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TAURIANOVA (RC), SABATO 04 MAGGIO 2024

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Collaudopoli. In morte di un imprenditore ucciso dallo Stato

Collaudopoli. In morte di un imprenditore ucciso dallo Stato

La storia di Carlo Massone da Alessandria

Collaudopoli. In morte di un imprenditore ucciso dallo Stato

La storia di Carlo Massone da Alessandria

 

 

“Dopo tanti anni, come volevasi dimostrare, in Italia, pur con la ragione, non
si riesce a cavare un ragno dal buco, anzi sì è cornuti e mazziati e ti dicono,
in aggiunta, subisci e taci”.

«Siamo un paese di truffatori ed evasori fiscali, o, magari, qualcuno ha interesse
a farci passare come tali». Così afferma il dr Antonio Giangrande, noto saggista
di fama mondiale e presidente dell’Associazione Contro Tutte le Mafie, sodalizio
antimafia riconosciuto dal Ministero dell’Interno. Associazione fuori dal coro
e fuori dai circuiti foraggiati dai finanziamenti pubblici.

«Esemplare è la storia di Carlo Massone, un autotrasportatore di Alessandria che
da anni combatte una battaglia impari. Comprò, a sua insaputa, un camion inidoneo
alla funzione indicata, tratto in inganno dalla documentazione pubblica allegata
e per questo, a sua volta, ingiustamente accusato di truffa. Mezzi inidonei, ma dichiarati
tali, e per gli effetti furono bloccati, inibendo l’attività imprenditoriale.
Da anni si rivolge alle istituzioni competenti ed ai Parlamentari italiani ed europei
con funzioni di vigilanza ed inchiesta. La prima volta che si rivolse a me, chiedendomi
aiuto e non avendo potere di intervento, premonendo il futuro, gli dissi che con
questa gente e le istituzioni che li coprono non avrebbe cavato un ragno dal buco:
“sarai cornuto e mazziato”, gli dissi. A questo danno si è aggiunta la beffa:
Equitalia chiede 175mila euro per quella sua stessa attività».

“Preg.mo Presidente Avv. Antonio Giangrande le mando l’interrogazione parlamentare
aggiornata con la risposta evasiva del Ministero, in quanto il collaudo avvenuto
a Cuneo non era solo scaduto, ma era falso. E ciò lo dico con documenti alla mano.
Sia la motorizzazione, che la ASL, ARPA e il CTU del Tribunale di Alessandria hanno
dichiarato la declaratoria di non usabilità del camion con gru e piattaforma. A
riscontro della risposta mi chiedo come abbia fatto il camion a circolare prima di
essere venduto al Carlo Massone con timbri “regolare” senza verifica e poi come
si possa addebitare il tutto all’usura successiva del camion gru se ciò non può
essere avvenuto in quanto si è imposto il fermo per due anni. Carlo Massone”.
Ed ancora. “Preg.mo. Avv. Antonio Giangrande, cortesemente la Imploro. Le Chiedo
di postare sul suo BLOG anche questa ennesima interrogazione parlamentare. Così
la giro anche ad EQUITALIA,che entro oggi, il 28 febbraio 2014, pretende 175mila
euro!! Non mi resta che ammazzarmi!! Grazie. Saluti. Massone Carlo”.

Ecco l’interrogazione alla Camera, Commissione Giustizia, del 26.02.2014, n. 5-02234
dell’On.le Emanuele Fiano (PD).

