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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 06 MAGGIO 2024

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La pace ci salverà

La pace ci salverà

Editoriale di Bartolo Ciccardini

La pace ci salverà

Editoriale di Bartolo Ciccardini

 

 

Alcuni amici, fra i più affezionati alle mie “lettere dello scaldino” si sono spaventati
del mio catastrofismo e del mio ultimo post, quello in cui invocavo: “Dov’è l’Italia
pia, buona, caritatevole, esemplare e giusta?”.
Forse hanno ragione: è evidente che siamo stati sull’orlo di una nuova guerra (e
ci siamo ancora) ed è vero che siamo stati sull’orlo di un infarto politico a causa
della rabbia in cerca del “morto”. Ma vicino ai segni di morte, anche segni di vita.

Che in Italiani si cerchi il “morto” è chiaro. L’invasione della domenica scorsa
a Roma è una prova generale del tentativo di guerra. I violenti della guerriglia
c’erano, non si sono fatti riconoscere ed hanno studiato il terreno e le difese degli
avversari. Grillo, il loro profeta, non so quanto incosciente o quanto coscientissimo,
riapre il fuoco in piazza per meglio tenere in mano un gruppo parlamentare il cui
unico scopo è quello di bloccare il sistema politico per scatenare la rabbia.

La strategia della tensione si è vista nell’episodio del funerale di Priebke. Questo
criminale di guerra, giustamente condannato, è vissuto da “intoccabile” passeggiando
nelle nostre vie, come Caino “fuggiasco sulla terra”, perché apprendesse la lezione
di civiltà che noi gli davamo e che egli non riusciva a capire. Cos’è questa storia
di un avvocato razzista che cerca una rivincita sugli ebrei delle Fosse Ardeatine
andando a scegliere una comunità lefevbriana nota soltanto per un povero pazzo vescovo
negazionista dell’Olocausto che giustamente era stato redarguito e costretto a scusarsi.
Ed il prefetto di Roma non si accorge della provocazione a cui si è creduto di poter
rispondere con il tentativo osceno di trafugare una salma?

Da questo imbroglio nasce lo scontro con la polizia, costretta da un avvocato pazzo
a difendere un feretro portato lì perché ci scappasse il morto. L’altro esempio sconvolgente
è stato il funerale di Lampedusa. La pietà cristiana che si trasforma in generoso
aiuto per le vittime della guerra naufragate sulle nostre sponde, diventa guerriglia
per colpevolizzare una organizzazione di accoglienza che non può non essere insufficiente,
difficile ed improvvisata.

Ed infine parliamo pure con preoccupazione del disegno di colpevolizzare Napolitano,
l’ultimo baluardo della legalità repubblicana, difensore di un sistema democratico,
paralizzato da una folle legge elettorale, sostegno di un governo di difficili intese,
piccola scialuppa di salvataggio in un grande naufragio epocale.

Il tassista romano che mi riporta a casa, mi schiarisce la vista, se ce ne fosse
stato bisogno: “Ci vuole il morto, come ai tempi di Moro, perchè i politici cambino
qualche cosa!”.

Ci sono dei segni che ci potrebbero fare intravedere la fine del tunnel?

Le iniziative delle persone responsabili del mondo cattolico si moltiplicano e noi
le citiamo e seguiamo in continuazione. Pellegrino Capaldo, che Follini definisce
“lo Statista renitente” mostra ad una folta platea di persone che hanno saputo fare
qualcosa in altri tempi, un programma difficile ma possibile. Pone una sola condizione:
che i buoni partecipino.

Savino Pezzotta annuncia che la Rosa Bianca riprende la sua azione.

L’Istituto Sturzo dedica una riunione la figura di un rivoluzionario scomparso: Lucio
Magri. Si scopre che aveva molto sofferto per ricondurre i fermenti disordinati della
sinistra a fare politica in un contesto costruttivo e previdente. Settarismo e burocrazia
hanno vinto ed egli è stato sconfitto più volte, ma la sua lezione potrebbe essere
importante oggi.

L’Associazione dei Partigiani Cristiani ha presentato un grande progetto per tramandare
i valori della Resistenza ai giovani, seguendo il diario del 70° Anniversario di
quegli eventi.

Il mondo cattolico sequestrato e tenuto prigioniero perché non disturbasse il compromesso
storico fra gerarchia cattolica e televisione tossica, mostra forte il suo desiderio
di uscire dall’equivoco. Sarebbe bene che si risvegliasse per mandare in Europa l’unica
delegazione europeista possibile e vera, quella dei cattolici (magari facendo delle
primarie vere nelle parrocchie).

Ma tutti coloro che mi hanno giustamente rimproverato di predicare la disperazione
indico due eventi sui quali non si è ancora ben riflettuto.

Il primo: il digiuno per la pace. Sembrava un gesto simbolico, generoso, ma inutile.
Invece la guerra è stata evitata.

Il secondo: la dedicazione del mondo in pericolo a Nostra Signora di Fatima. È una
cerimonia ingenua e semplice, come lo è l’anima popolare. Ma questa cerimonia ci
riporta al significato misterioso di quei messaggi, alla condanna già decretata e
non eseguita del 13 febbraio del 1981 il cui proiettile omicida è ora ornamento della
corona della Regina della Pace. Tutto si può risolvere con la pace, tutto è perduto
con la guerra. Da qui ripartiamo e saremo utili a tutti perché, lassù, Qualcuno ci
ama.

Bartolo Ciccardini