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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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Ieri la Commissione regionale anti ‘ndrangheta ha celebrato la Giornata della memoria e dell’impegno

Ieri la Commissione regionale anti ‘ndrangheta ha celebrato la Giornata della memoria e dell’impegno

Presente il vescovo della diocesi di Cassano Nunzio Galantino, che ha lanciato un messaggio contro l’omertà: “Bisogna dire no ai silenzi traditori e complici”

Ieri la Commissione regionale anti ‘ndrangheta ha celebrato la Giornata della memoria e dell’impegno

Presente il vescovo della diocesi di Cassano Nunzio Galantino, che ha lanciato un messaggio contro l’omertà: “Bisogna dire no ai silenzi traditori e complici”

 

 

La Commissione consiliare per la lotta alla ndrangheta, presieduta dal consigliere Salvatore Magarò (Scopelliti presidente), ha concluso i propri lavori con la solenne testimonianza del vescovo di Cassano allo Ionio, mons. Nunzio Galantino in ricordo di tutte le vittime della criminalità mafiosa nella ‘Giornata della Memoria e dell’Impegno’.

L’organismo, prima dell’intervento del prelato, aveva ascoltato le comunicazioni di Magarò sulle iniziative di quest’anno che la Commissione promuoverà sul territorio regionale e nazionale.

“La Commissione proseguirà il suo lavoro – ha detto Magarò – nel solco già tracciato dell’apertura al territorio ed alle realtà associazionistiche, positive e attive, che operano in Calabria. Intendiamo inoltre avvalerci – ha sottolineato Magarò – della preziosa collaborazione di quanti, con modalità diverse, si trovano a combattere contro le cosche e contro il variegato fenomeno dei condizionamenti che limitano in maniera considerevole la libertà ed il pieno esercizio dei diritti. Vittime di fenomeni criminali, testimoni di giustizia e rappresentanti dell’associazionismo e della società civile, dovranno essere i veri esperti a cui dovremo rivolgerci e riferirci nella continuazione del nostro impegno contro la ‘ndrangheta”.

Magarò, ha reso noto che “e’ intenzione della Commissione operare una ricognizione della legislazione regionale vigente in materia di legalità e contrasto al crimine organizzato e della verifica dell’applicazione e della contemporaneità delle norme con conseguente integrazione, modifica parziale dei dispositivi. L’obiettivo – ha evidenziato – è la predisposizione di un testo legislativo coordinato, attuale ed efficace che raccolga tutte le normative in vigore in materia di contrasto alla illegalità attraverso una norma organica che dia sistematicità e semplificazione. Una proposta organica da presentare, con la firma di tutti i componenti, in Consiglio”.

A tal fine, ha posto all’attenzione della Commissione “il percorso istituzionale utile alla predisposizione del testo, e i lavori preparatori che ne scaturiranno – ha detto – saranno occasione per relazionarci con i settori abilitati dalla legge a contrastare i fenomeni di illegalità (Prefettura, Forze dell’Ordine, Magistratura), gli organismi istituzionali ed amministrativi (Giunta, Anci, Upi, Sua, Agenzia Nazionale per i Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, Abi), il mondo della scuola, delle professioni, del lavoro e dell’associazionismo”.

Salvatore Magarò ha anche indicato, tra le finalità e gli obiettivi, “la presentazione di una proposta di legge sulla trasparenza della Pubblica Amministrazione, l’introduzione di norme per l’assegnazione di un Rating della qualità della Pubblica Amministrazione”. Il presidente della Commissione ha anche anticipato “la presentazione di una proposta legislativa di iniziativa del Consiglio Regionale da presentare in Parlamento per contrastare la diffusione dei giochi d’azzardo e prevenire il diffondersi delle patologie ad essi connesse e che finiscono con l’avere gravi ripercussioni sulle famiglie e sulla società.

Proseguendo nel suo intervento, il presidente della Commissione ha lanciato l’idea “di un confronto con gli organismi assembleari istituiti con analoghi fini e obiettivi nelle altre Regioni del Sud. Si tratta di concretizzare relazioni operative con le Commissioni e i gruppi di lavoro esistenti in Regioni come la Sicilia, la Campania, la Puglia e la Basilicata per tessere rapporti inter-istituzionali con obiettivo di comparare legislazioni, apparati normativi ed esperienze compiute o in itinere, cercando così di dare vita ad un vero e proprio macrorganismo antimafia del Mezzogiorno”.

“Dagli istituti regionali operanti in aree che vivono e soffrono fenomeni criminali radicati – ha sottolineato Magarò – possono emergere proposte e linee d’intervento efficaci, utili non solo per le istituzioni e le società civili calabresi, siciliane, campane, pugliesi e lucane ma anche per zone del Paese, terreno privilegiato di nuove ondate espansive sempre più pervasive. In prospettiva, si può lavorare alla preparazione di una Conferenza meridionale – promossa dal basso, dalle Regioni – sulle presenze del crimine organizzato”. Magarò ha anche anticipato l’intenzione di promuovere un proficuo rapporto collaborativo con la Commissione parlamentare antimafia e con le autorità nazionali con l’obiettivo di raggiungere una migliore conoscenza del fenomeno mafioso e delle sue interconnessioni.

