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TAURIANOVA (RC), VENERDì 03 MAGGIO 2024

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Identificati i cadaveri carbonizzati trovati a Roccella Jonica

Identificati i cadaveri carbonizzati trovati a Roccella Jonica

Si tratta dei pregiudicati Francesco Coluccio e Maurizio Femia. A trovare i corpi all’interno di un’Alfa 147, la Polizia di Siderno, chiamata per un intervento in contrada Salìce 

Identificati i cadaveri carbonizzati trovati a Roccella Jonica

Si tratta dei pregiudicati Francesco Coluccio e Maurizio Femia. La macabra scoperta era stata fatta dalla Polizia di Siderno, chiamata per un intervento in contrada Salìce di Roccella. Gli agenti hanno così scoperto i corpi in un’Alfa 147 risultata di proprietà di una delle vittime. La conferma sulla loro identità è arrivata dopo l’esame autoptico disposto dal giudice

 

 

ROCCELLA JONICA – Sono stati identificati i corpi carbonizzati, rinvenuti in un’Alfa Romeo 147 alla periferia di Roccella Jonica. Si tratta di Francesco Coluccio e del quarantenne Maurizio Femia. La conferma è arrivata dopo l’analisi del Dna effettuate sui resti delle due persone date alle fiamme insieme alla macchina di proprietà dello stesso Coluccio.

Di quest’ultimo si erano perse le tracce qualche giorno prima, anche se nessuno aveva presentato denuncia di scomparsa. A trovare la macchina bruciata con all’interno i corpi, la Polizia di Siderno, che era stata chiamata per un intervento in contrada Salìce di Roccella Jonica, distante dall’abitato qualche chilometro, lungo una strada interpoderale che si congiunge con Caulonia superiore. 

Gli investigatori con il supporto del personale tecnico e scientifico, si sono messi subito al lavoro per identificare i cadaveri e ricostruire la dinamica dell’omicidio. Così è stata disposta l’autopsia, disposta dal magistrato della Procura di Locri, Rosanna Sgueglia, che coordina le indagini. Francesco Coluccio, detto “U ‘nzurru”, era un pluripregiudicato 41enne di Roccella Jonica, noto per reati contro il patrimonio, per lo più furti e rapine. A settembre dell’anno scorso aveva terminato l’ultimo periodo di carcerazione per una rapina compiuta nella piana di Gioia Tauro negli anni passati e per la quale era stato condannato a cinque anni dal tribunale di Palmi. Per questo era stato arrestato a Torino dove si era nascosto per qualche mese. Ed è proprio riferito a quel periodo di breve latitanza che il nome di Coluccio compare negli atti giudiziari di un’operazione di polizia importante, quella denominata “Minotauro”, contro la ‘ndrangheta in Piemonte. Nel gennaio 2009, sono segnalati stretti contatti tra esponenti calabresi della ‘ndrangheta e gli affiliati al locale di Natile di Careri al fine di nascondere Coluccio in Piemonte.

Altrettanto noto alle forze dell’ordine è Maurizio Femia di Marina di Gioiosa Jonica. Il fatto criminale più rilevante, che ha fatto sbalzare alla cronaca il nome di Femia, risale al 2006, quando venne arrestato, dopo una latitanza di circa un anno, per il tentato omicidio di Giuseppe Panetta di Locri, ferito con una coltellata al torace.