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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

Cari…ma tanto “cari” Commissari, io vi scrivo, ma non dico, quello dovrete scoprirlo voi, da soli! E lo scoprirete….perchè io non so

a cura di GIUSEPPE LAROSA

La lanterna di Diogene

Cari…ma tanto “cari” Commissari, io vi scrivo, ma non dico, quello dovrete scoprirlo voi, da soli! E lo scoprirete….perchè io non so

 

a cura di Giuseppe Larosa

 

 

«Una comunità sana è legata tanto alla libertà degli individui quanto alla loro unione sociale», diceva Albert Einstein. Ma se tutto ciò non è, cosa potremmo aspettarci dal futuro?
Abbiamo assistito ed assistiamo perennemente a degli episodi, che hanno come punto predominante la prevaricazione delle idee assolute in rapporto al concetto del dialogo. O si è d’accordo con quello che dicono i vari “baluba” della politica, o quei semplici ed insignificanti “mantenuti” dal potere (politico). Oppure, sei travolto da insulti e soggetto a perenni attacchi, aventi come massimo comune divisore, l’imbecillità e l’ignoranza dell’educazione culturale (e non). Qualcuno (anzi, i tanti che leggono questa rubrica), staranno maliziando sul fatto che io mi stia riferendo a Taurianova: bravi, fate bene, è proprio così!
Si parte sempre dal concetto che i valori degli uomini, quelli che vivono e operano nella propria comunità, molte volte, dipendono da tante piccole “misure”. Che sommate formano un concetto di sentimenti e pensieri che insieme, tendono a contribuire allo sviluppo della comunità stessa e degli individui che ne fanno parte.
E tali valori, dovrebbero appartenere a chi non ha ferito nel corso degli anni il “tessuto sociale” di una città sempre più alla ricerca di se stessa, perché priva di un’identità ben precisa e definita. Cos’è Taurianova?
I Commissari prefettizi che insediatasi dovranno fare i conti anche e soprattutto con questa realtà. Quella ferita dal passato, contenente cicatrici ancora non del tutto emarginate. Ma che basta una lacrima di sospetto per aprirle ancora profondamente, tanto da avvertire il dolore immane della rassegnazione sociale. E ciò avviene quando le “verità” non sono state del tutto chiarite e regnano perennemente così bramosi di verità perdute (o ancora da ritrovare).
Cari Commissari, sappiate fin d’ora che troverete in questo (sfortunato) paese, tanti della politica (se tale potrebbe essere definita) e non (ma non lo dico!), “Hanno la faccia come il culo”. Anzi, a volte, se esso è ben pulito, si presenta meglio di loro. Questo è una città che in 22 anni è stata sciolta tre volte per infiltrazione mafiosa ed una volta per “legalità violata”, quando si forzò il muro del limite delle due elezioni consecutive a sindaco con una terza elezione. Evitiamo, però, la solita “manfrina” del fatto che i cittadini li hanno voluti perché sono stati votati. Perché anche i cittadini (e sarò impopolare in ciò che sto per dire), hanno seriamente bisogno di una rivoluzione mentale e culturale, basata sul concetto dell’educazione alla libertà di coscienza del voto “senza se e senza ma”.
Finchè non si raggiungeranno determinati obiettivi ci ritroveremo sempre, tra un paio di anni circa, quando ci saranno nuove elezioni con gli stessi problemi che oggi perseguitano e ammoniscono il “tessuto sociale” di una città, tanto cara quanto sfortunata. Perché è assurdo che in poco più di quattro anni si viene sciolti per mafia per ben due volte consecutive, e con lo stesso Sindaco. Ecco perché, l’attesa del decreto di scioglimento con la relativa relazione diviene sempre più impaziente e ansiosa. Occorre capire quali, in meno di due anni, siano stati questi “fatti concreti e verificati” mediante “collegamenti” con la criminalità organizzata che hanno causato la debacle mafiosa di un Consiglio comunale.
Cari Commissari, non vi siete chiesti, semmai avete avuto tempo per farlo, come mai nessuno del tessuto sociale associazionistico ed ecclesiastico, hanno speso una parola? E se ve lo siete chiesto, non lo avete fatto con preoccupazione e magari, con qualche sospetto malizioso? Ma state tranquilli, tra poco si faranno vivi, a breve ci sarà la festa patronale, e lì la puntualità è sempre d’obbligo: già stanno iniziando a chiedere soldi (sic!). Però, e questa è una vergogna immane, non ho letto da nessuna parte una presa di posizione per questo grave evento accaduto alla città da parte di qualche sacerdote, priore, monaco ed affini, persino gli “accoliti” restano in silenzio.
Cari Commissari “ripulitori”, un mio amico, che incontro spesso nelle mie azioni quotidiane diceva che «Il bello è il simbolo del bene morale», si chiama Immanuel Kant. Ed è uno che di “morale” se ne intende, diciamo che è un “illuminato” dalla morale. Perché chi parla oggi, di “dignità perduta” e chi oggi si sente al di sopra delle parti, come se la memoria è soltanto un concetto astratto che vive negli oblì della gente, è uno che mente sapendo di mentire.
Ecco, detto ciò, cari Commissari, io non vi dico cosa dovete fare né mi permetterò di farlo, ma una cosa mi preme farvela presente, cercate nelle vostre azioni in questo tempo di permanenza nella nostra comunità di cercare il “bello” perché da esso deriva una moralità sana e genuina. Ma soprattutto, non ripristinate dignità perdute o altre favole varie che lasciano il tempo che trovano. E non fate i “soliti” ed “usuali” commissari prefettizi. No. Vi chiedo, dal profondo del mio cuore, di fare quello che in tanti inquilini di quel palazzo non hanno fatto: renderci orgogliosi di essere taurianovesi.

lalanternadidiogene@approdonews.it