Tra le prossime attività operative, Salvatore Magarò ha proposto “la creazione di uno “Sportello del cittadino” sul sito del Consiglio Regionale, coordinato all’eventuale organizzazione di uno Sportello informativo permanente, e la sistematica azione di formazione e affiancamento consulenziale agli Amministratori e Quadri dei Comuni, Province e Comunità Montane e Unione dei Comuni, alle luce delle recenti normative, sui temi delle azioni positive antimafia e antindrangheta negli Enti Locali: protocolli di legalità, certificazione antimafia, procedure di trasparenza nelle gare e Stazioni Uniche Appaltanti, utilizzo dei beni confiscati alla mafia, governo del territorio, tutela ambientale trasparente, procedure di trasparenza nei pagamenti, tracciabilità bancaria e procedure di attuazione della Legge 136 e della L.R. 4, anche ricorrendo, se necessario, alle risorse dei Contratti Locali di Sicurezza o dell’Asse “Governance” del POR Calabria FESR e FSE 2007/2013; la promozione di azioni di formazione e di affiancamento consulenziale in favore di Amministratori e Dirigenti degli enti locali destinatari di atti intimidatori, iniziative da concertare con il Polo Bibliotecario antimafia volte alle scolaresche e in collaborazione con gli editori calabresi e la prosecuzione della pubblicazione “Quaderni della legalità”.

Dopo le proposte di lavoro del Presidente alla Commissione per la seconda parte della legislatura in corso, che saranno oggetto di analisi sin dalla prossima riunione programmata per il 18 aprile, l’organismo si è riconvocato nell’aula ‘Levato’ di Palazzo Campanella per accogliere mons. Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Ionio. Con il vescovo, erano presenti alla manifestazione Matteo Luzza, familiare di Giuseppe la cui vita è stata barbaramente stroncata all’età di 22 anni, perché un boss della ‘ndrangheta non lo voleva come fidanzato della cognata, e la referente di Libera, Lucia Lipari, che ha letto i nomi degli uccisi dalla ndrangheta in Calabria.

“Ho avuto modo più volte di apprezzare la Sua azione pastorale in un lembo della nostra regione”, ha detto Salvatore Magarò rivolto al vescovo.

“Il 21 marzo è diventato un appuntamento atteso: simbolico, sicuramente, ma non privo di un significato concreto. E’ l’intenzione dichiarata di “riavvolgere il filo della memoria” con accadimenti passati che continuano drammaticamente ad essere presenti; è la volontà precisa di fare memoria, ovvero tradurre la cronaca in azione di contrasto collettiva e corale. Mai come in questo momento storico sociale sono di attualità le parole di don Tonino Bello. Per combattere la mafia dobbiamo essere disposti ad “annunciare”, “denunciare” e “rinunciare”.

“Dobbiamo essere disposti a raccontare la verità, tutta la verità storica, illuminando quell’area grigia che scende a patti con le mafia, fa affari con le cosche e rincorre esclusivamente il profitto. Avere il coraggio della denuncia anche quando questa comporta la perdita di privilegi o delle proprie sicurezze, salvaguardando la dignità delle persone, scegliendo di stare con i più deboli, i meritevoli invece dei raccomandati, riconvertendo pratiche quotidiane che si consumano tra abusi e clientele”.

“C’è un’Italia che ha provato e continua a provare a reagire all’omertà, al malaffare e al compromesso, pubblici e privati. É l’Italia che non vuole arrendersi né all’arroganza omicida né ai cerimoniali e alle emozioni “a comando”.

Lo ha detto il vescovo di Cassano, Nunzio Galantino, intervenendo alla Giornata della memoria celebrata durante i lavori della Commissione regionale antidrangheta.

