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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 06 MAGGIO 2024

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Immigrazione: nasce a Reggio il Coordinamento ecclesiale di pronto intervento

Ne fanno parte, fino ad oggi, la Caritas, Migrantes, la Comunità di S. Egidio, la Comunità Papa Giovanni XXIII il Centro d’Ascolto S. Agostino, le suore Scalabriniane, la Comunità di Vita Cristiana, il Masci, l’Agesci, il Moci, il Gris

Immigrazione: nasce a Reggio il Coordinamento ecclesiale di pronto intervento

Ne fanno parte, fino ad oggi, la Caritas, Migrantes, la Comunità di S. Egidio, la Comunità Papa Giovanni XXIII il Centro d’Ascolto S. Agostino, le suore Scalabriniane, la Comunità di Vita Cristiana, il Masci, l’Agesci, il Moci, il Gris

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

La recente, dolorosissima tragedia in mare di centinaia di migranti nelle
acque di Lampedusa non è altro che l’evento più eclatante – date le
proporzioni – di una lunghissima serie di eventi simili, che si consumano
ormai da diversi anni. Al punto che per molti è diventato un fatto quasi
normale, spiacevolmente ineluttabile, più o meno come le guerre o la fame
nel mondo. Né manca – anche a livello di autorevoli esponenti della
politica nazionale – chi continua a esprimere al riguardo posizioni assurde
e inaccettabili, come inaccettabile è il concetto di “reato di
clandestinità”.

La Chiesa reggina, da sempre fortemente impegnata a fianco degli ultimi, ha
preso atto di come, sempre più frequentemente, gli sbarchi di profughi
provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente e, dunque, in fuga da zone di
guerra e aventi diritto di asilo, non riguardino più soltanto Lampedusa, ma
anche il resto della Sicilia e le coste della Calabria, compresa la nostra
provincia.

Per questo diverse realtà ed associazioni della Diocesi hanno costituito in
Settembre un “Coordinamento ecclesiale di pronto intervento”, con l’intento
di dare insieme un contributo il più efficace possibile in situazioni di
emergenza. Ne fanno parte, fino ad oggi, la Caritas, Migrantes, la Comunità
di S. Egidio, la Comunità Papa Giovanni XXIII il Centro d’Ascolto S.
Agostino, le suore Scalabriniane, la Comunità di Vita Cristiana, il MASCI,
l’AGESCI, il MOCI, il GRIS.

L’idea di fondo è quella di essere disponibili rispetto alle esigenze che
le istituzioni competenti, a partire da Prefettura e Protezione Civile,
individueranno volta per volta. Ma anche di portare, in situazioni così
estreme quali la temporanea permanenza di profughi in strutture della
nostra provincia, qualcosa che risponda al nostro specifico e ai bisogni
più intimi che ogni essere umano porta con sé, bisogni di natura affettiva,
psicologica, spirituale. Dunque, cibo, acqua, vestiti, scarpe, coperte … ma
anche schede telefoniche e cellulari, approcci di ascolto e di dialogo,
momenti di serenità per i bambini, dove possibile piccoli momenti di
preghiera.

A tal fine il Coordinamento ha chiesto l’accreditamento presso la
Prefettura perché coloro che ne fanno parte possano essere ammessi
all’interno delle strutture di accoglienza primaria; visto che – è bene
tenerlo presente – si tratta sempre di situazioni molto complesse e
delicate, specie per le implicazioni di natura sanitaria, di sicurezza e di
ordine pubblico.

Va infine detto che, emergenze a parte, si sta anche pensando a un
orizzonte più ampio, perché la nostra città possa dare, in un futuro non
lontano, un’accoglienza stabile a quanti fra gli immigrati ne hanno bisogno.

Coordinamento ecclesiale di pronto intervento-Reggio Calabria