Interrogazione a risposta in Commissione: FIANO

Al Ministro della giustizia, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. —
Per sapere – premesso che:

nel 1989 l’autotrasportatore Carlo Massone residente in frazione Crebini 37 – Castelletto
d’Orba (Alessandria) acquistò un camion usato tipo Fiat 170/35 B targato AL 359341,
ribaltabile su tre lati con gru e piattaforma aerea a due posti, pagandolo oltre
100 milioni;

come da attestazione rilasciata dal concessionario Iveco Plura spa di Ovada (Alessandria),
il mezzo in questione risultava regolarmente collaudato in tutte le sue parti, completo
di attestazioni rilasciate dalla motorizzazione e dall’Ispesl (Istituto superiore
per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) e pertanto pronto per essere utilizzato
su strada;

il signor Carlo Massone, prima di utilizzare il mezzo in questione, richiese ed ottenne
dalla motorizzazione e dalla USL di Alessandria una verifica preventiva straordinaria
che, in seguito, diede esito negativo, e cioè si rivelò che il mezzo presentava
una serie di anomalie tecniche e strumentali tali da renderlo inutilizzabile, in
totale contrasto con le norme di prevenzione e di sicurezza sul lavoro;

a seguito di ciò, il signor Carlo Massone non solo fu costretto a rinunciare al
camion appena acquistato, ma venne altresì indagato – gli fu attribuita la responsabilità
di averlo manomesso e modificato – e successivamente assolto, avendo dimostrato
di non aver mai impiegato il mezzo per alcun lavoro e di non averlo mai ritirato
dalla concessionaria se non il giorno prefissato per la revisione straordinaria;

dai documenti in possesso del signor Massone risulterebbe che la data di emissione
della fattura quietanzata rilasciata dalla ditta Iveco Plura spa – 7 settembre
1989 – è in netta e curiosa contraddizione con quella citata nella notifica rilasciata
(a richiesta del signor Massone, proprietario del mezzo) dal compartimento della
polizia stradale, sezione di Alessandria, secondo cui «Visti gli atti d’ufficio
si dichiara che la carta di circolazione relativa all’autocarro targato AL 359341
è gravata dal decreto di sequestro n. 616/88/A emesso dalla Procura della Repubblica
presso il tribunale di Bergamo il 14 marzo 1988 e che in ordine alla stessa sono
in corso ricerche da parte di questo ufficio al fine di rintracciarla e sequestrarla»
(Alessandria, 3 maggio 1990, n. 326, rep. 240 PG);

successivamente, il medesimo compartimento della polizia stradale, sezione di Alessandria,
rispondeva alla procura della Repubblica presso la pretura circondariale di Alessandria
– in ordine alla denuncia sporta dal signor Massone – «Fa seguito alla denuncia
sporta da Massone Carlo, in atti generalizzato, trasmessa con nota prot. n. del
4 maggio 1990 in ordine alla quale si sciolgono parte delle riserve espresse. Si
comunica che negli elenchi forniti dalla motorizzazione civile e dei trasporti in
concessione di Cuneo, relativi ai collaudi effettuati negli anni 1989-1990 presso
la ditta Delia, non c’è traccia di quello afferente al certificato di approvazione
rilasciato per l’autocarro targato AL 359341» (Alessandria, 16 giugno 1990, n. 600,
rep. 240 PG);

lo stesso Massone Carlo chiedeva e otteneva, successivamente, una relazione tecnica
circa la causa Massone-Plura spa in merito all’udienza del 23 marzo 1995 con lo scopo
di chiarire i punti elencati nelle «deduzioni istruttorie»; nella conclusioni della
relazione si ravvisavano da un lato uno «stato di degrado tecnico» del mezzo e
la sussistenza di «una serie di inadempienze contrattuali» definite «elementi
sconcertanti»; e dall’altro, si rilevava l’assoluta estraneità del signor Massone
all’utilizzo dell’automezzo in oggetto, come sentenziato anche dalla procura di Tortona
il 16 settembre 1993;

quanto sopra esposto ha prodotto ripercussioni gravissime alle economie della ditta
del signor Carlo Massone, al punto da indurlo – pur di non rimanere senza lavoro
e con un mezzo sequestrato ed improduttivo – ad acquistarne altri, con il medesimo
triste e scandaloso risultato;

ad oggi il signor Carlo Massone, pur avendo interpellato parlamentari e Ministri
ed aver interessato anche la procura della Repubblica di Genova poiché nessuna risposta
o indennizzo sono pervenuti dalle autorità di Alessandria e comunque da tutte quelle
interessate nella vicenda, è ancora in attesa che si faccia chiarezza e che la sua
pratica approdi a giusta conclusione;