“E quando si fa memoria di coloro che sono stati uccisi dalla malavita – perché, in una maniera o nell’altra, ne ostacolavano i progetti di malaffare – si crea cultura e si attivano progetti e percorsi intrisi di legalità. Una istituzione che promuove e celebra la “Giornata della memoria e dell’impegno”, dopo aver contato e proclamato solennemente e con vero pathos i nomi delle vittime, deve con la stessa forza e con lo stesso pathos poter dire ad alta voce quali progetti concreti ha messo in campo perché la cultura dell’illegalità possa arretrare. Sono qui per confermare, assieme alla nostra Chiesa, che l’amore per il nostro popolo non può vederci complici di silenzi traditori e dilatori. La cultura dell’illegalità nasce e si sviluppa dove e quando si continua a chiedere “per favore” ciò che è dovuto “per diritto”, nasce e si sviluppa dove la raccomandazione è considerata regola e sistema. Ma senza una comunità consapevole della serietà e della gravità di quello che sta tragicamente all’origine della “Giornata della memoria e dell’impegno” e cioè lo strapotere e l’arroganza della malavita che ha privato della vita e degli affetti tante famiglie, la strada per liberare il tessuto sociale dall’infezione della ‘ndrangheta sarà ancora terribilmente lunga. Finché non ci renderemo conto fino in fondo – ha scandito mons. Galantino – della capacità che sta mostrando la ‘ndrangheta di pervadere il contesto sociale e farsi lei stessa istituzione e finché non avremo capito che c’è stato un passaggio culturale dal mafioso che appoggiava il politico, al mafioso che cerca di farsi lui stesso politico, la strada per liberarci dalla virulenza della ‘ndrangheta sarà ancora terribilmente lunga. I giovani, i poveri, le famiglie e quelli che non hanno su chi contare devono poter contare sulla Chiesa e su quanti hanno responsabilità di governo ai diversi livelli. Non attraverso la mortificante, ingiusta e diffusa pratica della raccomandazione, ma attraverso efficaci anche se certamente faticose progettualità condivise. É l’Italia che non vuole arrendersi né all’arroganza omicida né ai cerimoniali e alle emozioni “a comando”.

“La cultura dell’illegalità nasce e si sviluppa dove e quando si continua a chiedere “per favore” ciò che è dovuto “per diritto”, nasce e si sviluppa dove la raccomandazione è considerata regola e sistema. Finché non ci renderemo conto fino in fondo della capacità che sta mostrando la ‘ndrangheta di pervadere il contesto sociale e farsi lei stessa istituzione, la strada per liberarci dalla virulenza della ‘ndrangheta sarà ancora terribilmente lunga”.

Ai lavori dell’organismo hanno contribuito i consiglieri Gallo, Pacenza, Chizzoniti, Imbalzano, Giordano e Vilasi.

La ‘Giornata della Memoria e dell’Impegno’ è stata accompagnata dall’Ensemble di Archi del conservatorio di Musica ‘Francesco Cilea di Reggio Calabria’, che ha interpretato brani di Mozart, J.S. Bach, Morricone, Vivaldi e Benedetto Marcello.

VESCOVO CASSANO, NO A COMPLICI SILENZI TRADITORI

“Sono qui per confermare, assieme alla nostra Chiesa, che l’amore per il nostro popolo non può vederci complici di silenzi traditori e dilatori. La cultura dell’illegalità nasce e si sviluppa dove e quando si continua a chiedere ‘per favore’ ciò che è dovuto ‘per diritto’, nasce e si sviluppa dove la raccomandazione è considerata regola e sistema”. Lo ha detto il vescovo di Cassano, mons. Nunzio Galantino, intervenendo alla Giornata della memoria celebrata durante i lavori della Commissione regionale antidrangheta. “C’é un’Italia – ha detto il presule – che ha provato e continua a provare a reagire all’omertà, al malaffare e al compromesso, pubblici e privati. E’ l’Italia che non vuole arrendersi né all’arroganza omicida né ai cerimoniali e alle emozioni ‘a comando’. E quando si fa memoria di coloro che sono stati uccisi dalla malavita, perché, in una maniera o nell’altra, ne ostacolavano i progetti di malaffare, si crea cultura e si attivano progetti e percorsi intrisi di legalità. Una istituzione che promuove e celebra la ‘Giornata della memoria e dell’impegnò, dopo aver contato e proclamato solennemente e con vero pathos i nomi delle vittime, deve con la stessa forza e con lo stesso pathos poter dire ad alta voce quali progetti concreti ha messo in campo perché la cultura dell’illegalità possa arretrare”. “Senza una comunità consapevole della serietà e della gravità di quello che sta tragicamente all’origine della ‘Giornata della memoria e dell’impegnò e cioé lo strapotere e l’arroganza della malavita che ha privato della vita e degli affetti tante famiglie – ha sostenuto ancora mons. Galantino – la strada per liberare il tessuto sociale dall’infezione della ‘ndrangheta sara’ ancora terribilmente lunga. Finché non ci renderemo conto fino in fondo della capacità che sta mostrando la ‘ndrangheta di pervadere il contesto sociale e farsi lei stessa istituzione e finche’ non avremo capito che c’é stato un passaggio culturale dal mafioso che appoggiava il politico, al mafioso che cerca di farsi lui stesso politico, la strada per liberarci dalla virulenza della ‘ndrangheta sara’ ancora terribilmente lunga. I giovani, i poveri, le famiglie e quelli che non hanno su chi contare devono poter contare sulla Chiesa e su quanti hanno responsabilità di governo ai diversi livelli. Non attraverso la mortificante, ingiusta e diffusa pratica della raccomandazione, ma attraverso efficaci anche se certamente faticose progettualità condivise. E’ l’Italia che non vuole arrendersi né all’arroganza omicida né ai cerimoniali e alle emozioni “a comando”.