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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 16 MAGGIO 2024

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Interruzione della gravidanza a pagamento. Chiesto il processo per un ginecologo

Interruzione della gravidanza a pagamento. Chiesto il processo per un ginecologo

Il dottore Severino Ciaccio, 66 anni, in servizio all’ospedale di Catanzaro, è accusato di calunnia e concussione. Dopo avere saputo della denuncia di una giovane paziente l’aveva querelata sostenendo il contrario. Il professionista è coinvolto in un’altra inchiesta secondo la quale si sarebbe fatto pagare dalle pazienti che volevano abortire

Interruzione della gravidanza a pagamento. Chiesto il processo per un ginecologo

Il dottore Severino Ciaccio, 66 anni, in servizio all’ospedale di Catanzaro, è accusato di calunnia e concussione. Dopo avere saputo della denuncia di una giovane paziente l’aveva querelata sostenendo il contrario. Il professionista è coinvolto in un’altra inchiesta secondo la quale si sarebbe fatto pagare dalle pazienti che volevano abortire

 

 

CATANZARO – La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio del ginecologo Severino Ciaccio, di 66 anni, accusato di concussione e calunnia. Il medico, in servizio nell’ospedale ‘Pugliese’ di Catanzaro, secondo l’accusa, si è fatto pagare la somma di 120 euro da una ragazza straniera che si era sottoposta a visita medica per l’interruzione volontaria di gravidanza. Le indagini della Procura hanno avuto inizio dopo la denuncia della paziente che, dopo aver pagato il denaro, si è rivolta alla magistratura per raccontare l’accaduto. Tra l’altro, il professionista è molto noto, anche per la sua attività di politico, dal momento che ricopre la carica di sindaco della cittadina di Belcastro (Catanzaro).

Ciaccio, dopo aver saputo della denuncia della donna, ha presentato una querela contro la vittima sostenendo di non aver mai ricevuto denaro per la visita medica. Già nei mesi scorsi il sostituto procuratore della Repubblica, Carlo Villani, aveva chiesto il rinvio a giudizio del ginecologo sempre per aver intascato denaro per le visite nei confronti di donne che volevano abortire. L’accusa sostiene, inoltre, che Ciaccio chiedeva il denaro alle pazienti sostenendo che si trattava di un rimborso spese per l’attività svolta.