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TAURIANOVA (RC), VENERDì 17 MAGGIO 2024

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Il direttore di Approdo Luigi Longo: “Vincenzo Speziali e il rapporto con noi giornalisti’ "Noi giornalisti, per essere tali, dobbiamo riportare i fatti e i fatti sono un'ostinata verità. E se per questo, sempre noi giornalisti, non abbiamo padroni, perché se proprio dovessimo averli, essi sono e sarebbero, solamente i nostri elettori"

Il direttore di Approdo Luigi Longo: “Vincenzo Speziali e il rapporto con noi giornalisti’ "Noi giornalisti, per essere tali, dobbiamo riportare i fatti e i fatti sono un'ostinata verità. E se per questo, sempre noi giornalisti, non abbiamo padroni, perché se proprio dovessimo averli, essi sono e sarebbero, solamente i nostri elettori"

Noi giornalisti, per essere tali, dobbiamo riportare i fatti e i fatti sono un’ostinata verità. E se per questo, sempre noi giornalisti, non abbiamo padroni, perché se proprio dovessimo averli, essi sono e sarebbero, solamente i nostri elettori.
Perché dico così? Semplicemente constatando, come da ieri sera, questa redazione si trova blandita con consigli conditi da falso buonismo, sol perché facciamo il nostro mestiere, cioè dare notizie, pubblicarle e concedere spazio a chi invia, da par suo, commenti apprezzabili, ma, soprattutto veritieri.
Poi, se i contenuti si condividono o meno, ciò è un’altra storia, però la censura in Italia, non esiste, mentre è deprecabile, oltre che deontogicamente inammissibile (e vietata) la propaganda di chiunque, principalmente se essa viene perpetrata ad oltranza.
Ieri sera, Vincenzo Speziali, cioè il leader dello scudocrociato calabrese, ci ha inoltrato una riflessione, molto pungente, scritta con il suo solito stile ironico, dissacrante, ma ben argomentata e da lì il diluvio.
Io stesso, l’ho chiamato per avere una sua impressione e nel mentre mi rispondeva (con tanto di sottofondo dei soliti bombardamenti in corso in Libano e per i quali non fa una piega, dimostrando coraggio indomito), lo stesso Speziali, mi confidava come pure lui avesse ricevuto messaggi di titolati esponenti di Forza Italia, i quali gli chiedevano lumi in merito.
“Io proprio, non li capisco” -attacca il nostro interlocutore- “come se non mi conoscessero. Sanno che se ascolto scempiaggini, sdragionamenti apolitici, apologia da autoreferenzialita`, oppure offese gratuite e propalazione di irrealistici sondaggi, replico, smontando ogni aspetto, dimostrando il mio pensiero, nella maniera e nel modo incontrovertibile. E dire che dovrebbero conoscermi bene, sanno che non ho paura e pure tu, senti e vedi, quel che passo ogni giorno, cioè questi tuoni di bombe.Tra l’altro, con alcuni di essi, eravamo assieme nel Giovanile DC da me guidato, però io sono rimasto a casa mia, con il mio simbolo, la mia storia, la mia coerenza, mentre altri invece hanno ammainato il tutto, preferendo acquattarsi in differenti ambiti e…meglio non aggiungere alcunché. Se però si dovessero permettere polemiche, non vedo l’ora, così replico ancora più duramente e chiederò pubblicamente evidenza di quanto sostengono o di quel che fanno, benché per me, sarebbe più corretto dire, in taluni casi, affermare che non fanno”.
Era arrabbiato o infastidito Speziali?
No, semmai, divertito, perché ha raggiunto lo scopo. Il suo scopo: mettere scompiglio, al pari di come faceva Cossiga, allorquando diceva “mettete quattro gatti in una stanza al buio e vedrete cosa accade a chi sta lì dentro”, mi ha detto testualmente.
D’altronde, non sbaglia mai, se fa una previsione, perché ieri sera (24 Febbraio), ribadiva “sono sempre al corrente di tutto: in parte essendo bene informato, ma il più spesso delle volte, a fronte del fatto che gli eventi, pur operando io stesso da remoto, è il sottoscritto a determinarli”.
In effetti, visti i precedenti di mia conoscenza, non si può dargli torto e di seguito ve ne rendo nota.
