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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 05 MAGGIO 2024

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Inaugurazione presidio Libera “Fazio Cirolla” a Cassano Posta la prima pietra per il riscatto civile del territorio

Inaugurazione presidio Libera “Fazio Cirolla” a Cassano Posta la prima pietra per il riscatto civile del territorio
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di don Leonardo Manuli

Anche a Cassano è stata posta la prima pietra per il riscatto civile, un seme e un segno di provocazione all’impegno di tutti. Da ieri la cittadina della sibaritide ha ufficialmente un presidio della legalità, con la sezione “Fazio Cirolla”, dell’Associazione Libera contro le mafie, uno dei movimenti antimafia più diffusi sul territorio nazionale. La sede è stata inaugurata mercoledì 29 maggio scorso alle ore 17.30, alla presenza del presidente storico di Libera e fondatore, don Luigi Ciotti, che ha affermato che “oggi è stata costruita una pagina storica unica”. Era presente il referente regionale di Libera, don Ennio Stamile, il quale ha sottolineato l’importanza “del fare memoria e di mettere la faccia davanti al disorientamento in Calabria.

Il vescovo di Cassano all’Jonio, Sua Ecc.za Francesco Savino, è l’ideatore e il promotore di questa iniziativa, per ricalibrare l’impegno di diffondere una cultura della legalità, della “chiesa che resiste”, e della “chiesa resiliente”, in un territorio fortemente inquinato da diverse difficoltà, impaurito e impoverito, che presenta delle complessità e insufficienze civiche, soprattutto nell’ambito di percorsi volti ad una piena cittadinanza, vivibile e democratica. Come si presidia un territorio a sua volta presidiato dalla criminalità? Come liberare la Calabria dalla prepotenza culturale ‘ndranghetista? Che ruolo può svolgere la chiesa per essere “sovversiva” e prosociale sul territorio? Come far riacquistare fiducia alle gente nella disaffezione politica? Alla forza seducente della violenza, del potere e del denaro, si contrappone il “presidio” del non compromesso, della non complicità, senza gesti plateali, parlando e vivendo con chiarezza, vincendo l’indifferenza con la testimonianza autentica, dei cittadini e dei laici.

L’analisi del contesto fa emergere delle problematiche che hanno a che fare con la legalità, la pervasiva presenza criminale e ‘ndranghetista, che ha messo le mani sulla città, conseguenza che porta a creare una controcultura e una rete, che mirano a raccogliere le tante forze sane presenti, per ripristinare e infondere nel tessuto socio-culturale energia e speranza, e non parlare di legalità quale slogan senza ricadute forti sulle coscienze. L’obiettivo del presule Mons. Savino, in questi quattro anni di episcopato (il 31 maggio prossimo ricorre il suo anniversario), è di soffiare il vento dell’utopia del cambiamento, che si chiama speranza, tra disoccupazione e scartati, tra miseria e giovani che preferiscono di lasciare la Calabria per mancanze di opportunità, invece che delinquere e cadere nelle maglie della ‘ndrangheta. “Stiamo scrivendo una bella pagina di storia al plurale”, ha dichiarato mons. Savino, “dove non si possono attivare percorsi di umanizzazione senza la libertà”.

Il presule ha esortato a pensare, in modo critico, contro il potere che ci vuole addormentati e addomesticati”, “contro ogni atteggiamento di illegalità che ci toglie il respiro e la libertà, bisogna creare una mentalità e una cultura al plurale che diventi comunità”. All’evento, che si è svolto nella basilica cattedrale di Cassano, il luogo simbolo della città, si vuole lanciare un messaggio, a partire dalla chiesa, a volte silenziosa, introversa e preoccupata di mantenere alcuni equilibri, affinchè invece abbracci ogni categoria di persone, e sia sulla strada con la vita dlela gente. C’è stata una vivace partecipazione dei cittadini, accanto alla presenza istituzionale della dott.ssa Paola Galeone, prefetto di Cosenza, del dott. Eugenio Facciolla, procuratore della repubblica e di Anna Paola Porzio, commissario straordinario del governo del coordinamento antiracket e antiusura. Alla fine ha concluso don Luigi, augurando buon lavoro al nuovo presidio di Cassano, e rivolgendosi ai partecipanti, ha invitato tutti a “non fare della legalità un idolo, una bandiera dietro cui nascondersi”. Libera, ha dichiarato don Ciotti, rappresenta un “noi e non io”, “con umiltà e saggezza va avanti non sapendo tutto, confrontandosi, formandosi e formando alla corresponsabilità”.