da più di dieci anni lo stesso Carlo Massone sta combattendo una battaglia di sensibilizzazione
volta a far emergere la verità sul suo personale caso e su fatti di analoga gravità
che metterebbero in discussione l’intero apparato preposto alla certificazione di
idoneità ad operare dei mezzi industriali coinvolgendo ingegneri e pubblici ufficiali
funzionari dello Stato;

il 9 marzo 1999, nella XIII legislatura, il senatore Bornacin presentò in merito
una specifica interpellanza parlamentare, la 2-00767, cui però non fu data risposta,
e in data 7 marzo 2007 il senatore Martinat ha ripresentato l’interrogazione n. 4-01468 –:

se non si reputi opportuno e doveroso attivarsi con estrema urgenza per fare chiarezza
su di una vicenda così delicata e di sconcertante gravità, sollecitando il riesame
della pratica e verificando, secondo quanto denunciato, la regolarità delle attestazioni
rilasciate dalle autorità competenti in ordine ai collaudi di omologazione dei veicoli
industriali al fine di verificare responsabilità ed eventuali comportamenti omissivi
da parte di pubblici funzionari;

che cosa intenda fare il Governo per garantire che, in materia di collaudi ed omologazioni
di veicoli industriali, venga rispettato scrupolosamente il dettato legislativo e
si eviti pertanto che pubblici funzionari rilascino certificati di omologazione e
di collaudo su veicoli industriali sulla base di documenti di conformità rilasciati
dagli allestitori senza effettuare verifiche tecniche rigorose sui mezzi, come prevede
la normativa vigente;

come si spieghi che veicoli industriali certificati e collaudati al momento dell’acquisto
risultino poi, ancor prima di essere utilizzati (come in questo caso e grazie soprattutto
alla scrupolosità dell’acquirente), non in regola e che vengano avanzati sospetti
solo sull’autotrasportatore, anziché considerare anche le responsabilità delle
motorizzazioni civili, dell’Ispesl e dei concessionari;

se non si reputi doveroso promuovere una verifica per accertare che i funzionari
pubblici deputati alla certificazione di collaudo e di omologazione dei veicoli industriali
della motorizzazione civile ed Ispesl procedano attenendosi scrupolosamente a quanto
previsto dalla legge in materia e non vengano adottati metodi del tutto estranei
alla corretta condotta delle ispezioni. (5-02234)

Dello stesso tenore sono state le interrogazioni dello stesso Fiano al Ministro dei
trasporti: Seduta n. 238 dell’8/11/2007 (4-05578).

Anche Aurelio Salvatore Misiti ha fatto la stessa cosa con le interrogazioni in Commissione:

Interrogazione a risposta in Commissione 5-00893 presentata mercoledì 28 gennaio
2009, seduta n. 122;

Interrogazione a risposta scritta 4-02736 presentata giovedì 2 aprile 2009, seduta
n. 158

Interrogazione a risposta scritta 4-03144 presentata mercoledì 27 maggio 2009, seduta
n.183.

La stessa cosa ha fatto il Gruppo Consiliare Alleanza Nazionale a Torino il 10 marzo
2008.

Ed ancora l’interrogazione scritta al Parlamento europeo dell’On. Mario Borghezio
del 18/04/2007 – Emissione di certificati di omologazione falsi da parte delle Motorizzazioni
Civili italiane.

Ed ancora l’interrogazione scritta alla Commissione Europea. Interrogazione con
richiesta di risposta scritta P-001164/2012 alla Commissione, Articolo 117 del regolamento,
dell’on. Oreste Rossi (EFD).

«Dopo tanti anni, come volevasi dimostrare, in Italia, pur con la ragione, non si
riesce a cavare un ragno dal buco, anzi sì è cornuti e mazziati e ti dicono, in
aggiunta, subisci e taci», chiosa in chiusura Antonio Giangrande.