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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 06 MAGGIO 2024

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Donna completamente sfigurata dopo la puntura di una zecca Ha contratto la malattia di Lyme

Donna completamente sfigurata dopo la puntura di una zecca Ha contratto la malattia di Lyme
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Scampagnate, gite nei boschi e spiagge che iniziano ad essere
frequentate, così entra nel vivo anche questa primavera che sta già
facendo spazio ad un anticipo d’estate, interrotta solo da qualche
acquazzone rinfrescante. Ma più si trascorre tempo all’aria aperta in
campagna, nei prati, nei boschi o anche nelle spiagge e più aumentano
i rischi di essere punti da qualche antipatico insetto. Non solo vespe
e zanzare, con quest’ultime che iniziano ad infestare gli ambienti
aperti ma mano che si prolungano i caldi e l’umidità dell’aria
aumenta, ma si aggiungono i rischi connessi alle punture di un insetto
assai fastidioso per non dire pericoloso: la temibile zecca. Ne sa
qualcosa Rachel Foulkes-Davies del Denbighshire, nel Galles,che è
stata morsa da una zecca nel giugno 2015 mentre con i suoi tre bambini
si trovava nel giardino dai casa sua e da allora ha contratto una
grave infezione batterica che peggiora le sue condizioni di salute
giorno dopo giorno. Inizialmente, i medici credevano che si trattasse
di meningite, visto che aveva stanchezza, febbre, dolori muscolari,
brividi, poi le hanno diagnosticato la malattia di Lyme, un disturbo
che la costringe a vivere sullle ha causato una paresi facciale. A
peggiorare terribilmente la situazione è che perfino la sua bocca non
può aprirsi correttamente e Rachel non più in grado di parlare. Da
allora, è in grado di mangiare solo con una cannuccia oltre a provare
dolori lancinanti in continuazione. Di recente, ha condiviso le foto
della sua malattia con l’obiettivo non è però farsi compatire dagli
utenti del web, quanto piuttosto far conoscere a tutti la malattia di
Lyme. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei
Diritti [http://www.sportellodeidiritti.org/]” il modo più efficace
per limitare l’infezione e le possibili conseguenze è quello di
educare chi frequenta le aree endemiche per limitare il più possibile
la puntura delle zecche: quando si frequentano aree boschive e prati
bisogna usare vestiti chiari, che consentono una migliore
individuazione di tali parassiti, e piuttosto spessi con calzature
serrate alle caviglie e maniche lunghe chiuse ai polsi. Dovrebbe
essere prassi di chiunque, dopo la scampagnata, effettuare
un’attenta osservazione sui vestiti e sulle aree cutanee esposte,
così da consentire la rimozione precoce di eventuali insetti,
utilizzando una pinzetta, la quale non deve schiacciare la zecca, ma
afferrarla nel punto in cui inserisce l’apparato boccale nella cute;
la ferita dev’essere ovviamente disinfettata immediatamente. Il
rischio di trasmissione di agenti infettivi, infatti, è tanto minore
quanto più breve è la permanenza del parassita nella cute. In
ultimo, anche sulle spiagge sono stati segnalati casi di punture di
zecche e conseguenti contagi, sia per la diffusissima prassi di
portare i cani in spiaggia che per la presenza di randagi che in
alcune località balneari si spostano indisturbati. È ovvio che un
tuffo in mare può limitare i rischi di punture, ma un controllo della
propria pelle dopo una giornata a mare non fa mai male.