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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 19 GENNAIO 2025

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Istituito tavolo permanente sulla crisi del porto di Gioia Le reazioni del mondo calabrese

Istituito tavolo permanente sulla crisi del porto di Gioia Le reazioni del mondo calabrese
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Ufficio Stampa UST CISL Reggio Calabria

Accogliamo positivamente, l’incontro promosso dal Prefetto di Reggio Calabria sul tema strategico Porto di Gioia Tauro finalizzato anche all’istituzione di un tavolo permanente, una sorta di camera di decantazione che attraverso un confronto continuo si candidi a seguire e monitorare un possibile piano di investimento, come dichiarato in sede ministeriale e territoriale, per il porto di Gioia Tauro. Superare la crisi attraverso un lavoro sinergico e di confronto con gli interpreti istituzionali, sociali e imprenditoriali, risulterà essere uno strumento indispensabile per il futuro del Porto. Dopo varie vicissitudini pare che l’ incontro tenutosi presso la sede dell’ autorità portuale – al quale ha partecipato la Cisl, Rosi Perrone, Cristian De Masi, Annibale Fiorenza e Peppe Larizza – abbia sancito la messa in campo di quanto esposto al tavolo romano con il ministro Toninelli. La proposta di un tavolo permanente prefettizio – lo accettiamo come camera di raffronto e approfondimento su due pilastri portanti per il futuro di Gioia Tauro: investimenti ed occupazione, con un monitoraggio costante su ogni azione proposta e messa in atto.

Un passaggio importante vista la volontà del Ministro Toninelli, di confermare il ruolo strategico del porto di Gioia Tauro nel “sistema nazionale dei trasporti”, e soprattutto di farsi garante di tutti gli interventi necessari per il rilancio degli investimenti e delle attività portuali affinché non venga sacrificata la continuità operativa e venga garantita e migliorata la stabilità occupazionale, al tavolo convocato al Mit infatti il ministro ha precauzionalmente ipotizzato circa 60 giorni di tempo per decidere anche su un eventuale ritiro di concessione se Mct non dovesse assumere gli impegni di investimento ed una apertura di linea di confronto per gli investimenti da parte Msc. Allora sarà ancora più determinante il tavolo permanente prefettizio strettamente collegato al governo, in quanto come Cisl ci chiediamo quanto tempo necessiterebbe per ritiri, subentri o quant’altro? E nel frattempo il lavoro ed i lavoratori che continuità avranno? Questo uno dei tanti nodi, speriamo a questo punto gordiani, che dovranno essere sciolti al tavolo permanente prefettizio che ci aspettiamo faccia da continuo riferimento per gli atti del ministro e del governo. Perché non è più accettabile che, per le complessità e le criticità del management, a pagarne le spese siano sempre lavoratori e polo infrastrutturale.

Pertanto, cercheremo di capire, seguendo ogni singolo passo di questo iter, quali iniziative saranno intraprese tra i vari livelli istituzionale ed MCT ed MSC ed in quali tempi e con quali modalità, affinché non venga avvilito e sminuito il valore strategico ed economico di Gioia Tauro e del suo indotto, non dimenticando mai nei fatti quante aziende e lavoratori gravitano anche nell’ indotto. Non si può assolutamente più attendere è di fatto improcrastinabile un cambio di passo per una struttura oggi semi-morente e annichilita nella sua vocazione organica, e cuore pulsante della ZES, su cui insistono complessivamente circa 200 milioni di euro a sportello oltre la legge 181, oltre che è di pochi giorni fa l’ ufficialità che il decreto semplificazioni ha sancito il via libera alla stessa. Dunque gli strumenti agevolativi e le risorse finanziarie ad essa collegate possono animare commercialmente il territorio e devono favorire un’esplosione dello sviluppo industriale, assicurando le più rosee aspettative nel comparto occupazionale e di sviluppo legale libero e strategico del porto nella metrocity come trait’ union, della Metrocity, della Calabria e del Paese, tra Europa e Mediterraneo.

Amministrazione Comunale di San Ferdinando

Commetteremmo una mutilazione culturale se, davanti all’ultima crisi del porto, ci limitassimo a osservare soltanto gli effetti senza ricercare le cause che l’hanno determinata. Tale crisi, infatti, non scende graziosamente dal cielo ma è la conseguenza di una scelta industriale che ha privilegiato soltanto il transhipment, senza prevedere una politica di diversificazione utile a contenere e assorbire emergenze e rischi. La presenza, poi, di un duopolio costituito da Contship e MSC, unico venditore e unico acquirente, operante nel porto di Gioia Tauro, ha introdotto distorsioni e ha portato all’estremo la legittima contrapposizione di interessi commerciali, causando, tra l’altro, i ripetuti e ostinati licenziamenti. Apprezzabili e apprezzate sono, oggi, le rassicurazioni fornite dall’imprenditore Aponte, che si dichiara pronto a investire consistenti capitali nell’ammodernamento dello scalo.

Esse risolvono un drammatico problema contingente e restituiscono serenità alle famiglie dei lavoratori. Non possiamo, però, e non dobbiamo fermarci solo alla rassicurazione sulla ripresa delle attività. Il territorio ha il dovere di indicare nuovi percorsi produttivi che dilatino gli orizzonti della speranza e dello sviluppo ed è per questo che chiede, allo Stato, soluzioni che consentano di liberarsi dall’ansia e dal respiro anginoso dell’emergenza per entrare, finalmente, nella logica della stabilità e della programmazione. La realizzazione delle infrastrutture necessarie alla fisiologia industriale dell’area (bacino di carenaggio, implementazione del gateway ferroviario, collegamenti autostradali, innalzamento dei livelli di sicurezza, ecc.), l’avvio e la competitività dell’area ZES, l’attrazione di capitali e di talenti, la nomina dell’Autorità Portuale sono requisiti essenziali per rendere vitale un processo di utilizzazione polifunzionale dell’area portuale. Una prospettiva, quest’ultima, tutta da costruire e alla quale deve corrispondere, parallelamente, un ripensamento critico di tutto il territorio che protegga, rivaluti e tesaurizzi la vastità delle risorse, riqualificandole in modo originale e utile perché diventino occasione di ricchezza e di nuovo valore. Tutte le crisi ci insegnano che dai loro gorghi ci si allontana non per salti miracolosi ma solo attraverso faticose risalite. Nel compiere questo sforzo collettivo, la comunità di San Ferdinando esprime la determinazione a essere sempre pars construens.