Reggio, lettera appello ai Commissari Prefettizi
redazione | Il 17, Nov 2013
Ecco il testo integrale della missiva inviata ai Commissari che dirigono il comune di Reggio Calabria da un gruppo di dipendenti
Reggio, lettera appello ai Commissari Prefettizi
Ecco il testo integrale della missiva inviata ai Commissari che dirigono il comune di Reggio Calabria da un gruppo di dipendenti
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Giunta Arena… Segretario Generale… Dirigenti… sono questi gli attori che hanno determinato in questi anni, tutti quegli atti (molti di questi illegittimi) che ci faranno subire ingiustamente le drammatiche conseguenze relative alla questione della PEO. E per questo non smetteremo mai di ringraziarli per le conseguenze degli errori che hanno commesso e che hanno cercato di caricare sulle spalle degli incolpevoli impiegati comunali.
Adesso, però, ci siete anche Voi Signori Commissari…
Pensavamo e speravamo che con la Vostra presenza in questa Amministrazione, lo Stato era venuto a far vedere la sua immagine migliore. Quella di riappropriarsi finalmente delle Istituzioni facendo ritornare la garanzia e il rispetto delle regole democratiche.
Ad oggi però, non è così!
Il modo di distacco e l’insensibilità con cui si è affrontato il problema della PEO dei dipendenti comunali ci sta facendo vedere un’immagine diversa di quello Stato in cui tutti noi speravamo. Ancora prima come cittadini di questa nostra sfortunata città, adesso come dipendenti comunali questo lo stiamo verificando e subendo sulla nostra pelle. Le azioni portate avanti da codesta Commissione Straordinaria per risollevare le sorti di questa Amministrazione non hanno prodotto quei cambiamenti auspicati, tanto da far notare poco o niente la differenza tra l’Amministrazione politica comunale sciolta per contiguità mafiosa e il Vostro lavoro fin qui svolto.
L’inspiegabile accanimento contro noi incolpevoli impiegati comunali per la vicenda PEO è la prova lampante, purtroppo, della mancanza di proposte che proprio da Voi ci si aspettava per stemperare ogni possibile tensione sociale e che avrebbe dovuto garantire la legalità, quella che però, ancora oggi, prendiamo atto continua a mancare.
Non è certo con la chiusura del vostro comportamento che applicate il metodo giusto che serve per risollevare le sorti di una città già messa in ginocchio dal potere politico contiguo alla mafia.
Voi, uomini dello Stato, siete stati chiamati, e avete il dovere, a cambiare registro. Non il compito di continuare a portare avanti quegli atti illegittimi adottati dagli Amministratori politici discussi.
Altrimenti, le cose in questa città non cambieranno mai. E noi abbiamo motivo di non credere davvero più in queste Istituzioni che così non ci rappresentano.
In tal caso, non si potrebbe che giudicare fallito il Vostro compito e quindi quello di uno Stato che, addirittura ancora di più, aggraverebbe la situazione di disagio in questa città.
La nostra lotta è iniziata e continueremo civilmente, ma duramente, ad andare avanti senza mai fermarci, sino a quando non si scriverà la parola fine a questa vicenda.
Avete già avuto un primo piccolo assaggio di quello che intenderemo fare. E da lunedì si ricomincerà con le azioni di protesta che prenderanno sicuramente sempre più corpo.
Tuttavia, vogliamo ancora credere in un Vostro responsabile ripensamento. E l’appello accorato che Vi facciamo… Fate prevalere su tutto, il buon senso, come quello di un buon padre di famiglia che deve addirsi sempre agli uomini che rappresentano lo Stato. Sedetevi al tavolo con le nostre rappresentanze sindacali e ricontrattate l’accordo sulla PEO. Noi siamo disponibili a farlo sapendo che alcuni di noi lavoratori saranno per questo sacrificati. Voi fate ancora in tempo per dimostrare la Vostra concreta collaborazione.
Vi si chiede solo di fermare quelle lettere di sospensione che altrimenti avranno effetti devastanti sulla vita di tutti i dipendenti, almeno per 30 giorni, così come era stato ufficialmente chiesto dalle OO.SS.
Dimostrerete di essere veri uomini di Stato, e non dei burocrati, capaci di lavorare con la piena volontà di risolvere i problemi, sapendo quanto è importante tutto ciò in questa Amministrazione.
Tra un po’ di mesi andrete via da Reggio Calabria. Lasciare ai dipendenti comunali e alle loro famiglie (migliaia di persone) un cattivo ricordo di Voi, fa si che Vi porterete dietro, ovunque Voi siate, ovunque Voi andiate, una macchia indelebile: il pensiero dei dipendenti del Comune di Reggio Calabria e delle loro famiglie che giudicherebbero Voi, e con Voi lo Stato, la Vostra missione in questa città come un fallimento.
I dipendenti comunali