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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 06 MAGGIO 2024

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Condannato lo Stato Francese per non aver tutelato una donna vittima di violenza domestica

Una decisione storica che certamente farà discutere in Europa

Condannato lo Stato Francese per non aver tutelato una donna vittima di violenza domestica

Una decisione storica che certamente farà discutere in Europa

 

In una sentenza dello scorso mercoledì 7 maggio il Tribunal de Grande Instance di
Parigi ha ritenuto colpevole lo stato francese per “il fallimento colposo e ripetuto
della gendarmeria che costituisce una grave e diretta colpa dell’omicidio di Audrey
Vella”.

Il 23 marzo 2007, una giovane donna fu colpita a morte dal suo ex compagno, e morì
di emorragia interna in ospedale. Audrey Vella, questo il nome della vittima aveva
ricevuto nove coltellate sul corpo. Due anni dopo, il colpevole, Hervé Vincent Sully
è stato condannato a 25 anni di reclusione, confermati in appello nel settembre
2011.

Ma la cosa non era finita lì, evidentemente. Per quanto ritenuto dalla famiglia
della vittima, il dramma poteva essere evitato. Molestata per mesi dal suo ex compagno,
Audrey Vella, madre di una bambina di 7 anni, aveva allertato la polizia circa le
ripetute minacce contro di lei. Evidentemente, invano.

La famiglia di Audrey Vella non si è data per vinta ed è riuscita ad ottenere una
pesantissima condanna hanno evidenziato “l’incapacità del servizio pubblico della
giustizia di compiere la missione fondamentale a lei attribuita, ossia proteggere
i cittadini”, ed hanno sottolineato in riferimento al”la violenza contro le donne
che è una priorità nazionale”.

Nella sua sentenza, la Corte ha osservato che la mancanza di risposta da parte dei
servizi di polizia “ha mantenuto, ovviamente, una sensazione di impunità” nell’ex
compagno di Audrey Vella, che ha portato a “ripetere la violenza più grave”. E così
riconoscendo la grave negligenza da parte dell’apparato dello stato hanno ordinato
di pagare quasi 150.000 euro di danni alla figlia della vittima e di altri membri
della famiglia.

Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti [1]” si tratta
di una decisione epocale a livello europeo che apre importanti ripercussioni nello
stato di diritto e nell’apparato dello stato non solo in Francia, ma anche in Italia.
Non è la prima volta, infatti, che fatti analoghi si verificano anche nel Nostro
Paese anche se l’introduzione del reato di “stalking” ha portato ad una drastica
riduzione dei casi di molestie continuate nei confronti delle donne. Tuttavia, quando
si dovesse verificare una vera e propria negligenza da parte delle istituzioni e
carenze così gravi, siamo pronti ad avviare, come associazione che da anni tutela
i diritti anche delle donne e da ogni tipo di abuso, azioni analoghe a tutela delle
vittime e delle famiglie.