Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), LUNEDì 06 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

Salvatore, un ragazzo “nato due volte”

a cura di GIUSEPPE LAROSA

La lanterna di Diogene

Salvatore, un ragazzo “nato due volte”

 

a cura di Giuseppe Larosa

 

L’art. 38 della Costituzione Italiana recita così, «Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale».
Salvatore che ha quattordici anni forse questo non lo sa, ma lo dovrebbe (e dovrebbero), sapere chi gli ha negato un diritto, quello di farlo salire in quel pulmino che svolge un servizio, oltretutto pagato lo stesso anche se esente per legge, e portarlo a scuola: oltre il danno, la beffa.
La scuola e quindi l’istruzione, fanno parte di altrettanti diritti regolati dalla Costituzione. Ma quello che dovrebbe prevalere più di ogni altro è il buonsenso, la tolleranza e il rispetto delle regole, che sono i punti cardini del principio di uguaglianza.
La negazione di un diritto è la negazione di tali principi, ma è soprattutto la negazione ed al contempo un attentato alla civiltà sociale. Alla civiltà dei diritti che devono essere categoricamente garantiti a tutti. Ma è un attentato grave alla tolleranza sociale ed al non rispetto della condizione che Salvatore non ha scelto, ma gli è stata “consegnata” gratis.
Qualcuno una volta scrisse che dal punto di vista antropologico siamo tutti quanti dei disabili perché viviamo in una società che nella sua evoluzione è più veloce di quello della specie. E quindi difficilmente riusciamo a plasmarci con la stessa velocità evolutiva. E viviamo, quindi, con molti “disturbi”, perché quello che la vita ci impone oggi non siamo adeguatamente attrezzati.
Scrivere qualcosa che riguarda questi temi è molto difficile per chiunque perché si toccano livelli bassi di sviluppo e di consapevolezza sociale. Quella che ci rende ancora inetti all’accettazione del “diverso” e che noi stessi ci ritroviamo ad essere carnefici e vittime allo stesso tempo.
La denuncia disperata della madre di Salvatore, è figlia di questi disagi che non solo porta come una croce che sarà per tutta la vita. Ma viene caricata da un peso enorme che è quella dell’accettazione nella società di un figlio che viene ritenuto “diverso” e che per questo non può essere accettato come tutti gli altri. Poi mettici pure la “strada sterrata”, disabile anch’essa, e poi il pulmino che per quella strada fatiscente rischia di divenire anche lui un disabile, e quindi Salvatore resta a piedi, solo ed a casa. Mi riservo per ora, di portare pubblicamente la mia solidarietà al pulmino che essendo nuovo, che a causa di quella maledetta strada non può percorrerla. Povero pulmino.
Ma c’è un altro percorso, anzi un calvario, che è quello che sta sul groppone della povera Immacolata, la mamma di Salvatore, quello che per 700 metri lei porta il figlio (dopo averlo cresciuto per nove mesi nel suo grembo), dalla sua abitazione fino alla fermata dello scuolabus. E guarda caso, mentre fai quello sforzo fisico ti ritrovi anche un cane che fa cadere accidentalmente a terra Salvatore. Nella speranza che anche il cane sia di razza buona e quindi, non vorrei che anche lui si ribellasse che sia stato proprio Salvatore ad intralciargli il cammino, e magari sporgere querela nei confronti della famiglia di Salvatore.
Azzardo una considerazione, ma sarà proprio la mancanza di cultura a far sì che queste cose accadono? Se è così, l’occhio della cultura dovrebbe essere modificato nei confronti di un disabile ed aiutarci a considerarlo non come un fattore di commiserazione o magari per solidarietà un “diverso”, ma esso dovrebbe essere per noi, e soprattutto per le istituzioni, un amico, un compagno di viaggio o meglio ancora, una persona che vive le nostre stesse esperienze, non estraneo alla società in cui viviamo.
Giuseppe Pontiggia scrisse uno straordinario libro dal titolo “Nati due volte”, dedicato al figlio disabile ed in un suo passaggio c’è scritto che, «Questi bambini nascono due volte. Devono imparare a muoversi in un mondo che la prima nascita ha reso più difficile. La seconda dipende da voi», e consiglio come lettura ai Commissari prefettizi di Taurianova ed a tutti quelli che sono preposti, a qualsiasi ordine e grado, alla tutela di queste persone normali, che non sono “diversi” da tutti quanti noi. E se qualora lo avessero già letto, consiglio un ulteriore ripasso.

lalanternadidiogene@approdonews.it