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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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“L’intelligence fondamentale per interessi nazionali” Mario Caligiuri relatore del secondo modulo del corso 2016-2017 della Scuola di cultura politica

“L’intelligence fondamentale per interessi nazionali” Mario Caligiuri relatore del secondo modulo del corso 2016-2017 della Scuola di cultura politica
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Il secondo modulo del corso 2016-2017 della Scuola di cultura politica organizzata dall’ISESP con la collaborazione del DiGiEc dell’Università Mediterranea è proseguito con la conferenza del prof. Mario Caligiuri, professore di prima fascia di Pedagogia generale all’Unical, dove dirige dal 2007 il Master in Intelligence, il primo ad essere attivato negli atenei del nostro Paese. Il docente è intervenuto  sul tema “Di cosa parliamo quando parliamo di Intelligence”, sostenendo che ”tra le tante trasformazioni di questo tempo, non certo la meno rilevante dal punto di vista anche culturale riguarda l’intelligence che dà luogo oscuro è inquietante è oggi invece considerata come lo strumento principale per contrastare gli antimondi del terrorismo e della criminalità organizzata”. Ha poi proseguito sostenendo che “le nuove sfide si combatteranno soprattutto sul  web ed è necessario per gli Stati che vengano adottate politiche di sicurezza per fare fronte a questi pericoli, tra i quali anche l’uso delle informazioni per deformare la percezione della realtà. Infatti, le sfide dell’intelligence riguarderanno più dimensioni, tutte strettamente collegate tra loro”. Caligiuri ha quindi concluso che “nell’instabilità dello scenario sociale e internazionale gli Stati hanno bisogno di stabilità e l’intelligence può essere appunto determinate per contribuire a questo, salvaguardando l’interesse nazionale”. Il secondo modulo del corso 2016-2017 della Scuola di cultura politica organizzata dall’ISESP con la collaborazione del DiGiEc dell’Università Mediterranea è proseguito con la conferenza del prof. Mario Caligiuri, Straordinario di Pedagogia generale all’Unical. Il professore è intervenuto  sul tema “Di cosa parliamo quando parliamo di Intelligence”:”Le nuove sfide comportano che la lotta  si combatterà soprattutto sul  web ed è necessario per gli Stati che vengano adottate politiche di sicurezza per fare fronte ai nuovi pericoli. In questo ambito, i servizi segreti hanno un ruolo fondamentale, in quanto unico strumento per distinguere le informazioni e contrastare il terrorismo e la criminalità organizzata. Lo scambio di informazioni diventa dunque rilevante.  L’utilizzo del mezzo tecnologico è sempre più diffuso e consente alle organizzazioni criminali ed ai terroristi di organizzarsi. Inoltre, le trasformazioni della società comportano un cambiamento dell’intelligence rispetto al passato”. Presente all’incontro Raffaele Cananzi, presidente dell’ISESP che ha evidenziato l’importanza del percorso della Scuola di cultura politica. Ha moderato, Daniele Cananzi, coordinatore scientifico della Scuola:”Il tema dell’ intelligence va svelato in tutta la sua portata culturale. Intanto, evidenziando come di intelligence di debba parlare a più strati diversi che vanno dall’attività di comprensione del reale che svolge ciascuno individuo a quella che le istituzioni e gli Stati sono chiamati a svolgere. Poi, si può distinguere una intelligence legata allo Stato autoritario e moderno, quello che ha bisogno della segretezza e che usa l’ intelligence per proteggere se stesso, dallo Stato di diritto costituzionale nel quale l’esigenza di chiarezza sostituisce il bisogno di segretezza e la menzogna del potere è sostituita con il desiderio di verità. E’ con riferimento a questo secondo modello che l’intelligence diventa una questione culturale e che, come tale, va a riguardare non più solamente  il potere costituito ma anche il singolo cittadino. E il passaggio dal primo al secondo modello si ha con l’affermarsi dell’autonomia del diritto rispetto alla politica”. E’ intervenuto il  presidente della Commissione Giustizia del Senato e direttore della Scuola Nico D’Ascola: “L’intelligence è un tema poco conosciuto, ma è unosnodo cruciale nella società del terrore. Gli attentati che intenzionalmente colpiscono   cittadini inermi che si trovano per strada diffondono il terrore e creano nell’opinione pubblica la convenzione, per altro fondata, che chiunque può essere vittima, indipendentemente da contesti che riguardano la lotta al terrorismo”.