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La lanterna di Diogene

La lanterna di Diogene

| Il 29, Set 2012

Questione morale e verità, binomio perfetto per dire basta contro la politica dei “Batman”

a cura di GIUSEPPE LAROSA

La lanterna di Diogene

Questione morale e verità, binomio perfetto per dire basta contro la politica dei “Batman”

 

a cura di Giuseppe Larosa

 

 

«I partiti sono diventati macchine di potere». «I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, (…). Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le “operazioni” che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell’interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. (…); un’autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un’attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti».

Queste parole risalgono a più di trent’anni fa e la persona che li pronunciò si chiamava Enrico Berlinguer intervistato da Eugenio Scalfari per il giornale “la Repubblica”. Sono parole che, rapportate ad oggi, hanno ancora un “utile” attualità perché coincidono perfettamente con il modus politico e sociale di chi molte volte confonde la “morale” con le azioni fatte sol perché “li fanno tutti”.

E non parliamo solo di “questione morale”, solo ad alti livelli ma anche di piccole e medie realtà locali dove vigono condizioni in cui i politici di turno, che reggono le sorti politiche, fanno il buono ed il cattivo tempo degli eventi di un paese. Questa “gentaglia” si arroga il diritto di agire per via di una personale “questione morale”, ma mai che questa venga associata ad un’altra parola di uguale importanza che porta il nome di “Verità”. Una questione morale se non è accompagnata dalla verità non ha nessun senso.

Molte volte ci ritroviamo ad assistere a politici, (ex) amministratori locali ed altri che collusi con la brama di potere e la fame di soldi arrivano a svendere la dignità della politica per mero interesse economico. E chi ne fa le spese sono sempre i poveri cittadini che si ritrovano quasi sempre con gli stessi problemi da affrontare tra problematiche e carenze economiche, a causa della mancanza di un posto di lavoro o di non sufficiente entrate tali da poter svolgere una vita dignitosa. E c’è invece chi, pur di raggiungere un obiettivo nella disperazione dell’affrontare il futuro ha quella possibilità di scendere a compromessi perché in possesso di quei “piccioli”, come li chiamano in Sicilia, “acquistano” un posto di lavoro dando i soldi magari all’amministratore (corrotto) di turno. O magari, quelle ditte che vogliono avere un lavoro danno anch’essi dei soldi, sotto forma di “mazzetta” o “tangente”, chiamatela come volete per “acquisire” una “spettanza lavorativa” di diritto sol perché c’è qualche amministratore che in barba all’etica ed alla legalità, diventa un “benefattore” di elargizioni amministrative. Ma tutto resta come prima e nulla cambia pur sapendo che in questa realtà italiana ci sono questi “lestofanti” della politica e che con la politica non hanno nulla a che fare. Perché sono questi che sporcano la dignità della politica stessa, ma purtroppo escono sempre in punta di piede. In molte realtà locali, tutti sanno ma nessuno parla. E la cosa che rattrista di più è che, gli stessi “lestofanti” ad ogni tornata elettorale diventano paladini della moralità e alzano persino la voce contro tutti. Ma soprattutto contro quelli che cercano di contraddirli. Questi gran cavalieri della moralità, che nei fatti sono dei ladri patentati, dove qualsiasi uomo di legge dovrebbe prenderli e non chiuderli nelle patrie galere buttando via la chiave. Assolutamente no! Li deve “sputtanare” con una condanna esemplare e scontare tale pena liberi in mezzo alla gente tra gli sguardi di tutti e far provare loro la vergogna per le loro azioni Oltre a riconsegnare il maltolto si intende.

E non sono giustificabili nemmeno quei politici che cercano di ritrovare una sorta di “verginità perduta”, magari lasciando la barca mentre affonda, quando essi stessi hanno contribuito a farla affondare e magari uscirsene in nome di una non meglio identificata “questione morale” in nome della legalità e dell’etica dei giudizi (quasi sempre sommari).

Una questione morale, accompagnata dalla verità diventa un toccasana per una rivoluzione delle coscienze che porterebbe allo sviluppo culturale di una città. Parliamoci chiaro, qui non siamo tutti “Barman” o “Cavalieri oscuri” o magari dei “Mastro Lindo della moralità” come li ha chiamati Francesco Merlo (ieri) su Repubblica. Qui c’è gente perbene che tenta ogni giorno di rialzare la china per darsi un decoro ed una dignità, e non può vedersi sporcare la propria vita da uomini che per quello che hanno combinato (e contaminato) non dovrebbero avere nemmeno il coraggio di guardare in faccia i propri figli!

Allora, se tutti quanti noi, apertamente iniziamo a denunciare quello che sappiamo, diventeremmo complici della legalità e della rinascita del nostro paese. L’omertà non giova a nessuno. Due condizioni di potere abbiamo dalla nostra parte, il voto che noi tutti abbiamo il diritto di esprimere e che non verrà più dato a personaggi di dubbia moralità ed infine la nostra dignità di dire ciò che sappiamo, fatto questo, vista la nostra democrazia troveremmo sicuramente chi ci ascolta ma soprattutto la Giustizia e le Forze dell’ordine, sensibili a queste condizioni, dalla nostra parte. Una rivoluzione delle coscienze è d’obbligo.

lalanternadidiogene@approdonews.it