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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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La Dia sequestra beni per un milione ad un operaio del vibonese

La Dia sequestra beni per un milione ad un operaio del vibonese

L’uomo è stato coinvolto in passato in un’operazione contro il narcotraffico tra Lombardia e Piemonte, ed è ritenuto vicino al clan Mancuso di Limbadi

La Dia sequestra beni per un milione ad un operaio del vibonese

L’uomo è stato coinvolto in passato in un’operazione contro il narcotraffico tra Lombardia e Piemonte, ed è ritenuto vicino al clan Mancuso di Limbadi



VIBO VALENTIA – La Direzione investigativa antimafia di Catanzaro ha sequestrato beni per un milione di euro riconducibili a Leonardo Melluso, di 47 anni, di Vibo Valentia, gia’ noto alle forze dell’ordine e ritenuto vicino alla cosca Mancuso di Limbadi. Il provvedimento è stato preso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Vibo Valentia dopo una proposta formulata dal Direttore della Dia. Tra i benni sequestrati figurano quote societarie, immobili e rapporti finanziari.

Leonardo Melluso, condannato a quattro anni ed otto mesi di reclusione per traffico di stupefacenti al termine del processo scaturito dall’operazione denominata “‘Nduja”, è ritenuto un personaggio di rilievo delle organizzazioni ‘ndranghetistiche del vibonese, ed in particolare e’ considerato molto vicino a Michele Mancuso, fratello di Luigi, indicato ai vertici dell’omonima famiglia operante a Limbadi. Il Tribunale della prevenzione, anche alla luce della sentenza di condanna, dei precedenti penali e delle frequentazioni di Melluso con soggetti vicini ad ambienti criminali ha sostenuto che “tutti questi elementi consentono di formulare l’incidentale giudizio di pericolosità sociale del proposto necessario per procedere con l’esame del profilo patrimoniale della misura”. Dagli accertamenti patrimoniali, che hanno riguardato un arco temporale compreso tra il 1997 ed il 2010, svolti dalla Dia nei confronti di tutti i componenti il suo nucleo familiare, è emersa la sproporzione tra il reddito dichiarato e le attività economiche esercitate. Al riguardo, il Tribunale di Vibo Valentia ha sostenuto che “tutti i beni oggetto della proposta direttamente o indirettamente nella disponibilità di Melluso avuto riguardo alla sproporzione tra il reddito reale e quello dichiarato devono ritenersi il frutto o comunque il reimpiego dei proventi derivanti dalle attività illecite”.

Ammonta, complessivamente, a circa 74 milioni di euro il valore dei beni sequestrati o confiscati dalla Dia di Catanzaro a presunti esponenti della ‘ndrangheta di Vibo Valentia dopo il sequestro di stamani, per un milione, a carico di Leonardo Melluso. L’aggressione dei patrimoni delle cosche si inquadra in una più vasta ed articolata strategia pianificata dal Direttore della Dia, che mira, sostengono gli investigatori, “a contrastare l’illecita accumulazione di ricchezze da parte delle organizzazioni criminali, concorrendo a ripristinare la legalità in un’area, quale quella vibonese, caratterizzata dalla destabilizzante presenza di organizzazioni mafiose, a ragione ritenute tra le più pervasive ed opprimenti il tessuto socio economico”. In particolare, la Dia ha sequestrato o confiscato beni a Giuseppe Prestanicola (60 milioni di euro), Antonio Mancuso (5 milioni), Giuseppe Accorinti (un milione), Domenico Campisi (700 mila euro), Giovanni Franzé (1,5 milioni), Paolo Ripepi (2 milioni), Nicolino Mazzeo (2 milioni) e Gerardo Macrì (un milione).