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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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Lamezia, al teatro Umberto in scena “Dellamore”

Lunedì e martedì, lo spettacolo del laboratorio teatrale comunale “Il teatro che non c’era”

Lamezia, al teatro Umberto in scena “Dellamore”

Lunedì e martedì, lo spettacolo del laboratorio teatrale comunale “Il teatro che non c’era”

 

 

Il laboratorio teatrale comunale “Il Teatro che non c’era”, al sesto anno di attività, giunge al termine con lo spettacolo “Dellamore” che andrà in scena lunedì 10 e martedì 11 giugno alle 19 al teatro Umberto.
“Il teatro che non c’era”, ideato e realizzato da Francesco Pileggi e sostenuto fortemente dal sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, è condotto dal giovane attore Achille Iera, che ha già recitato in diversi spettacoli teatrali.
Un laboratorio inteso come ricerca e strumento didattico per i ragazzi delle scuole e i giovani della città, che quest’anno, dopo gli spettacoli “Legami”, “Dell’amore che non muore”, “Giallo cammello”, “Balla Cenerè balla “, “Sudamu”, racconterà una nuova storia, “Dellamore” (drammaturgia di Francesco Pileggi e regia di Achille Iera). L’associazione culturale “Il teatro che non c’era” intende dedicare lo spettacolo “Dellamore” alla memoria di una sua “allieva”, una ragazza che ha frequentato il laboratorio e che ha partecipato come attrice nello spettacolo “Balla Cenerè Balla”: Fiorella Folino. E lo farà con una dedica particolare che certamente non sfuggirà agli occhi degli spettatori più attenti: “Con il suo sorriso nella mente e negli occhi la sua arte”.
“Siamo fieri – ha detto il sindaco Speranza – di avere tanti giovani di talento e un regista che in questi anni ha prodotto arte e spettacoli di ottimo livello, trasmettendo forti emozioni e sentimenti profondi. Questa esperienza, grazie alla sensibilità di Francesco, portata avanti con passione da Achille, ha lasciato una traccia nella città e nelle giovani generazioni coinvolte. Una risorsa su cui ho puntato molto, soprattutto per la missione educativa e sociale, oltre che culturale, degli spettacoli, che hanno aiutato i giovani ad arricchirsi interiormente e a crescere civilmente”.
“C’è un’età in cui tutto è possibile, anche ciò che per gli ex di quell’età sembra impossibile. C’è un’età – dice Francesco Pileggi autore dell’opera – in cui la ragione si scontra con il desiderio di vivere in un mondo più vicino ai sogni, quello dove ognuno non è, magari, in guerra con il suo prossimo. È l’età dove i buoni consigli dei “saggi” sono coperti da buona musica al massimo volume. È l’età a cui viene rimproverata la non conoscenza del mondo, mentre il mondo ti passa addosso con tutta la sua forza e non senza dolore. È anche l’età dell’Amore e dei “… ti amerò per tutta la vita” senza nessun testimone accanto. È l’età in cui mentre si ride si piange e le lacrime, diventano semi. È l’età in cui molti “grandi” dicono spesso di non capire, sotterrando così senza pietà e riconoscenza un loro bel pezzo di vita. È per questo che proviamo a raccontarvela, con quelli che la stanno vivendo adesso, in questo momento così. Una leggenda narra che Ulisse, l’astuto e il bugiardo, non sia figlio di Laerte, re di Itaca e la regina Anticlea, bensì di Sisifo, re dei furbi, che ebbe in pegno Anticlea per una notte da Autolico, il padre di lei e famoso ladro, come risarcimento per un furto di bestiame. In Dell’amore gli eroi omerici abbandonano i panni del “mito” per avvicinarsi alle debolezze degli uomini”.
“Ci sono luoghi in cui tutto sembra possibile, nei quali sognare non è peccato, dove spesso ci si ritrova altro e che fai fatica, quando è tempo, a lasciare. È per questo che è nato il laboratorio, ormai 6 anni fa con Francesco Pileggi, ed è per questo che va avanti, con me. – ha continuato Achille Iera, giovane attore e regista – In questi anni ho avuto la fortuna di incrociare le vite e le esperienze di molti ragazzi, genitori, addetti ai lavori o gente che ci seguiva e ci segue per pura simpatia. E su tutte mi sono rimaste nel cuore, nella mente: le energie positive, la voglia di immaginare altro e di ingegnarsi per metterlo in pratica tutti i giorni, la forza nel portare avanti il lavoro, anche quando è davvero tosta; e, infine, la necessità di esserci, di dire, che si è insinuata in tutti coloro con cui ha lavorato”.