Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), LUNEDì 06 MAGGIO 2024

Torna su

Torna su

 
 

Eroi: “Una vergogna l’arresto del giornalista Gangemi”

Il direttore del Dibattito arrestato per diffamazione a mezzo stampa e per non aver rilevato la fonte di una suo articolo ai magistrati 

Eroi: “Una vergogna l’arresto del giornalista Gangemi”

Il direttore del Dibattito arrestato per diffamazione a mezzo stampa e per non aver rilevato la fonte di una suo articolo ai magistrati

 

 

Il reato commesso dal direttore de ‘Il Dibattito’ è la diffamazione a mezzo stampa, oltre alla falsa testimonianza per non aver rivelato ai giudici le ‘fonti’ che utilizzava per la sua professione. “La libertà di stampa è base della democrazia per Ue” afferma il presidente del consiglio provinciale di Reggio Calabria Antonio Eroi

Che il lavoro di giornalista spesso sia scomodo, soprattutto quando sfiora poteri forti, è risaputo a tal punto che anche la Corte di Giustizia europea di Strasburgo ultimamente è stata più volte sollecitata ad esprimere sentenze su casi specifici, in tema di reato di diffamazione a mezzo stampa. Ultima in ordine di tempo quella sul ricorso presentato da Maurizio Belpietro, ex direttore de ‘Il Giornale’ ed attualmente del quotidiano ‘Libero’, condannato per tale reato a quattro mesi di detenzione, caso su cui la Corte ha stabilito pochi giorni fa che “a causa della misura e della natura della sanzione imposta l’ingerenza nel diritto alla libertà d’espressione non era proporzionata ai fini perseguiti”. Senza voler commentare ma ricordando che proprio la Ue ci indica da tempo la strada della depenalizzazione su un reato che in maniera controversa sembra oltraggiare la libertà di stampa e di pensiero costituzionalmente tutelata, si riportano le dolorose parole del figlio di Gangemi , Maurizio, anch’egli giornalista e direttore de ‘Il Reggino’ che dalla sua testata scrive: “Le sentenze si rispettano! Si discutono e si commentano, certo, ma si rispettano. Chiunque ne sia il soggetto destinatario, anche mio padre! Detto questo, con la convinzione di chi ha avuto in eredità dal padre proprio rettitudine, onestà e, soprattutto, dignità, a me non resta che discuterne un po’. Posso, per esempio, dire che per reati molto più gravi si rimane liberi (magari di reiterarli); posso, per esempio, dire che mio padre ha da poco compiuto 79 anni; posso, per esempio, elencare tante di quelle patologie gravi che affliggono mio padre da riempire cartelle cliniche di quasi tutte le specializzazioni mediche esistenti; posso, per esempio, dire che mio padre è stato riconosciuto invalido civile al 100% (senza diritto di accompagnatore e, quindi, senza indennizzo economico – diciamo l’opposto di qualche onorevole, ecco!); posso, per esempio, dire che ho difficoltà a credere che il regime carcerario sia compatibile con tutto quello di cui soffre e con tutte quelle medicine che io e mia madre gli abbiamo scrupolosamente preparato non dimenticando di appuntarli dosi ed orari. E’ una vicenda grottesca quella che vede protagonista mio padre. E’ così tanto grottesca che solo in Italia poteva verificarsi. In nessun altro Paese civile, un giornalista che ha nel Dna la sete di Giustizia, che ognuno di noi dovrebbe avere, è recluso in un carcere! Che sia chiaro a tutti (a scanso di equivoci e qualora non lo si fosse colto): oggi, più di ieri, sono fiero ed orgoglioso di Mio Padre!!!”. “Malgrado non sia mai stato trattato con benevolenza dal direttore Gangemi, anzi più volte apparso in prima pagina nelle foto che indicavano ai lettori i ‘mostri’ della politica reggina, – ha dichiarato a seguito dell’arresto di Gangemi, il presidente del consiglio Provinciale di Reggio Calabria Antonio Eroi, – ” tuttavia , per essere uomo di istituzioni e per il ruolo ricoperto in Consiglio d’Europa come rappresentante delle autonomie locali ai tavoli in difesa dei Diritti Umani, chiedo l’immediata scarcerazione di Francesco Gangemi. La libertà di stampa è diritto essenziale e base della democrazia in Europa, così come più volte la stessa corte di Strasburgo ha stabilito. Unica sanzione possibile quando un giornalista offende l’altrui reputazione è quella pecuniaria. Considerare in termini penali il lavoro giornalistico può condurci a non realizzare più una corretta opinione personale sugli accadimenti della vita politica e sociale. ‘L’opinione è una libertà alla stregua dell’aria, – affermava Cesare Beccaria, giurista e filosofo italiano del periodo illuminista – bene primordiale ed insostituibile’ , e questa è anche la convinzione di chi persegue i Diritti dell’Uomo che dall’Illuminismo in poi vengono affermati” conclude Eroi al nostro giornale. Benchè giornalista ‘scomodo’ Francesco Gangemi prima d’ora non era mai stato condannato per diffamazione a mezzo stampa, nonostante i numerosi procedimenti affrontati, nei quali era sempre stato assolto.

redazione@approdonews.it