Decine di avvisi di garanzia per l’esondazione che ha devastato gli scavi archeologici di Sibari
redazione | Il 13, Nov 2013
Sono 40 le proroghe d’indagine notificate su richiesta della procura di Castrovillari, per l’onda di acqua e fango che nel gennaio scorso ha sommerso l’area. Per alcuni si tratta di un atto dovuto in funzione della carica rivestita. Ma l’obiettivo è accertare le responsabilità
Decine di avvisi di garanzia per l’esondazione che ha devastato gli scavi archeologici di Sibari
Sono 40 le proroghe d’indagine notificate su richiesta della procura di Castrovillari, per l’onda di acqua e fango che nel gennaio scorso ha sommerso l’area. Per alcuni si tratta di un atto dovuto in funzione della carica rivestita. Ma l’obiettivo è accertare le responsabilità
COSENZA – Decine di avvisi di garanzia per individuare le responsabilità dell’esondazione del fiume Crati, che il 18 gennaio scorso ha causato la devastazione del parco archeologico di Sibari, coperto dal fango e dai detriti.
La Procura della Repubblica di Castrovillari ha emesso 40 avvisi di proroga indagini nei confronti di altrettante persone finite sotto inchiesta. Si tratta di tutti coloro che rivestono ruoli connessi alla tutela del territorio o dei beni culturali della zona. E così figurano i tre più recenti sindaci recenti di Cassano Ionio, la stessa direttrice del museo, dipendenti Afor, il commissario straordinario per il rischio idrogeologico. In alcuni casi si tratta di un atto dovuto, a causa della carica rivestita.
Ci sono poi numerosi privati che avrebbero occupato illegalmente le aree degli argini che dovevano essere lasciate sgombere. Le accuse, a vario titolo, abbracciano omissioni di atti di ufficio, danno colposo, invasione e occupazione di terreno, danneggiamento di beni culturali, opere eseguite senza autorizzazione.