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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 02 MAGGIO 2024

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Finalmente anche il Italia il divorzio breve Editoriale di Caterina Sorbara

Finalmente anche il Italia il divorzio breve Editoriale di Caterina Sorbara
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Finalmente dopo oltre 40 anni, una svolta importante per l’Italia, una svolta di grande civiltà: la legge sul divorzio breve.

Grazie al voto della Camera 398  sono stati i sì, 28 no e 6 astenuti. Non si dovrà più aspettare  tre anni per lasciarsi, come previsto dalla riforma della legge Fortuna-Baslini, ma solo 6 mesi, se la separazione è consensuale, e al massimo un anno se si decide di ricorrere al giudice.

In Italia non è stato facile arrivare a questa scelta. La battaglia per il divorzio iniziò nella seconda metà degli anni Sessanta con il progetto di legge del socialista Loris Fortuna, le manifestazioni dei radicali, la Lega italiana per l’istituzione del divorzio.

E’ così si arriva alla svolta,nel dicembre del 1970 quando radicali, socialisti, comunisti, liberali e repubblicani approvarono la legge, ma la strada restava ancora piena di insidie.

L’Italia cattolica, antidivorzista, chiese che venisse fatto il referendum : il 12 maggio 1974, l’87% degli italiani votò per scegliere se abrogare o no la legge Fortuna-Baslini; grazie al60% dei no, restò in vigore.

Ricordo che mio padre scelse di votare a favore del divorzio, proprio in nome di quelle donne che soffrivano a causa di matrimoni che si rivelavano gabbie piene di violenza e dolore.

Con la riforma del 1987 i tempi del divorzio passarono da 5 anni a tre. Oggi finalmente il grande passo al divorzio breve.

L’amore oltre ad essere una dolce alchimia è anche un puzzle dove se per qualche motivo  anche una sola tessera viene a saltare, non è più come prima e quindi non ha più ragione di esistere.

Il divorzio comunque non è “una passeggiata”bensì una grande sofferenza che, lascia un vuoto anche in chi lo desidera, perché resta in ogni caso una sconfitta.

Perché quindi aspettare anni? Aggiungere sofferenza a sofferenza.

Tempi lunghi vuol dire aumenti di conflittualità, sofferenze che in molti casi si ripercuotono sui figli.

Per non parlare del danno economico, allungare i tempi significa anche , allungare le spese legali.

Questa legge è considerata il primo passo per arrivare all’abrogazione dell’inutile  passo della separazione.

I cosiddetti benpensanti si arroccano sulla possibilità di un ripensamento dei coniugi. Se questo dovesse accadere, non vedo il problema ci si risposa.

In passato è già successo. Questa legge va a salvaguardare quei casi dove la chiusura è definitiva, dove un ripensamento è impensabile, è la parola fine è liberazione da sofferenze e tragedie.

Adesso il prossimo passo speriamo possa essere la legalizzazione delle unioni gay e la liberalizzazione della adozione.

Per un’ Italia davvero europea, anzi un’Italia cittadina del mondo.