Stefania Papaleo, Giuseppe Mazzaferro, Antonella Grippo, Pasquale Motta, Maria Teresa Criniti, Rosario Condarcuri, Jacopo Giuca, Rocco Muscari, Roberto Rao, Gabriele Rubino ed io, siamo i giornalisti calabresi, con cui Speziali ha abbastanza confidenza ed anche amicizia, perciò ci capita spesso di parlargli, pure per avere notizie, le quali da, se vuole e se lo ritiene opportuno, dicendo in anticipo verità, che sul momento sembrano incredibili, benché poi, puntualmente si avverano.
Proprio Giuseppe Mazzaferro, ha cominciato a instillare questo sospetto a noi tutti, nel Gennaio del 2022, tre giorni prima che iniziassero le votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica (era un venerdi`), quando ebbe modo di incontrare il Presidente Occhiuto (grande elettore di quella platea), il quale gli disse serafico: “la settimana prossima eleggeremo Casini”.
La sera, io ero presente con Mazzaferro e assistenti ad una telefonata di lui con Speziali (il quale si trovava a Beirut, avendo prolungato la sua permanenza iniziata con le vacanze di Natale, 20 giorni prima) e sempre Speziali gli disse che era in attesa di ricevere a cena da lui a casa, alcuni diplomatici di importanti Paesi occidentali, di stanza in Libano, per poi chiosare con la frase: “Occhiuto sbaglia. Tra una settimana, all’ultimo minuto utile, sarà rieletto Mattarella. Siamo alla vigilia di un conflitto e uno come l’attuale Capo dello Stato, per di più ex Ministro della Difesa e nella qualità di Presidente della Repubblica, persino capo supremo delle Forze Armate, non si può cambiare”.
Disse proprio così e così andò, pur se al momento, nutrimmo qualche dubbio, salvo poi ricrederci, al pari di sempre, in futuro.
Di lì a pochi mesi, infatti, si tennero le elezioni a Catanzaro e tutti i pronostici, erano favorevoli al Prof. Valerio Donato. Speziali si mise di traverso, anzi tolse il famoso coniglio dal cilindro, cioè la candidatura di disturbo dell’Avv. Talerico e quando gli chiedemmo lumi, ci rispose: “vincerà Fiorita e speriamo che io non me ne debba pentire. Al momento mi appare la soluzione migliore, ma se dovesse fallire e nuocere alla Città, gli butterei giù l’Amministrazione Comunale, così come faceva Carmelo Pujia e porterei al voto nuovamente Catanzaro, poiché sindaci migliori di Abramo o Tallini, non ne vedo. Donato, andrebbe bene, ma questa ‘galeonica allenza’ non mi convince affatto, anzi sono certo che al primo attrito, si frantumera`”.
Come è andata a finire? Facile, cioè come ha detto Speziali, ovvero Fiorita vince, la coalizione di Donato si dissolve e l’attuale Sindaco si è ritrovato con lo stesso Speziali, deluso dall’attuale Amministrazione, a fargli un’opposizione costante e puntuale, da metterla in seria crisi (benché sembra che adesso Fiorita si sia riavvicinato).
Altro esempio, la morte di Berlusconi. Sabato 10 Giugno ultimo scorso, cioè trentasei ore prima a che il Cavaliere morisse, chiamai Speziali, il quale era proprio a Milano con la moglie e gli chiesi notizie, poiché da giorni non si sapeva nulla dell’ex Premier.
Lesto, mi rispose “è entrato al San Raffaele, circa un’ora fa, nuovamente e secondo me, questa volta definitivamente”.
Io gli risposi, come fosse da tre mesi che sosteneva, in contrapposizione alle dichiarazioni ufficiali, l’ormai imminente fine del povero Berlusconi, ma sempre Vincenzo Speziali, di rimando, soggiunse: “premesso che mi spiace per quanto sta passando, ma questa malattia la conosco bene. È la stessa che ha colpito mio zio Vincenzo. In più so sempre tutto quando voglio sapere e ho chi mi dice le cose ed io possiedo mezzi per verificarle. Tra l’altro, se tutto andasse così bene, non ravvedo necessità di sperticarsi in simili dichiarazioni tranquillizzanti e normalizzanti. Piuttosto, mi sembra di assistere all’agonia dei gerontocrati papaveri sovietici, i quali, facendo restate all’oscuro l’opinione pubblica interna ed estera, entravamo in ospedale, le stanze per la pubblicistica venivano ammobiliate come se fossero uffici e loro si facevano riprendere a favore di telecamere e macchine fotografiche, dandob ad intendere di ttovarsi in salute e al lavoro, salvo poi morire, in quel luogo, senza mai esservi usciti”.
