la medicina sportiva in tutte le società, a partire dalle più piccole. Credo ad esempio che ogni società sportiva debba avere un defibrillatore ed io a questo proposito, nella veste di Presidente del Coni, sto cercando di trovare un modo per facilitare l’acquisto dei defibrillatori per le tutte le società sportive calabresi”. “Ritengo – conclude il Presidente – che non solo la medicina debba mettersi al servizio dello sport, ma che lo stesso sport debba mettersi al servizio della medicina, perché è ormai risaputo che chi fa sport, è certamente una persona fisicamente e mentalmente migliore di chi non lo pratica. Mi auguro, quando sarà completata la Scuola Regionale dello Sport a Gallina, che si riesca a mettere a disposizione una parte della struttura, per poter effettuare le visite mediche, questo in collaborazione con l’Associazione Medici Sportivi e con l’ASP Provinciale”. Successivamente il Presidente Idone ha spiegato il motivo di questo convegno, che nasce all’interno di un percorso formativo che vede impegnata ormai da anni la sezione AIA di Reggio Calabria, che punta a formare non solo dei buoni arbitri, ma anche degli ottimi uomini, sensibili e preparati verso tematiche di grande rilevanza sociale come questa”. In seguito è intervenuto il dott. Renato Capurro, che ha sentitamente ringraziato il presidente Praticò per la vicinanza all’associazione Medici Sportivi ed ha espresso piena convinzione nel movimento medico-sportivo calabrese, che crede ciecamente nella prevenzione e nella sport-terapia. Secondo il cardiochirurgo Fabio Falzea invece la medicina avrebbe già gli strumenti per prevenire e diagnosticare tragici avvenimenti come quelli recenti, ma non si riesce ancora a sfruttarli a dovere, ad esempio aggiungendo altri esami alle visite medico-sportive. A prendere la parola è stato poi il dott. Domenico Pistone che ha lanciato una proposta provocatoria ma nello stesso tempo molto suggestiva. “Vista la mia esperienza in medicina sportiva – dichiara Pistone – posso affermare che ormai tutti i giovani che praticano sport sostengono la visita medico-sportiva. Noi tutti sappiamo che l’attività sportiva porta grossi benefici al nostro corpo, ma chi non pratica sport spesso non ne è consapevole, per questo credo che noi medici dovremmo trovare il coraggio di prescrivere l’attività sportiva!”. Anche il dott. Salvatore Tripodi, esperto in pneumologia, esprime la sua opinione in merito. “Nel campo della pneumologia – afferma Tripodi – basta veramente poco per fare prevenzione, è sufficiente l’esame spirometrico. L’indagine è molto semplice, per nulla fastidiosa e richiede solo una modesta collaborazione da parte del paziente che deve eseguire delle manovre respiratorie mentre è collegato con la bocca allo spirometro. Il risultato dell’indagine mostra una serie di valori che indicano oltre alla capacità del polmone anche il grado di apertura dei bronchi.

redazione@approdonews.it