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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 30 APRILE 2024

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Condannato macellaio che vendeva carne con solfiti

Condannato macellaio che vendeva carne con solfiti

L’esercente proponeva prodotti adulterati ma esteticamente accettabili

Condannato macellaio che vendeva carne con solfiti

L’esercente proponeva prodotti adulterati ma esteticamente accettabili

 

Giro di vite per i commercianti senza scrupoli che hanno la biasimevole abitudine
di mettere i solfiti nella carne. Scatta il carcere per contraffazione di cibo per
il macellaio che continua a vendere carne macinata adulterata con sostanze chimiche
per renderla esteticamente accettabile anche dopo la denuncia di uno dei clienti
che, a seguito del consumo del prodotto, ha continuato la vendita. A sottolinearlo
è Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti [1]” , che da risalto
alla sentenza della Corte di cassazione che, con la sentenza 22618 del 30 maggio
2014, ha sancito l’inammissibilità del ricorso del titolare di una macelleria contro
il giudizio di colpevolezza della Corte d’appello di Catania che lo ha condannato
a 4 anni di reclusione per aver messo in commercio carne fresca con aggiunta di notevoli
concentrazioni di additivi alimentari. E’ stato difatti riscontrato un ulteriore
caso di positività all’uso fraudolento di solfiti in carni macinate, in quanto
sostanze non consentite e con caratteristiche allergeniche non dichiarate in etichetta.La
carne è stata comprata e consumata da una giovane studentessa che, per l’allergia
provocata dalla sostanza illegittimamente aggiunta dal macellaio, ha riportato una
reazione da shock anafilattico con arresto cardio-circolatorio riportando gravi lesioni
personali. Per la prima sezione panale, in linea con la Corte siciliana, ha ritenuto
inammissibile il ricorso del commerciante che ha dichiarato di aver utilizzato un
preparato, costituito da una polvere da diluire con acqua, per arrestare i fenomeni
putrefattivi della carne, e di non conoscerne la composizione: ciò è assolutamente
improbabile configurando il reato di adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari
perché l’uso dei solfiti è vietato nelle carni fresche e, nella qualità di operatore
del settore, egli sapeva, anche perché aveva dovuto frequentare corsi sul rispetto
della normativa alimentare e della salute pubblica (in particolare, che l’uso del
solfito nella carne conservava solo in apparenza la freschezza del prodotto e renderla
«esteticamente accettabile», proteggendolo dall’ossidazione, ma non dal processo
putrefattivo).Pertanto, essendo il reato in questione di mero pericolo ed essendo
sorretto da dolo generico, veniva ritenuta sufficiente la coscienza e volontà della
condotta e dell’evento a esso collegabile, cioè il pericolo obiettivo per la salute
per la configurazione dell’elemento soggettivo.Insomma, le risultanze alle quali
giungono i sanitari che ricoverarono la giovane e il consulente tecnico sono sovrapponibili
e non danno spazio a valutazioni alternative, nemmeno all’ipotesi che altri componenti,
quali l’aceto balsamico, possano avere avuto incidenza nella reazione avuta dalla
giovane donna. Infine, circa la mancata concessione della circostanze attenuanti
generiche, Piazza Cavour è concorde con il giudice catanese che ha osservato le
gravi conseguenze arrecate alla giovane vittima, alla spregiudicatezza manifestata
dall’imputato, che avrebbe continuato a vendere la carne adulterata anche dopo
la denuncia, emergendo così tratti di irresponsabilità e personalità negativa.
Al ricorrente non resta che pagare mille euro alla Cassa delle ammende.I solfiti
appartengono alla categoria degli additivi il cui utilizzo nelle carni macinate,
preparate ed insaccate fresche, è tassativamente vietato per legge. I solfiti sono
utilizzati illecitamente da alcuni macellai perché possiedono un’azione conservativa,
rallentando la crescita microbica e antiossidante, mantenendo quindi il colore rosso
delle carni. Si tratta di un rosso invitante, ma comunque «innaturale». Per tali
ragioni lo “Sportello dei Diritti [2]” consiglia al consumatore di richiedere
la carne tritata a vista al momento dell’acquisto per ridurre i rischi di mangiare
carni con solfiti.