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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Gerusalemme, Papa, ”Violenza inaccettabile, si fermi l’odio” Attacco alla Sinagoga, uccisi 4 rabbini e un poliziotto. Hamas minaccia: non è finita. Netanyahu: città sotto attacco

Gerusalemme, Papa, ”Violenza inaccettabile, si fermi l’odio” Attacco alla Sinagoga, uccisi 4 rabbini e un poliziotto. Hamas minaccia: non è finita. Netanyahu: città sotto attacco
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(ANSA) Sale il bilancio delle vittime dell’attentato alla Sinagoga a Gerusalemme. Uno dei poliziotti feriti è morto. Sono quiindi cinque le vittime, quattro erano rabbini. I premier Netanyahu ha detto che la ‘città è “sotto attacco”.

Nella notte l’esercito e la polizia israeliani hanno distrutto a Silwan la casa del palestinese ritenuto il responsabile dell’attentato in cui rimasero uccise, il 22 ottobre scorso, un neonato e una giovane donna.

Papa, ‘inaccettabile violenza,allarmante tensione’

Seguo con preoccupazione – ha detto il Papa – l’allarmante aumento della tensione a Gerusalemme e in altre zone della Terra Santa, con episodi inaccettabili di violenza che non risparmiano neanche i luoghi di culto”. “Dal profondo del cuore, – ha detto il Papa – rivolgo alle parti un appello affinché si ponga fine alla spirale di odio e di violenza e si prendano decisioni coraggiose per la riconciliazione e la pace. Costruire la pace è difficile, ma vivere senza pace è un tormento”.

L’ATTACCO ALLA SINAGOGA – di Massimo Lomonaco – Il terrore è tornato ancora una volta a Gerusalemme. Alle 7.01 di ieri mattina due palestinesi hanno fatto irruzione con mannaie e armi da fuoco in una sinagoga di Har Nof, un quartiere ortodosso della città. Sette minuti dopo, alle 7.08, quattro rabbini, raccolti in preghiera e avvolti dal manto rituale, giacevano a terra uccisi. Sette i feriti. I dueattentatori palestinesi, arrivati dal quartiere di Jabel Mukaber a Gerusalemme est, sono stati uccisi dalla polizia.

L’attentato ha fatto ripiombare Israele nell’incubo: il premier Benyamin Netanyahu ha promesso “una dura risposta” ed ha accusato il presidente palestinese Abu Mazen e Hamas di essere responsabili dell’attacco, “conseguenza diretta del loro incitamento. Un incitamento – ha tuonato – che la comunità internazionale ha irresponsabilmente ignorato”. Nella riunione d’emergenza convocata subito dopo l’attentato ha ordinato la distruzione delle case dei due palestinesi. “Gerusalemme – ha incalzato in un discorso alla nazione – è sotto attacco”. Da Ramallah il leader palestinese ha tuttavia risposto condannando “l’uccisione dei fedeli ebrei a Gerusalemme e di altri civili ovunque essi siano”. Da Gaza invece Hamas si è felicitato: secondo il portavoce Mushir al-Masri, “si è trattato di una vendetta eroica e rapida per l’esecuzione di Yusuf al-Rumani”, un conducente di autobus palestinese trovato morto, che la famiglia ritiene sia stato ucciso da ultrà ebrei mentre l’autopsia – secondo la polizia – ha confermato il suicidio.

Il portavoce militare israeliano ha diffuso immagini di dolciumi distribuiti nelle strade di Gaza per festeggiare l’attentato. Dei 4 rabbini uccisi, uno aveva anche la cittadinanza britannica e tre quella americana, e per questo l’Fbi ha fatto sapere che collaborerà con le autorità israeliane alle indagini. Il presidente Usa Barack Obama è intervenuto con fermezza: “Non c’è giustificazione per questi attacchi sui civili”.

Ma sono in molti gli analisti a temere che la situazione sia ormai sull’orlo del precipizio a causa anche della tensione accumulatasi riguardo la Spianata delle Moschee. Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha ammonito che gli attentati degli ultimi tempi (tra questi auto lanciate da palestinesi contro le persone ferme alle stazioni del tram a Gerusalemme) sono “una campagna deliberata e non una serie accidentale di eventi”. Di diverso avviso invece – e in contrasto con il premier Netanyahu – il capo dello Shin Bet (il servizio di sicurezza interno di Israele) Yoram Cohen, secondo cui Abu Mazen “non fomenta nemmeno sotto banco il terrorismo”, pur se alcuni interventi del leader palestinese, ha aggiunto, sono visti talvolta dalla popolazione come un’istigazione alla violenza. Di fondo però – e su questo concordano in molti – l’aspetto più preoccupante ed allarmante è la “dimensione religiosa” che sembra stia assumendo il conflitto. Fatto sta che la tensione non accenna a diminuire: sono segnalati vari incidenti, sia a Gerusalemme che in Cisgiordania.