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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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La vergogna dell’Olimpico

La vergogna dell’Olimpico

In braghe di tela in diretta TV. Ultras da ridimensionare

di LUIGI MAMONE

La vergogna dell’Olimpico

In braghe di tela in diretta TV. Ultras da ridimensionare

 

di Luigi Mamone

 

 

L’indecoroso spettacolo della finale di Coppa Italia fra Napoli e Fiorentina, sabato scorso all’Olimpico di Roma deve fare indignare e riflettere. Un episodio delittuoso, al di fuori dello Stadio, per quanto grave possa essere stato, non avrebbe mai dovuto ripercuotersi, con le forme che la diretta televisiva ha mostrato senza infingimenti, in un tumulto di un popolo-branco con il quale alla fine lo Stato, attraverso le sue Istituzioni ha patteggiato. Alla fine colui che ha deciso che l’incontro potesse regolarmente essere disputato non è stato il Prefetto, né il Questore, ne Matteuccio Renzi, Pietro Grasso (ex post – e- sottolineamo – solo ex post – pronto a dichiarare in TV – ” sono stato più volte in procinto di lasciare lo Stadio”) la Bindi, e gli altri esponenti di una casta codina e impaurita giacchè gli ottantamila dell’olimpico sarebbero stati un forza d’urto mostruosa e lo scenario da tregenda dell’Heysel del 1986 certamente per un fatto anagrafico e non solo era certamente a loro ben chiaro. Cosa fare? Trattare. Con chi? con un capo tifoso, tal “Jerry la Carogna” – per capirsi l’omaccione tatuato che mostrava in pubblico la maglietta con scritto “Speziale Libero”. E’ uno dei capi degli ultras partenopei. Ma – pare – sia anche un pregiudicato per reati di non poco conto e destinatario del Daspo: il divieto di ingresso agli stadi.
Ebbene lo Stato di Diritto, o , per dirla con Berlusconi “di Polizia” per certi aspetti ha scelto il male minore e la soluzione più ragionevole: quella che ha evitato scontri e tafferugli e consentito la disputa di un incontro di calcio agonisticamente esaltante. Però fa rabbia vedere che il mondo dello sport della pedata calcistica non sia frequentato più da famiglie e da gente che sportivamente vuole divertirsi ma dagli esponenti di una subburra di esaltati che da popolo di sportivi si trasformano in Banda. Questo è un segno dell’imbarbarimento dei costumi. Il fatto poi che questa gente possa far rete e che si tratti di soggetti capaci – per i loro personali trascorsi di vita – anche di uccidere consente di ritenere che l’episodio che ha fatto scatenare la protesta possa anche essere frutto di un accorta regia – haimè – sospettiamo – napoletana – finalizzata solo a consentire al capo hooligans di mostrare in TV il suo Messaggio “SPEZIALE LIBERO”. Per far ciò serviva un pretesto. E il pretesto – se non c’è deve essere costruito. Da qui – è una ipotesi da lettori di Camilleri – ma è una ipotesi che meriterebbe approfondimento , il ferimento del tifoso napoletano e tutto il resto che ne ha fatto seguito . Il resto dello spettacolo – per ogni uomo di sport è divenuto volgare. Gente tatuata, in campo e sugli spalti . Quanto erano belli gli atleti di qualche anno fa! facce pulite, braccia pulite , dorsi puliti. Bisognerebbe che il CONI vietasse agli sportivi professionisti di tatuarsi e di ostentare tatuaggi. Quelli li lasciamo – non potendone per ovvie ragioni vietarli – agli hooligans di ogni risma. Quelli che forse anzichè andare allo Stadio farebbero meglio a veder la partita nel bar sotto casa fra una pinta di birra e qualche canna. Altro sconcio in questa epoca di incertezza sono gli ingaggi multimilionari in euro dei calciatori: non solo ai dirigenti statali va limato lo stipendio ma anche ai calciatori: atteso che intorno c’è gente che muore di fame e che nella sua disperazione nessun aiuto trova dai paperoni in calzoncini: grandi atleti in campo ma – purtroppo – non sempre uomini di grande cuore nella vita che bruciano la loro breve parabola di gioventù e di successo fra feste, donnine e supercar. Sarebbe bello che i grandi giornali sportivi facessero indagini sugli atleti del passato: che fine hanno fatto? Che uomini sono diventati dopo aver smesso di calciare? Che messaggio hanno porto? Che cittadini sono ? forse solo così – alla luce dei drammi e delle tante tragedie che hanno interessato ex calciatori tornati nell’anonimato e nella miseria, capiremo come non di solo calcio (e non si solo sport) debba vivere l’uomo ma che servano altri valori: quelli che ci accompagneranno per il resto della vita.