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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 01 MAGGIO 2024

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La storia di un quartiere lametino raccontata attraverso la fotografia E' di Tonino Spena l'opera “Bella e la sua gente”

La storia di un quartiere lametino raccontata attraverso la fotografia E' di Tonino Spena l'opera “Bella e la sua gente”
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di Lina Latelli Nucifero

La storia di Bella, raccontata attraverso la fotografia  da Tonino Spena nella  seconda opera “Bella e la sua gente”, è stata  proposta all’Università delle Terza Età ( Uniter), presieduta da Italo Leone. Vari i temi evidenziati  dal relatore  Lucio Leone, alcuni dei quali approfonditi in modo particolare (la chiesa, l’emigrazione, il mare, la sfida) mentre ha toccato trasversalmente gli altri tra cui l’emigrazione, la farmacia, le famiglie, i soldati, gli uomini, il matrimonio,  arricchendoli  con informazioni desunte dai  suoi studi personali sulla storia di Lamezia Terme. Lo  studioso  ha introdotto il suo intervento  sottolineando i meriti di Tonino Spena individuati nel fatto che le fotografie costituiscono un documento storico atto a ricostruire l’evoluzione nel tempo del quartiere di Bella di Nicastro scandita da contraddizioni,  tradizioni,  costumi  particolarmente dominanti sia nella ordinaria vita quotidiana che in frangenti religiosi, civili, politici e sindacali. A dare voce ad alcuni brani è stata la dottoressa Tina Mancuso. Tonino Spena   ci  consegna  la memoria del quartiere di Bella, sorto nel 1783 in seguito all’inondazione del  torrente Piazza  che distrusse alcuni rioni di Nicastro come Terravecchia e Cavallerizza  spingendo  circa 2000 persone, che avevano perso tutto, a trasferirsi nella parte alta di Nicastro, attratte anche  dalla chiesetta della Madonna della Spina, e dopo aver pagato una certa somma al Capitolo della cattedrale cui appartenevano quelle terre. Le foto passano in rassegna per lo più  personaggi umili ma anche illustri come l’eroe  Giuseppe Mastroianni (1895-1953) che, combattendo eroicamente contro i tedeschi  (febbraio 1917)  sull’aspro monte della  Macedonia serba, a quota 1050, fu mutilato di un braccio. Prima di cadere a terra svenuto incitò i compagni a continuare a combattere al grido di “ Viva l’Italia”. Nel 1924, gli fu eretta quella statua situata davanti il monumento dei caduti sul corso Numistrano per eternare l’eroismo del valoroso soldato al quale venne conferita la medaglia d’argento al valore militare e , recentemente, è stato ricordato a Lamezia Terme in un convegno a lui dedicato. Altre immagini hanno richiamato alla memoria il mare pulito, i duelli tra contendenti, il fenomeno dell’emigrazione oltreoceano che, nel 1901-1905, raggiunse il picco di 23-24 mila emigranti. « Centinaia di persone erano radunate nella stazione di Sambiase, per prendere  l’unico treno   per  Sant’Eufemia proveniente da Catanzaro, e poi il treno per Napoli da cui imbarcarsi per New York », ha raccontato   lo studioso Lucio Leone che ha portato a conoscenza dei  convenuti  una rara poesia  “Una nave è partita per New York” del professore  Leopoldo Barili, scritta nel 1901 nella stazione di Sambiase e nella quale descrive il dramma degli  emigranti e dei familiari polemizzando  contro «il governo omicida» che si cura del censimento e non  delle persone che « se ne vanno via».  A conclusione dell’incontro l’autore del libro Tonino Spena ha dichiarato: « Ricordare e raccontare per me vuol dire trasmettere una memoria comune che rende le storie narrate indelebili nella mente di chi legge».