Infatti, il lunedì 12, insomma un giorno e mezzo dopo, di buon mattino mi chiama e mi comunica la morte dell’illustre infermo, tant’è che fummo noi di Approdo, la prima testata giornalistica a darne notizia in Italia.
Ma vi è di più: lunedì 19, quindi sei giorni or sono, nel mentre parlavamo, poiché chiedevo lumi circa la situazione in Medio Oriente, pure questa, puntualmente prevista da più di un anno, quasi lui fosse, l’unica voce stonata nel coro, gli chiedo come vede l’elezione di Occhiuto, nella funzione di Vicesegretario Vicario di Tajani.
Serafico replica: “Vicario che? Non ci riuscira`. Mi spiace, perché non gli sono ostile, però deve fare una sana catarsi e ritornare con i piedi per terra, sennò glielo farò capire, ma per il bene del suo mandato elettorale, ovvero quello di Presidente della Calabria, la quale come Regione deve continuare ad essere ben governata. Tra l’altro, si stanno affilando le trame, che non so, trattandosi di Forza Italia, se sono di carattere congressuale o da scontri di corte tra cortigiani. Qualcuno mi ha pure ha contattato, per coadiuvarli nella fronda, ma ho risposto di no, per due motivi. Il primo, io le cose le faccio se sono necessarie e comunque a viso aperto, in quanto non ho mellifluita` da brianzolo. Vengo da Bovalino e noi siamo coraggiosi, non controfigure di quaquaraqua`. Poi, ho fatto presente, a questi titolati amici, anche influenti, di risparmiare le loro energie, poiché fatti ed eventi, ma principalmente il carattere intimamente insicuro, al di là delle apparenze contrarie, proprio di Antonio Tajani, faranno sì che ciò non avvenga. E io, non mi sbaglio mai, modestamente”.
Pure in questo caso, contro ogni certezza e previsione ci ha visto lungo e alla fine ha avuto ragione, al punto che, proprio durante la nostra chiaccherata di ieri sera mi ha testualmente detto (e l’ho trovata in perfetta linea con il suo modo di essere e di comportarsi) e ho dovuto appuntarmela, alfine di non sbagliare, essendo sincera e verosimile: “Ormai ho dato la mia disponibilità a candidarmi perché il mio Partito me lo ha chiesto e non mi tiro indietro. A me non spaventa la competizione elettorale, la raccolta del lecito consenso. Semmai aborro le cooptazione, cioè l’antipolitica, chi non ha aderenza e conoscenza del territorio e della giusta rappresentanza dei legali interessi o diritti, in capo ai cittadini, i quali sono persone, poi elettori. Di conseguenza, a tutti quelli che mugugnano, siccome vincerò e sarò eletto, gli ricordo quanto farebbero bene ad agevolare politicamente il tutto e a votarmi pure, anche se si trovano in altre formazioni rispetto alla nostra che corre con gli amici della Lega. Lo sa perché? Altrimenti, poi, pure in forza di ottimo risultato elettorale e di sondaggi alla mano (e i miei sono veri e pubblicati sul portale della Presidenza del Consiglio), dicevo altrimenti qualcuno dovrà cedermi per forza il suo collegio elettorale per il Parlamento italiano. Conviene a costoro? Non credo, ma si facessero bene i conti, poiché io me li so calcolare, glieli faccio a chiunque e non mollo mai. Tra l’altro, rammento una frase di Paul Getty senior, il quale seppur per interposta persona, ha avuto a che fare con Bovalino e ripeteva che tutto e tutti hanno un prezzo, il segreto è saperlo fissare. Bene, io l’ho fissato ed è vantaggioso sia per me come per gli altri, ma principalmente nell’interesse dei cittadini”.
Parliamoci chiaro, uno così se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo!