La Rete dei comuni solidali sbarca in Francia Giovanni Maiolo ha illustrato il lavoro svolto da Recosol nei progetti di accoglienza dei migranti, suscitando molto interesse
In rappresentanza di Re.co.sol., sabato, Giovanni Maiolo ha incontrato nella sala consiliare del municipio di Eymoutiers 20 rappresentanti delle amministrazioni locali del dipartimento dell’Alta Vienne per illustrargli il lavoro svolto dalla Rete dei Comuni Solidali nei progetti di accoglienza dei migranti.
L’interesse degli amministratori è stato evidente dalle molte domande e dai molteplici interventi. L’idea della rete ha solleticato diversi amministratori, qualcuno dei quali ha pensato di creare una rete francese di comuni sul modello dei Comuni Solidali.
Nel pomeriggio Maiolo è poi intervenuto all’iniziativa “Rencontres droit d’asile et questions migratoires” dove è stato intervistato dall’intellettuale Serge Quadruppani in merito alle esperienze di accoglienza della Locride, a partire dall’esempio della Riace di Domenico Lucano fino alla più recente esperienza di Gioiosa Ionica.
L’intervista è stata tradotta in simultanea in francese, inglese ed arabo per la platea di oltre 300 persone presenti all’evento, ed è stata integralmente ripresa dalle telecamere della tv pubblica francese France 3, che ne inserirà alcuni brani in un documentario che verrà trasmesso sulla tv nazionale ad ottobre.
Maiolo ha inoltre avuto l’occasione di incontrare alcuni migranti del C.a.d.a., il centro di accoglienza locale, che gli hanno raccontato delle loro esperienze a Calais e dei tentativi, vani, di attraversare il tunnel della Manica, lo stesso tunnel in cui si continua a morire.
“Alcuni dei migranti che ho incontrato sono sbarcati in Italia ma sono riusciti a raggiungere Parigi senza essere identificati dalle autorità del nostro Paese e quindi a chiedere asilo in Francia – ha dichiarato Maiolo – a dimostrazione dell’assurdità del regolamento di Dublino. Un ragazzo etiope ha tentato quattro volte di attraversare la Manica ma è sempre stato bloccato dalla polizia. L’Europa sceglie ogni giorno la via della chiusura delle frontiere ma non disdegna di firmare accordi disumani col regime turco. Non è questa la soluzione. Bisogna smetterla di creare allarmismo sui fenomeni migratori. Secondo l’Istat quello che l’Italia spende per l’accoglienza è inferiore a quanto i migranti che lavorano versano nelle casse dell’Inps per pagare le pensioni degli italiani. Bisogna casomai contrastare il business dell’accoglienza diffondendo le buone pratiche del modello Riace”.